06 Nov Con amaro Milone, Crotone rinnova la grande storia e ritrova i “successi”
Come per il leggendario atleta magnogreco, non si contano più i premi e i riconoscimenti al delizioso liquore calabrese, che nel settore si posiziona sempre più solidamente sul tetto del mondo
di Raffaele D’Angelo
Calabria terra amara? Meglio, terra di amari. La Calabria è una perla, una piccola penisola nella penisola: ottocento chilometri di costa e una storia ricchissima e illustre coi natali dati a personaggi del calibro del profeta-filosofo Gioacchino da Fiore, di Barlaam di Seminara, matematico, filosofo, vescovo cattolico, teologo e studioso della musica, considerato insieme ai suoi allievi Leonzio Pilato, Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio uno dei padri dell’Umanesimo, e poi San Francesco da Paola, Telesio, Tommaso Campanella, tanto per dire…
È sempre stata crocevia di popoli e luogo d’incontro, dove il monachesimo ha favorito scambi e biodiversità: bergamotto, cedro del Libano, corbezzolo, liquirizia tra le più buone al mondo, erica, ginestra spinosa, ginestrone… Crotone fu fondata da una colonia Achea, ci visse Pitagora, filosofo e matematico, di fronte al mar Ionio e alle spalle uno dei gruppi montuosi più belli d’Europa: La Sila, con foreste incantate di faggi, abeti e pino laricio, denominato da Plinio il Vecchio, Livio e Virgilio “pino silano”. In una manciata di chilometri, sbalzi di temperatura repentini d’inverno possono superano i 35 gradi.
A Crotone nacque anche Milone, il mitico condottiero, ma qui riferiamo non del suo buon nome, ma di quello di un superbo liquore amaro creato nel 2019 dalla passione di Davide Milone (nomen omen) e Michele Sotero, amici da sempre, che mescolando erbe naturali e facendo macerare frutti come in un gioco alchemico di monaci cistercensi, hanno creato quasi dal nulla l’Amaro Milone, in memoria di quel mitologico eroe Acheo, imbattibile, che vinse per ben ventotto volte, dal 540 al 512 a.C., nelle Olimpiadi del tempo antico, in tutte e quattro le città dove si svolsero, e la cui forza indomita e le cui imprese e proporzioni sovrumane sono arrivate nel racconto fino a noi. A testimonianza di ciò, si legge in Eratostene: “Tutti i greci partecipavano ai grandi giochi di Olimpia, Delphi, Nemea, Corinto e i Crotoniati vinsero sempre”, come nessun altro.
Alla finale di corsa dell’Olimpiade del 576 a.C addirittura i primi sette atleti furono tutti di Kroton, e fu coniato proprio allora il famoso proverbio “L’ultimo dei Krotoniati è il primo dei greci”. Poi ecco la leggenda in cui si narra che “Milone non terminasse mai un banchetto con i suoi compagni, al ritorno dalle sue imprese, senza gustare un nettare offerto dalla dea Hera per ringraziarlo della sua devozione, come custode del tempio e del suo bosco sacro, e che ad ogni sorso il suo spirito indomito ne traesse giovamento e ristoro”.
Crotone, a quei tempi, era una grande polis, capitale della Magna Graecia celebre per la fertilità dei suoi bei campi, la bellezza delle sue donne, la salubrità dell’intero territorio dove il clima aveva qualcosa di particolarmente favorevole per la salute e la vigoria del corpo, e dove a nutrire la mente vi era il pensiero del filosofo Pitagora con la sua insuperata scuola.
Davide e Michele si divertono a fare infusi, sono grandi sognatori, ed iniziano a rivisitare le fonti per creare qualcosa di originale. Fanno ricerca, studiano, partono proprio da questa leggenda, e fanno pellegrinaggio nel “bosco sacro” dove raccolgono centinaia di erbe, arance selvatiche, mele e pere “antiche” e melograni. Provano, annusano, masticano erbe e frutta. Creano circa una quindicina di prototipi di elisir, mescolando alcol e piante di diverse tipologie. Salendo il grado alcolico, in “testa” tutto sembra buono, e non sanno quale scegliere. Di qualcuno di questi sciroppi che vengono fuori, non ricordano più dosi e tipologie erbacee: ecco allora accendersi la classica lampadina di Archimede, con Davide che propone a Michele di organizzare un panel-test con gli amici, per scegliere quale piace di più. Detto, fatto! In tanti declinano l’invito, temendo l’avvelenamento… Gli altri, visto che la prova dura diverse settimane, si consacrano a giorni di ebbrezza. Nessuno, per fortuna, ci lascia le penne (a parte qualche sporadica corsa in bagno..)..
Finalmente, la ricetta giusta. Ed è la svolta. Nasce così “Milone”, anzi rinasce un’altra volta, e si incarna nello spirito della bottiglia. di nuovo a Kroton. Ma no, stavolta a Crotone! Il liquore si sdoppia, due versioni: L”Amaro Milone” nel 2020, e l’anno successivo il “Milone Nero” senza zuccheri aggiunti.
Nasce allora la “Lacinio srl” che poi produrrà anche il “Limoncello Lunatico” e la “Liquirizia Radicale” distribuita con “Milone Spirits”. Si prende parte ai primi concorsi e lo spirito guerriero del campione olimpico non si smentisce: nel 2022, si va sul podio del “World Liqueur Awards” di Londra, con il premio di “Miglior Amaro al Mondo”, e altro premio come “Miglior Amaro Italiano”; quindi 4 riconoscimenti per il design innovativo degli altri prodotti. Nel 2023, altro riconoscimento importante al “Concours Mondial de Bruxelles”, dove arrivano altre due medaglie: Oro per “Amaro Milone”, argento per “Milone Nero”. Ricchissima anche la rassegna stampa: ne parla “La Repubblica” assieme a testate nazionali ed internazionali, un fatto che dà giustamente fiducia e spinta al brand aziendale.
Info sono sul sito www.amaromilone.it
Amaro Milone e il Milone Nero hanno conquistato 6 riconoscimenti internazionali:
– Amaro Milone primo posto 2022 MIGLIOR amaro al mondo;
– Amaro Milone primo posto 2022 MIGLIOR amaro italiano;
– Milone Nero MIGLIOR design di etichetta al mondo 2022;
– Milone Nero medaglia d’oro MIGLIOR etichetta al mondo 2022;
– Amaro Milone bronzo mondiale categoria DESIGN della bottiglia 2022;
– Milone Nero bronzo mondiale categoria DESIGN della bottiglia 2022.
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