Con le sorelle Condemi antropologia e letteratura in terra di Francia, per la scoperta di una “nuova umanità”

Silvana e Concetta, da Reggio Calabria a Parigi, per tracciare nuovi esaltanti percorsi scientifici e culturali

di Riccardo Guerrieri

Due libri di Silvana Condeni editi in Italia da
Bollati Boringhieri

Il 29 maggio scorso, l’autorevole quotidiano francese “Le Monde” ha pubblicato la recensione di un nuovo, importante libro scientifico, in cui si delinea il ritratto avvincente di una nuova specie umana: i cosiddetti “Denisoviani”. La descrizione della ricerca porta il nome della paleoantropologa Silvana Condemi, direttrice di ricerca nel prestigioso C.N.R.S. francese. Il suo cognome, ben diffuso in Calabria, in effetti è più che dignitosamente portato da questa scienziata di fama internazionale, figlia di emigrati della provincia di Reggio Calabria, nata all’estero, con mamma Foti che le ha trasmesso tutta l’energia della terra d’origine.

Mancando di punti di ancoraggio precisi, di contatti diretti con gli antenati, Silvana probabilmente se li è andati a trovare nei tempi remoti. Forse. E così ha scritto approfonditamente sull’Homo di Neanderthal e sul Sapiens (con la collaborazione del giornalista scientifico François Savatier, libri editi in Italia da Bollati Boringhieri), e poi ha accertato che tra i nostri antenati ce ne sarebbe almeno un altro: l’Homo di Denisova, le cui prime informazioni caratterizzanti sono state rinvenute tra il 2008 ed il 2010 tra i monti Altai, in Asia.

Quest’eccezionale avventura scientifica è descritta a dovere – come racconta il quotidiano francese Le Monde – nel libro “L’Énigme Denisova”, pubblicato nel 2024 dall’editore parigino Albin Michel, in cui la ricercatrice franco-calabrese esprime comunque i dubbi avuti da principio sulla capacità della genomica di accertare un nuovo lignaggio, basandosi su un semplice e minuscolo fossile. Ma, grazie agli enormi progressi nelle capacità di rivelazione del DNA, qui racconta come altri “denisoviani” siano stati ben identificati e descritti, e il fatto che ormai si potrebbero identificare in quanto tali tra una grande quantità di fossili asiatici.

I due volumi di novelle di Concetta Condemi dedicati alla Calabria

In pochi anni gli scienziati hanno stravolto la visione tradizionale della nostra evoluzione, rendendola molto meno lineare di quanto si credesse un tempo, tuttavia anche molto più affascinante, realistica e sorprendente. Da questi denisoviani che prosperavano circa 100mila anni fa, avremmo ereditato alcune tracce genetiche presenti nella specie Homo sapiens fuoriuscita dall’Africa circa 70mila anni or sono; quel Continente nero, nei cui possedimenti mediterranei e francesi ha avuto i natali proprio la Condemi, degna rappresentante della specie…

Se Silvana è un po’ restia a discettare delle sue origini calabresi, complice anche la forma mentis di scienziata cresciuta intellettualmente nell’ambito cartesiano, è invece sua sorella Concetta ad espandersi senza remore nell’ambito della “materia” calabra. Cosa che ha ben fatto anche tramite due recenti e sorprendenti libri di novelle: “Sous le soleil de Calabre” (edito nel 2019) e “Mélodie calabraise” (nel 2022, sempre con l’editore parigino L’Harmattan”), in tutto una ventina di brevi racconti che Concetta ha scritto ispirandosi a vicende ascoltate dalla propria madre o trovate negli archivi.

Sono spaccati di vita calabrese con nomi e luoghi modificati, concepiti anche per far conoscere ai lettori francesi maniere di vivere e di pensare della popolazione locale, che sono state compresse nella forma di novella-romanzo come “Le Calabrois”, della scrittrice settecentesca Gomez, o come la raccolta “Fiabe e novelle calabresi” scritta in dialetto ad inizio Novecento dallo studioso di Palmi, Letterio Di Francia, ripubblicata nel 2020 dalle Edizioni Grifo.

Concetta Condemi a Radio Aligre, importante emittente
con programmi in lingua italiana a Parigi

Concetta Condemi si fregia di diversi titoli accademici parigini, oltre ad essere dottoressa in Storia contemporanea, e pure in Storia dell’arte ed in Archeologia preistorica. Dalla sua penna, nel 1992, era scaturito il libro “Les cafés-concerts: Histoire d’un divertissement, 1849-1914”: un saggio in cui la nativa di Condofuri, privata a causa dell’emigrazione dei suoi genitori, di quella socievolezza paesana della quale è difficile fare a meno, aveva descritto il fenomeno parigino della “socievolezza gioiosa” tipica della città e di molti dei suoi locali pubblici. Niente a che vedere, comunque, con il fenomeno storico della socievolezza calabrese e i banchetti comunitari chiamati “sissizi”, i cui principi di comunanza e solidarietà ancora oggi si riscontrano nei piccoli centri della regione, tra i quali Concetta – lo ha dichiarato convintamente – pensa di recarsi presto: “per sperimentare fisicamente e di persona la loro fondatezza”.

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