14 Lug Ebrei in Calabria, una storia plurisecolare
Presenti sin dal 1200, si sono insediati in gran parte della regione lasciando vive tracce culturali, con la prima stampa in ebraico del Commentario del Pentateuco fatta a Reggio Calabria nel 1475. A fine agosto, sulla Riviera dei cedri, l’arrivo dei rabbini per scegliere i frutti migliori
di Riccardo Guerrieri
L’estate avanza e due importanti eventi che riguardano la Calabria, e non solo, si fanno sempre più vicini: a fine agosto scenderanno sulla Riviera dei cedri i rabbini dal mondo intero per raccogliere i cedri, e a settembre ci sarà la Giornata europea della cultura ebraica, oggi di grande attualità, che potrà svolgersi in una Calabria in cui negli ultimi mesi molte cose sono successe.
Per cominciare, è da segnalare la pubblicazione dell’importante e voluminoso libro di Vincenzo Villella (GrafichEditore) che permette di riscoprire e ripercorrere la storia della Calabria ebraica. Un tema, questo, non ancora adeguatamente esplorato, malgrado risalga già al 1691 il primo, puntuale racconto, fatto da padre Giovanni Fiore, secondo cui gli Ebrei arrivarono qui intorno al 1200 ed abitarono a Corigliano, Cosenza, Belcastro, Taverna la Montana, Simmari (ant. di Simeri), Tropea, Crotone, Squillace, Reggio e, infine, Catanzaro. Altri studiosi hanno messo in evidenza questa presenza ebraica in Calabria: Oreste Dito, Nicola Ferorelli, Cesare Colafemmina e vari altri hanno contribuito alla conoscenza di una storia e di una cultura secolari, con cui si possono sconfiggere ignoranza e pregiudizi che ancora allignano, e oggi forse pure con particolare virulenza, in molti settori della nostra società.
E’ poi da ricordare che il grande rabbino di Francia, Haïm Korsia, durante una trasmissione del secondo canale della televisione francese, ha riconosciuto l’importanza della prima stampa in ebraico, a Reggio Calabria, nel 1475, del Commentario del Pentateuco, ad opera di Salomon ben Isaac di Troyes, chiamato comunemente Rashi, l’autore francese più pubblicato nel mondo.
Questo fatto ha generato reazioni nel mondo calabrese, poiché a Reggio Calabria esiste solo una copia di questo notevolissimo documento che rilancia la questione dell’importanza della presenza ebraica in regione. Dato che l’originale del commento si trova a Parma, la comunità ebraica chiede a gran voce che ritorni sullo Stretto, e di questo importante progetto culturale si discuterà certamente nel corso della prossima giornata europea della cultura ebraica.
Tra gli altri documenti recenti relativi alla storia degli ebrei di Calabria, oltre ai numerosi video presenti on line a cura del referente della Comunità ebraica di Napoli in Calabria, Roque Pugliese, è venuto ad affiancarsi il lavoro del regista Itzhak Eugenio De’ Giorgi che si è recentemente trasferito in Israele.
De’ Giorgi è venuto in Calabria per far conoscere ai francofoni la realtà della presenza ebraica locale. I francofoni nel mondo possono sapere del retaggio ebraico calabrese solo attraverso la guida di turismo culturale ebraico “jguideeurope.org” che dà anche spazio a presenze ebraiche non ortodosse, come la rabbina Aiello di Serrastretta, o il centro culturale di Monasterace “Agafray”, creato in memoria di Agazio Fraietta, il primo a far conoscere su Internet questa parte di storia.
De’ Giorgi, attore e regista, bergamasco di nascita, nel video “En route vers le Judaïsme d’Italie”, ha intervistato e filmato cultori della storia calabrese e vari luoghi della regione, partendo da Reggio e proseguendo a Leucopetra, Sinopoli, Arena, Soriano, Nicotera, San Nicola dell’Alto, Vibo Valentia, Tarsia e nel campo d’internamento di ebrei stranieri di Ferramonti (Cs), per finire con la Riviera dei cedri dove saranno accolti a breve i rabbini e dove Cooperativa del cedro di Calabria e Consorzio del cedro sono particolarmente attivi nel far conoscere questa realtà economica ed agricola importante per la regione, ed i cui sforzi sono ben presentati nel Museo del Cedro di Santa Maria del Cedro.
Ad agosto, dunque, come ricorda lo storico lametino Vincenzo Villella, i rabbini verranno in Calabria, come al solito, a scegliere e a raccogliere con le loro stesse mani i frutti più belli, lisci e verdi, senza nessuna macchia. Prima della raccolta, recitano le preghiere, poi avvolgono le mani con grossi batuffoli di canapa bianca, distaccano il frutto dall’albero e lo coprono della stessa canapa pronunziando formule rituali, infine li ripongono in apposite cassette di legno che vengono spedite via aerea nelle varie comunità ebraiche nel mondo.
Riproduzione riservata – Foto Riccardo Guerrieri, Shalom.it