21 Mar Lo stoccafisso\baccalà: una pietanza calabrese, prima che veneziana…
Recenti studi hanno rivelato l’uso diffuso di questo prezioso alimento in terra bruzia e al Sud Italia, secoli prima che si diffondesse nell’area adriatico\veneziana. In ristampa il grande libro del prof. Otello Fabris sull’argomento, insignito alla Fiera di Cremona del nostro Premio “Meraviglia Italiana del Gusto 2018”
di Roberto Messina
E’ in uscita la ristampa del prezioso (e unico) libro del prof. Otello Fabris “I Misteri del ragno. Documenti e ipotesi sulla storia del baccalà”, insignito del nostro Premio “”Meraviglia italiana del Gusto 2018” alla Fiera di Cremona (nella foto, il prof. Fabris, ultimo a destra, riceve il Premio\Scultura di M’horò, raffigurante la bandiera italiana). Un testo fondamentale e straordinariamente approfondito, imprescindibile riferimento per la storia del prezioso merluzzo atlantico nelle sue peregrinazioni mondiali, europee soprattutto, italiane in particolare, e (una vera scoperta!) calabresi nel dettaglio…
Nuovi recenti studi hanno rivelato, infatti, l’uso diffuso di questo alimento in terra bruzia e al Sud Italia, già all’epoca di Federico II, dunque sette secoli prima che si diffondesse nell’area adriatico\veneziana (che ne vanta da tempo una sorta di “paternità”).
La “via italiana dello stoccafisso” sarebbe inequivocabilmente, e con estrema chiarezza, documentata dalla storia delle regioni del Sud: Campania, Calabria e Sicilia. Numerosi studiosi e molte testimonianze scientifiche, testimoniano infatti, e senza ombra di dubbio, l’uso del merluzzo nell’Italia Meridionale e in Calabria al tempo della conquista normanna e nell’epoca di Federico II.
Nell’era della I e II Crociata, le cronache raccontano di impressionanti quantità di merluzzo secco stipato nelle stive delle navi che dai porti dell’Italia Meridionale partivano verso la Terra Santa…
Soltanto nel XV secolo, cioè ben sette secoli dopo (!) dell’epopea vichingo-normanna del prezioso merluzzo, i mercanti veneziani divenuti padroni del commercio del Mediterraneo praticarono un’importante attività di commercio con spezie, sale, vini, stoffe ed anche con il merluzzo essiccato o salato, componente importante della fiorente attività commerciale.
Di questa importante scoperta, si è trattato ampiamente e dettagliatamente in un convegno presso “La Villa Academy” a Cittanova, con una conferenza storico-scientifica che ha appunto rivelato l’uso diffuso di questo prezioso alimento in Calabria secoli prima che si diffondesse nell’area adriatico\veneziana, spiegando poi lo stretto legame con la Dieta Mediterranea (dal 2010 dichiarata dall’Unesco Patrimonio Scientifico e Culturale dell’umanità). All’incontro, oltre lo stesso prof. Otello Fabris storico della Gastronomia del Medioevo e del Rinascimento, hanno relazionato il dott. prof. Saverio Montebianco Abenavoli Direttore emerito dell’U.O.C. di Epatologia del Policlinico Universitario di Germaneto, Catanzaro; il prof. Ludovico Montebianco Abenavoli Professore Associato in Gastroenterologia Università “Magna Graecia” di Catanzaro; e il dott. Rosario Previtera, agronomo, divulgatore, direttore di Nutraceutical Academy.
“Questo evento, il coinvolgimento e la partecipazione di tante organizzazioni accomunate dalla ‘passione’ storico-gastronomica per lo stoccafisso, alimento, va ricordato, ritenuto tra i più salubri e toccasana per chiunque, nonchè alimento ‘mediterraneo’ per eccellenza – fa notare a riguardo Nino Cannatà, regista e documentarista, curatore dell’incontro e protagonista del progetto della Via Italiana dello Stoccafisso – profilano il sicuro consolidamento di varie partnership/gemellaggi in grado di ampliare i flussi turistici provenienti da ogni regione d’Italia, determinando nuova attrattiva per il territorio calabro”.
All rights reserved (riproduzione vietata)