A Motta San Giovanni (Rc), torna il Raduno Archeogastronomico della Magna Grecia

Nella frazione Lazzaro, l’antica Leucopetra, promuove la riscoperta delle tradizioni greco-calabre e la valorizzazione delle eccellenze agroalimentari del territorio

La sala ristorante di AgriRiggio

L’azienda “AgriRiggio” da oltre vent’anni promuove la riscoperta delle tradizioni archeogastronomiche greco-calabre che affondano le radici nella cultura della Magna Grecia legata alle antiche città qui sorte a partire dall’VIII° sec. a.C. a seguito della colonizzazione ellenica nel Sud Italia. Pioniere in questo percorso di ricerca culturale, ma anche di valorizzazione di eccellenze agroalimentari del territorio, è stato Annunziato Riggio, padre di Francesco e Giuseppe Riggio, che oggi proseguono l’impegno nell’affascinante combinazione di cultura e gastronomia, da sempre fulcro delle attività sociali di AgriRiggio, azienda agricola e agrituristica a conduzione familiare.

Il loro è al tempo stesso uno sguardo amoroso verso la propria terra e un omaggio al padre Annunziato dal particolare dono di saper catalizzare l’attenzione dei suoi ospiti legando il cibo della Calabria grecanica (l’area del reggino tra mare e monti dove si parla ancora l’antico idioma greco) a storia, letteratura, poesia classica, archeologia, zoologia, antropologia e leggenda.

È proprio la voglia di tramandare la storia che ha portato la famiglia ad istituire il memorial “Annunziato Riggio” che ha dato origine al “Raduno Archeogastronomico della Magna Grecia”, con novità del 2023, cui partecipano con grande entusiasmo il Comune di Motta San Giovanni e Pace Edizioni, l’apertura anche alle scuole di ogni ordine e grado. “L’idea di organizzare questo evento – spiegano i fratelli Riggio – è nata dal desiderio e dalla necessità di voler diffondere e approfondire l’archeogastronomia della Magna Grecia, oggetto della grande passione di famiglia. Attraverso questa manifestazione si vuole dar vita ad un viaggio immaginario con tappe le cucine, i laboratori delle scuole, i piccoli e grandi musei, guidati e accompagnati da una guida speciale: ‘Capitan Odìsseo’. Con ciò, si punta alla diffusione di una forma di turismo esperienziale che comprende archeologia, enogastronomia, cultura alimentare e materiale, tradizioni folcloriche popolari. L’archeogastronomia è una nuova scienza che, partendo dal cibo e dai reperti archeologici, racconta abitudini e tradizioni. Grazie ai vari ritrovamenti archeologici di Leucopetra e dell’area Grecanica, tornano alla luce le abitudini culinarie e la vita antica del territorio”.

Panorama dell’Etna visto dal Castello di Motta San Giovanni
(foto Vincenzo Tuscano)

I reperti ai quali è possibile fare riferimento – spiega Francesco Riggio –  sono diversi, a cominciare da quelli custoditi all’interno del piccolo museo di Lazzaro, l’Antiquarium Leucopetra, dove tra il prezioso materiale figurano le statuette d’argilla con la dea Demetra, parte di una stipe votiva qui ritrovata lungo lo “Stretto della Ferrina” dove si pensa fosse stato eretto un temenos, ossia un recinto sacro per il culto a Demetra, nel quale i fedeli, dopo riti e sacrifici, lasciavano le loro offerte in segno di ringraziamento per la prosperità della terra. Ci sono poi i ritrovamenti (oggi custoditi presso il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria) che lo studioso Domenico Carbone Grio ha fatto sul Capo D’armi appartenenti ad una stipe votiva sacra al culto di Demetra o a quello della figlia Kore che attesta la presenza di un altro temenos dedicato al culto, che con molta probabilità fu attivo dall’età arcaica a tutta l’età ellenistico‐romana.”

Del materiale rinvenuto faceva anche parte una stele incisa con un’epigrafe databile al V sec. a.C. dedicata sempre alle due divinità femminili, nella quale si legge che Kleainetos, figlio di Nicomaco, donava loro la decima parte dei suoi prodotti. E poi, ancora, altre statuine fittili femminili con il braccio destro piegato a sorreggere un maialino e nel braccio sinistro una fiaccola, simili ai ritrovamenti fatti presso il santuario dedicato a Demetra e Persefone a Siracusa.

Un piatto di punta: capicollo
Azze Anca Grecanico
marinato al bergamotto

Il II° Raduno Archeogastronomico lancia un messaggio diretto a scuole, cuochi, ristoratori, massaie della Magna Grecia: li invita a preparare una video-ricetta o un fumetto ispirato al territorio e al suo legame con un reperto archeologico, cercando di “convincere” a visitare il luogo di riferimento.“L’Archeogastronomia della Magna Grecia bisogna farla vivere per essere ancora raccontata”: questo il messaggio di Annunziato Riggio, fondatore dell’AgriRiggio, portato avanti per anni, e che assieme agli studiosi dell’area grecanica e al compianto prof. Filippo Violi coniò il motto: “Se ti incuriosisco: mi riscopri (Antiquarium Leucopetra); Se mi parli, vivo (lingua greca di Calabria); Se mi degusti, ti soffermi (Capicollo Azze Anca Grecanico, Presidio Slow Food, Lestopitta, ecc.); Se mi porti con te (la Magna Grecia e il suo territorio continueranno a sopravvivere).”

Foto, gentile concessione Archivio AgriRiggio – Vincenzo Tuscano