Dolci di Calabria. il libro che ci voleva…

Da Rubbettino, un prezioso volume di Alessandra Uriselli per riscoprire e valorizzare una grande tradizione

di Raffaele D’Angelo

“Dolci di Calabria” è il primo, importante libro di Alessandra Uriselli, edito da Rubbettino. La pubblicazione di un nuovo testo, è sempre un fatto importante, anzi affascinante, specie se è come in questo caso sui “dolci” e pubblicato in concomitanza del Natale… E se poi aggiungiamo che parla di dolciumi di tradizione e di “ispirazione” calabrese, assume per me che ne scrivo, una valenza ancora più importante, e con queste righe vi spiego il perché.

Alessandra Uriselli impegnata in una
delle sue “dolci creazioni”

La cucina calabrese, non sembra aver occupato ruolo di rilievo nel panorama nazionale: raramente infatti è stata citata quando si è parlato di tavola, vini o prodotti tipici. Forse, su ciò ha influito la notevole distanza geografica dalle regioni che si sono rese protagoniste della rinascita dell’identità culinaria moderna, oppure l’assenza di cuochi calabresi, quando questa tradizione andava formandosi. Potrebbe aver avuto un impatto anche la mancanza di industrie alimentari di una certa rilevanza, o magari il fatto che la celebre opera di Pellegrino Artusi “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” non contiene nessuna ricetta calabrese.

Oggi i tempi stanno velocemente cambiando, anzi sono seriamente cambiati, con internet che da alcuni decenni ha favorito la circolazione di notizie e ha con ciò permesso anche alla cucina calabrese di farsi conoscere e presentare il proprio patrimonio gastronomico: liquirizia, bergamotto, cedro, fichi, salumi di maiale nero, la celebre Nduja, e non solo, oltre ad olio evo e soprattutto vini grazie a validi giovani vignaioli che hanno rivalorizzato antichi vitigni.

A tutto ciò, si aggiunge una nuova, creativa e volitiva generazione di cuochi, tra cui: Antonio Abbruzzino del ristorante “Alta Cucina Locale”; Gaetano e Pinuccio della celebre “locanda di Alia”; Enzo Barbieri di Altomonte; Salvatore Murano; Luigi Ammirati; Enzo Pettè a Milano; Enzo Cannatà a Cittanova; Giuseppe Quaranta de “La posta del poeta” a Terranuova Bracciolini, Arezzo; Pierluigi Vacca del “Piccolo Borgo”; Francesco Mazzei con tre ristoranti nel Regno Unito, solo per citarne alcuni.

Le tradizionali “Cuzzupe” pasquali
del catanzarese

Costoro hanno saputo rivalutare la cucina tradizionale e l’hanno resa celebre nei loro ristoranti. A loro si aggiungono le nuove generazioni, tra cui: Caterina Ceraudo del Ristorante “Dattilo” di Strongoli; Luca Abbruzzino di “Alta Cucina Locale” di Catanzaro; Antonio Biafora del “Biafora Restaurant” di San Giovanni in Fiore, Gennaro Di Pace; Emanuele Lecce de “La Tavernetta” di Camigliatello Silano; Nino Rossi di “Villa Rossi” di Santa Cristina d’Aspromonte; Emanuele Strigaro del “Novezerodue” di Crotone; Bruno Tassone del “San Domenico” di Pizzo.

Tutto ciò ha attirato anche l’attenzione di vari “blogger”, i quali armati di smartphone e della voglia di mettersi ai fornelli, sono diventati veri e propri influencer. E’ in questo filone di crescita e valorizzazione, che a mio avviso si inserisce il libro di Alessandra Urisellialla quale va dato il merito di accendere un’altra luce nella divulgazione della nostra. Tra le cuoche preferite di Alessandra, c’è Caterina Ceraudo. Il suo ristorante del cuore, è invece quell’angolo di paradiso e tempio del buon magiare che si trova a Soveria Mannelli, “La rosa nel bicchiere”, il cui nome proviene dalla raccolta di poesia del famoso poeta di Sambiase, Franco Costabile, autore di opere pervase di malinconia per la terra abbandonata e con la quale risulta impossibile rescindere il cordone ombelicale. Proprio come succede a tutti gli emigrati calabresi: come vivessero prigionieri in un gioco di specchi, protagonisti nel nuovo mondo, ma imprigionati nel vecchio, da cui non si riescono a liberare, staccare o emancipare.

“Le dita degli apostoli”, dolce tipico di Bagnara Calabra (Rc)

Le quaranta ricette della scrittrice di “Dolci di Calabria”, fanno parte di questo lungo “viaggio”, di questa scissione insanata e insanabile. Alessandra, classe 1983, catanzarese cresciuta a Magisano, a 18 anni dopo la scuola Magistrale fatta al “De Nobili” nel capoluogo calabro, segue la famiglia in Trentino Alto Adige, in provincia di Bolzano. Nel 2012 decide di aprire il blog di cucina “www.dolcementeinventando.com” curato giornalmente e meticolosamente, con sempre nuove proposte e “riscoperte”. Ed è in questo modo che riannoda e impasta i ricordi, facendo riaffiorare i piatti e i dolci preparati dalla nonna. Quelli della nonna in particolare, erano come dei pensieri affettuosi da regalare ai nipoti.

Oggi Alessandra ricambia, dedicando questo suo lavoro a nonna Assunta, per rispondere al suo affetto e perpetuarne il ricordo. Curiosa per natura, comunicativa, laureata in Lingue e letterature moderne, ha un debole, giustamente, per la cultura apolide, in particolare appunto la cultura gastronomica, e perciò il suo “sguardo” sulle delizie della tavola è largo e “global”, nonostante la passione sovrana, si è capito, resti la tradizione profonda della sua terra d’origine.  

La Calabria – si legge nell’introduzione al libro – “una terra incredibile, ricca di cultura, di storia, che profuma di bellezza e di gusto. Le sfumature di questa regione sono innumerevoli e questo testo nasce per far conoscere la sua tradizione dolciaria, da una parte un occhio attento alla tradizione, dall’altra una reinterpretazione di dolci misti realizzati con gli inconfondibili profumi e gli indimenticabili sapori calabresi.

Il “tartufo gelato” di Pizzo (Vv)

Protagonisti principali di queste ricette sono l’amore, il ricordo, il legame fortissimo alla propria terra, l’incredibile interazione e il contatto che il cibo, in questo caso specifico, i dolci, creano nel vissuto di ogni persona. E’ un libro che può permettere a chi è calabrese di rivivere alcuni momenti, a chi non lo è di approcciarsi in maniera semplice e con grande umiltà alla pasticceria di questa terra.

Accanto alla passione per la cucina e per i dolci, esiste una storia di vita, raccontata in maniera diretta, senza fronzoli e con il cuore aperto. Un piccolo paesino della Presila catanzarese da dove inizia tutto. La voglia di scrivere, il bisogno di comunicare con le altre persone e la passione per la condivisione, sono il Leitmotiv. Le feste e le ricorrenze, tema fondamentale e in stretto rapporto con i dolci tipici calabri, ci raccontano di una realtà che oggi appare lontana ma che, immergendosi nella lettura e nella realizzazione delle ricette, può tornare a farci sentire tutti più vicini”.

All rights reserved (riproduzione vietata) – Foto Alessandra Uriselli