21 Feb Chick Corea, musicista globale coN il cuore alle originI…
Aveva cercato di risalire alla sua discendenza da Albi, in provincia di Catanzaro, con un “back to the rooots” sentito e commosso, e pare anche in qualche ispirato al patrono San Nicola da Tolentino, asceta e taumaturgo che il Paese celebra il 10 settembre con la celebre “Ballata”, come racconta un suo parente, Lorenzo Corea
di Roberto Messina
Grazie all’amico grande fotografo Mario Greco, ecco da Albi (Cz) la foto della casa del nonno paterno di Armando Antonio (Chick) Corea (il pianista e compositore stella del jazz, tra i giganti del firmamento mondiale della musica afroamericana più interessante e colta) scomparso di recente a 79 anni e di cui abbiamo scritto nei scorsi giorni. la casa è nell’attuale via Dalmazia, una volta rione San Filippo.
La famiglia di Corea (è ora cosa nota a tutti) era originaria di Albi, in provincia di Catanzaro, dove una trentina di anni fa, l’artista aveva fatto ritorno (senza alcuna eco e quasi in anonimato, cercando i suoi avi, forse erroneamente, al cimitero di Catanzaro) per un sentito “back to the roots”, un ritorno alle radici quanto mai desiderato. Dopo il suo concerto a Roccelletta di Borgia, nel luglio del 2012, l’artista ha visto venirgli incontro uno dei suoi cugini “lontani”, Lorenzo Corea, assieme ad Antonio Filippo Corea e Salvatore Giglio (tutti appartenenti al “ceppo” albese di Corea) che lo hanno aiutato a fare luce sulla sua discendenza.
Ecco allora la modesta casa in cui abitava il nonno Antonio, prima della sua emigrazione a Boston, sul finire dell’Ottocento, dove nascerà il figlio (e papà di “Chick”) Armando senior, trombettista e direttore d’orchestra, che introdurrà Armando junior nel mondo dei suoni, sicuro del suo grande talento di enfant prodige che si esibisce al pianoforte in pubblico già a soli 4 anni. Proprio al nonno Antonio, pare che il grande jazzista debba il suo nomignolo “Chick”, da questi infatti attribuitogli alla nascita, impiegato come una sorta di refrain onomatopeico (“chick chick…”, “chick chik…”) per la ninna nanna serale.
Nelle altre foto scattate da Greco ad Albi, la facciata della Chiesa di San Nicola di Tolentino, il santo cui pare il musicista fosse diventato devoto, dopo averlo prontamente “riconosciuto” nella statuetta portatagli in dono dai cugini albesi nel citato episodio del “dietro le quinte” a Roccelletta di Borgia, al Festival “Armonie d’Arte”. Lorenzo Corea ci ha raccontato di questo straordinario incontro con Chick, e del primo programma già messo prontamente su e illustratogli, di attribuzione della cittadinanza onoraria e nuova visita in paese per il giorno della festa di San Nicola, 10 settembre, con la celebre “Ballata” del Santo in processione, e l’entusiasta adesione del musicista.
Un’iniziativa, purtroppo, destinata a saltare all’ultimo momento, per sopravenuti problemi di salute della moglie di Chick, e comunicata con sincero rammarico da questi a Lorenzo, con un’accorata lettera che conserva gelosamente. Quell’incontro è stato particolare ed emozionante anche per Lorenzo, che ricorda l’impressione di profonda umanità, di gentilezza e signorilità fattagli da Chick, col viso solcato da lacrime di commozione per questo suo riuscito salto indietro nel tempo e alle fonti dell’anima, ed evidentemente riconoscente per l’affetto ricevuto.
Calabrese del Massachusetts, di Chick Corea è stato scritto: “Era un marito, un padre e un nonno amato, ed era un mentore e un amico per molti” e “tramite il suo lavoro e i decenni trascorsi in tour per il mondo, ha toccato e ispirato la vita di milioni di persone”.
La sua è stata una carriera strepitosa, anche per le sue evidenti doti d’animo e di intelletto, oltre che per l’infinito talento e la ricerca consapevolmente spinta in ogni direzione: dal jazz standard al bebop e all’avanguardia, dal free alla fusion, dalla classica all’elettronica e acustica, dall’ensemble più frizzante al più raffinato solipsimo, sempre con un immenso amore per la musica vissuta e scavata in ogni sua più profonda e libera espressione. Di Corea era nota pure la sua contestuale dimensione riflessiva e filosofica, l’inclinazione alla beneficenza e alle tematica sociale con il personale sostegno assicurato a varie campagne e raccolta fondi.
In un’intervista a Jazz Night fece questa significativa dichiarazione, una sorta di esplicita e concreta fenomenologia della musica e dei suoi interpreti: “Abbiamo il compito di essere un antidoto alla guerra e a tutti i lati oscuri di quello che accade sulla Terra. Siamo coloro che devono ricordare alla gente la loro creatività”.
In Calabria e ad Albi dove c’è questa casa di famiglia e dove ci sono i suoi parenti e tanti altri Corea che parenti non sono ma portano il suo stesso cognome, c’è dunque qualcuno che ha spinto in passato, ed ora vuole farlo di più nel presente, per ricordarlo e celebrarlo degnamente, per come merita quale ennesimo “figlio illustre” della regione, di indiscutibile statura artistica, pensiero e animo.
E non lontano da Albi, a Cotronei, una vicenda incredibilmente analoga: le origini di un altro grande musicista (ma stavolta dell’hard rock e heavy metal): quello Steven Tyler (al secolo, Steven Tallarico) celeberrimo leader degli Aerosmith, gruppo anche questo nato a Boston (1970). Ritorno alle origini, dunque, anche per Tyler-Tallarico, con medesima entusiasta accoglienza parentale e di enti istituzionali, Comune in testa, pronti al primo omaggio, ed ora, pare, anche a fare le cose alla grande, con un apposito Museo tutto dedicato al musicista e alla sua celebre band, la cui costituzione è in itinere.
All rights reserved (Riproduzione vietata) – Foto Mario Greco e Archivio Corea