Sergio Cremona: un talento calabrese al Roland Garros di Parigi

Presidente di “Presénce italienne”, associazione dei grandi italiani nella capitale di Francia, è titolare di “Couverdure”, azienda specializzata in architetture tessili, grandi tensostrutture portanti per musei, stadi, porti. Due passioni inguaribili: lo sport e il mare di Calabria…

Con Alexandra Cardinale,
danseuse al Ballet de l’Opéra national de Paris

di Roberto Messina

Al prestigioso torneo di tennis Roland Garros, ha fatto gli onori di casa alla vincitrice e finalista Francesca Schiavone, e quest’anno ha proposto agli organizzatori, per l’inaugurazione del campo coperto Susanne Lenglen, un balletto classico che ha riscosso molto successo. Come sempre “di casa” e a perfetto agio sui campi di terra rossa ed i foyers decisamente glamour del grande evento, è un percorso particolarmente originale e creativo quello del calabro-parigino Sergio Cremona, nato ad Agnana Calabra (Rc), infanzia e adolescenza passate a Siderno Marina dove – così ricorda – “recuperavamo vecchi ombrelli e ne facevamo archi e frecce che utilizzavamo per pescare i ‘surici’. Una cosa rudimentale, ma divertente e anche poetica. Allo stesso tempo cominciavo a praticare calcio, tennis, tavola a vela”.

Una volta diplomato, via a Bologna per la facoltà di Lingue. Quindi, subito insegnante di francese nel liceo più esclusivo della città: il “San Luigi”. E poi?

I villaggi vacanza Club Méditerranée e Valtur, da animatore prima, e capo villaggio dopo. Fra i barman e gli animatori c’era anche un certo …Fiorello! Proprio lui, alle prime armi. Ho praticato il tennis lavorando nei resort del Messico, Réunion, Marocco, Mauritius. Un’esperienza che mi ha procurato importanti amicizie, come quella con il cantante Robert Charlebois e con il disegnatore Hugo Pratt. Non scherzo, ad un certo punto stavo per interpretare io il ruolo di ‘Corto Maltese’ nella versione cinematografica…”.

Con il giornalista Stefano Ziantoni
in sala stampa al Roland Garros

Ed in effetti la somiglianza, diciamolo, è notevole. Ma ha prontamente accantonato la “tentazione” del grande schermo lasciando invece maturare la Sua attività di costruttore di “architetture tessili” spettacolari quanto belle sul piano visuale. Com’è andata?

Sono arrivato a Parigi nel 1982. All’inizio vendevo semplicemente prodotti finiti, di un’impresa veneziana: gonfiabili per la copertura di campi da tennis. Nel 1984 ho fondato la società ‘Couverdure’, specializzata nell’architettura tessile: tensostrutture concepite con grandi architetti italiani, francesi e di diversi altri Paesi. Fino al 2000 aprivamo mediamente un cantiere al mese. Dal 2000 in poi, uno a settimana”.

Le cose realizzate di cui è particolarmente soddisfatto?

Dal mitico Fouquets sugli Champs Elysees,
con, tra gli altri, l’ambasciatore Giorgio Sfara
e la campionessa di tennis Virginia Ruzici

Una di alto valore simbolico, un vero onore: la copertura della Tribuna presidenziale nell’occasione della sfilata del 14 luglio, Presa della Bastiglia e Festa nazionale di Francia. Siamo stati contattati dai servizi tecnici del Ministro della Cultura, che all’epoca era il famoso Jack Lang, preoccupato di evitare inconvenienti in caso di pioggia. Questa commessa ci è stata puntualmente affidata oramai da oltre 15 anni consecutivi. Sotto quella tribuna, oltre vari Presidenti di Francia, si sono accomodati personaggi come Nelson Mandela, Hassan II, Menem. Altri cantieri di prestigio, il Royal Racing Club di Bruxelles, dove gioca a tennis la regina Paola Ruffo di Calabria; l’ingresso al tunnel della Manica; le 8 cupole di 2.600 metri per la città di Reims”.

Ci risultano altre pregevoli opere… come la stazione marittima di Marsiglia, la tribuna dello stadio di Clichy, il centro nautico “Atlantide” di Le-Mans. Tutti progetti nati a Parigi, ma continuando a servirsi di fabbriche italiane… di Busto Arsizio in particolare.

Per tante buone ragioni, tre principali: non rinunciare ad alcuna occasione per rivedere il mio Paese, che adoro, trasformando occasioni di lavoro in rapide escursioni in Italia e Calabria, per incontrare gli amici e riscoprire i sapori della cucina. Il mio background è italiano e continuo ad avere relazioni privilegiate con gli italiani sulla base di una profonda affinità nella maniera di pensare. E poi perché da noi esiste una tradizione di alto livello nel campo della costruzione di strutture leggere, con grandi specialisti. A riguardo, vorrei sottolineare la straordinaria adattabilità degli italiani, a seconda dei loro partners. Per un periodo, ho utilizzato produttori tedeschi. Grande precisione, certo… Ma appunto, scarsa adattabilità. Alla minima modifica del progetto iniziale, ci obbligavano a forti dilazioni nelle consegne. Una cosa frustrante e antieconomica”.

Sergio Cremona con Carmelo Lentino e Roberto Messina alla presentazione parigina del libro “Tokyo 2020,
l’Italia chiamò!”

Lei è a Parigi da una quarantina d’anni, e il legame con l’Italia è forte. È per questo che ha accettato la vicepresidenza dell’Associazione “Présence italienne en France” e poi quella di “Presenza italiana nel mondo”?

Sì. ‘Présence’ è un sodalizio prezioso, che può venire in aiuto ai compatrioti in difficoltà. Inoltre, ha per scopo riunire gli italiani che sono a Parigi e nel mondo per soggiorno professionali, e quelli come me, che si sono installati per un periodo durevole. Infine, quei francesi e italiani che amano ritrovarsi nei luoghi italiani di qualità. Organizziamo tornei sportivi, visite culturali, premi, cene con invitati d’onore fra i quali in passato il presidente Pertini, Romano Prodi, Silvio Berlusconi. Il primo della nuova serie di incontri è stato dedicato a Claudia Cardinale e poi al grande attore Michel Leb, che pochi sanno essere di origini italiane. Recentemente, dopo Francesca Schiavone, abbiamo premiato Mima Jausec, vincitrice di Roma e Virginia Ruzici vincitrice di Roland Garros”.

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Foto, Archivio personale Sergio Cremona