Maltonauta: un viaggio nella birra tra persone, luoghi e culture

Nei prodotti di altissima qualità dell’homebrever Salvatore Grosso Ciponte, a Rende (Cs) tutta la bontà, la varietà e la ricchezza della Calabria

di Anna Morabito

Salvatore Grosso Ciponte,
birraio, sommelier, degustatore e blogger

L’entusiasmo diffuso fra giovani e meno giovani nei confronti delle birre non è solo un fatto di moda o peggio passeggero. Al contrario. Da nord a sud, in Italia i birrifici si sono triplicati in meno di un decennio, soprattutto quelli piccoli che fanno della ricerca qualitativa la loro arma vincente. Questo settore che potremmo ben definire “in continuo fermento”, favorisce la nascita di nuove realtà che si aggiungono allo scenario già interessante delle birre artigianali, con il mondo della birra italiana che pur non avendo una grande tradizione consolidata, sta ottenendo numerosi successi e riconoscimenti anche all’estero. Ed è un mondo che vale la pena conoscere.

Il territorio calabrese, con la sua varietà di colori, paesaggi, alture e tradizioni, offre una altrettanto ricca ricerca enogastronomica che si sviluppa in aree in cui la natura incontaminata incontra l’ingegno dell’uomo. Ne scaturisce una complessità di sapori in cui si uniscono le tradizioni di montagna con la grande cucina del mare, con la sua storia di pesca e pescatori. Tradizione, innovazione e ricerca che ritroviamo nelle birre di Giuseppe Salvatore Grosso Ciponte – due nomi e due cognomi! – le “Maltonauta”.

La birra Bitta, segnalata tra le migliori d’Italia, è una Blonde Ale in stile americano, segnata come Birra Imperdibile nella Guida alle Birre d’Italia 2021 di Slow Food.

Maltonauta è una “beer firm” giovanissima, ovvero un’azienda priva di impianto di produzione, che si appoggia a birrifici locali per produrre le proprie birre. Il nostro navigatore del malto è un ingegnere informatico, amante della terra, appassionato di scienze, del contatto con la natura e della comprensione dei fenomeni correlati, convinto che la vita è chimica in azione. Nel 2017 prende vita ciò che dapprima era solo un sogno, ma sappiamo che Il mondo ha bisogno di sognatori, di naviganti, perché la forma più primitiva di viaggio è proprio quella mentale, che però prepara il terreno all’azione. In queste birre Giuseppe Salvatore, originario di Fuscaldo (Cs) e residente a Rende, in provincia di Cosenza, mescola le sue competenze chimiche – come si ottiene l’amilasi, come si comportano lieviti, zuccheri – ed il suo carattere di uomo del sud determinato ad ottenere un risultato eccellente. Gli studi di ingegneria non lo allontanano dai profumi della sua terra, anzi, lo stimolano in questa appassionante sfida con sé stesso, alla ricerca di nuove ricette da realizzare.

La birra Savuco termina la maturazione nelle botti
che hanno ospitato
le uve Magliocco

Nato come “Homebrewer”, Grosso Ciponte si è formato come sommelier e degustatore, scrive su testate regionali e gestisce un diario online molto interessante, il  dodimalto.it, che vi invito a visitare. Dietro il suo progetto non c’è un’operazione commerciale sic et simpliciter, piuttosto la convinzione che condividere il proprio sapere con altri significhi opportunità di lavoro, ottenere una crescita personale, fare innovazione, imparare insieme ad altri appassionati del settore. Le Maltonauta sono tutte birre ben differenziate, sostenute dalla forte volontà di distinguersi da quelle industriali, ed ogni birra artigianale prodotta si lega ad una storia legata al territorio, rappresentata dal packaging che racconta la Calabria. E così assaggiamo Badia, una Belgian Ale, con un’etichetta su cui è riprodotta la facciata della Badia di Santa Maria di Valle Josaphat, piccolo ordine monastico-cavalleresco, sita in una frazione del comune di Paola, in cui il re Riccardo I Cuor di Leone sostò e pernottò.

Ad attirare la nostra attenzione è Birra Zibibbo, una Italian Grape Ale brassata fino al 40% di uva o mosto, la prima fatta con i grappoli appassiti di Zibibbo delle Cantine Dastoli di Filadelfia (VV), che utilizza un prodotto come l’uva zibibbo che sembrava destinata a scomparire, entrata invece a far parte dei Presidi Slow Food.

L’incontro fra birra e vino lo ritroviamo nella Savuco, altra Belgial Ale, che termina la sua maturazione nelle botti che hanno ospitato le uve Magliocco, tipiche del cosentino, che l’azienda agricola Serracavallo ben volentieri concede dopo la produzione del suo Vigna Savuco (dalla traduzione della parola sambuco, che è presente nei loro vigneti).

E ancora Bitta, una Blonde Ale in stile americano, che ha dato grandi soddisfazioni a Ciponte, ottenendo la segnalazione come Birra Imperdibile nella Guida alle Birre d’Italia 2021 di Slow Food.

Custodire la memoria, salvaguardare il paesaggio e la biodiversità, sono di fondamentale importanza per lo sviluppo di un territorio. Ma soprattutto lo è conoscere i protagonisti dei progetti e il valore della loro attività, come quello di Giuseppe Salvatore Grosso Ciponte che, viaggiando nel mondo del malto, dà voce ad una parte di sé che chiede di venire fuori, perché “non dimentichiamo che c’è solo una cosa peggiore del viaggiare, ed è il non viaggiare affatto” (Oscar Wilde).

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