Le incantevoli melodie gregoriane dei certosini di Serra San Bruno

In un davvero eccezionale e “storico” cd, l’emozionante canto di preghiera che viene dal profondo e dal silenzio e al profondo e al silenzio conduce…

di Roberto Messina

Il chiostro della Certosa di Serra San Bruno (Vv)

Ciò che si avverte subito, ascoltando il commovente canto dei monaci certosini eccezionalmente raccolto nel cd “Spes Mea” tornato a galla nel rimettere ordine alla libreria (e comunque ascoltabile sul sito della Certosa cliccando sul link: https://www.museocertosa.org/galleria/audio/1/1-galleria-audio/2-spes-mea/3-03-responsorium-locutus-est.html) è l’assoluta assenza di qualunque accompagnamento musicale. Come ha osservato papa Pio XI nella lettera apostolica “Umbratilem”, i certosini: “…si radunano a ore determinate in chiesa per cantare tutto l’intero Ufficio divino, senza il soccorso di alcuno strumento e secondo le antichissime melodie gregoriane dei loro codici.”

Queste loro melodie sono solo apparentemente semplici, modeste e senza pretese, ma già per questo sono perfettamente adatte ad esprimere i sentimenti più elevati dell’anima contemplativa. Man mano che l’uomo si avvicina a Dio, la sua vita interiore si fa più profonda e più semplice, perfino più silenziosa. Perciò, il canto del certosino viene dal silenzio ed al silenzio conduce. Chi vuole capirlo e viverlo, deve perciò intanto entrare nel silenzio del proprio cuore.

I monaci certosini in preghiera

Tutta la bellezza del canto gregoriano è niente senza la preghiera. Nasce nella preghiera. E’ al servizio della preghiera. Ed è esso stesso preghiera.

Il canto dei monaci è totalmente rivolto a Dio, alla sua gloria, alla lode della sua grazia, all’onore del suo nome. Ed è per questo, che non è eseguito solo con la voce, ma con tutto l’essere, con tutto il cuore, con tutta la vita fatta preghiera, canto e melodia per Dio.

I certosini non cantano per il pubblico, per l’effetto esteriore, per l’applauso, ma salmodiano “al cospetto della Santissima Trinità e degli Angeli”.

Gigi Giordano nel suo Studio di registrazione
a Catanzaro (1992)

Questo compact di canti gregoriani eseguiti dai monaci della Certosa di Serra San Bruno (Vv), registrato nel lontano 1997 all’interno della Certosa stessa da Gigi Giordano (catanzarese straordinario pioniere nel campo della discografia e della musica, poi trasferito a Verona dove non ha mai interrotto, anzi, decisamente perfezionato e potenziato l’attività di musicista e talent-scout) è un grande capolavoro musicalmente parlando, e lo è anche poeticamente quale strumento di elevazione spirituale che induce l’animo alla contemplazione della realtà eterna con l’armonia delle voci che acclama con giubilo Dio nostro padre.

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