La filosofia della musica di Pitagora, in Oman!

Nel Museo della musica della Royal Opera House, il gigantesco teatro-centro culturale di Muscat, un “passaggio” dedicato al filosofo di Samo, trapiantato a Crotone

Un momento della presentazione del libro “Il violino svelato” (Academ Editore)

Pitagora in Oman! Calabria Mundi racconta la Calabria e il suo mondo. E la Calabria che è nel mondo. Con sempre nuove “scoperte” in giro per il globo, e l’ultima, che viene dal recente viaggio in Oman per la presentazione del libro di Academ editore “Il violino svelato” con l’intervista a Stefano Trabucchi, presidente del Gruppo Liutai Confartigianato Cremona. Un appuntamento inserito tra gli eventi della Library della “Royal Opera House”, su invito di questa prestigiosa struttura che in pochi anni si è meritatamente portata a livelli mondiali per originalità e qualità dei cartelloni e delle produzioni musicali e operistiche in particolare.

A Muscat, accogliente, vastissima, e ricca capitale omanita, nella Royal Opera House, il gigantesco teatro-centro culturale-luxury mall inaugurato nel 2011 per volontà del Sultano Qābūs bin Saʿīd Āl Saʿīd, c’è un sorprendente Museo della musica, moderno e multimediale, dove si viene accolti in una serie di sale didattiche in cui si spiega l’origine “fisica”, tecnica e poi creativa e “filosofica” dell’arte musicale. Ed ecco la nuova meraviglia. Il primo cartello informativo all’ingresso della sala sulla storia della musica, parla delle “origini” dell’arte sonora, e racconta del “nostro” Pitagora, il filosofo di Samo, trapiantato a Crotone, taumaturgoastronomoscienziatopolitico, che dimorò a lungo in città, regalando al mondo una delle più importanti scuole di pensiero dell’umanità, e che prese da lui stesso il nome: la Scuola Pitagorica, appunto.

Davanti l’imponente Royal Opera House di Muscat

Tra le tante elaborazioni scientifiche, matematiche e astronomiche, di cui ha la paternità, c’è anche quella musicale, con la prima teorizzazione dell’armonia determinata dal rapporto tra i numeri e le note, da cui poi è derivata l’invenzione della scala musicale. Pitagora tradusse sperimentalmente (anticipando il “metodo” galileiano) questa sua strepitosa intuizione che lo fece universalmente indicare anche come “inventore” della musica, costruendo un monocordo con una semplice corda tesa fra due ponticelli, e ricavando l’”ottava” ponendo una stanghetta esattamente al centro della corda. Poi, ponendone un’altra a 2/3 della lunghezza, stabilì l’intervallo di 5ª. E poi a 3/4 trovò quello di 4ª. La distanza, in termini di altezza, fra la 4ª e la 5ª, la chiamò esattamente “tono”. La scala musicale basata su questi intervalli (che nel Medioevo era attribuita allo stesso Pitagora) ebbe poi una particolare importanza teorica, al di là della stessa pratica musicale: Platone, nel dialogo Timeo, la descrisse, infatti, come fondamento numerico dell’anima del mondo. Pitagora, Crotone, la Calabria, in Oman…

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