La Calabria invitata “speciale” al Festival del Cinema di Venezia

La prima di “Padrenostro”, il film di Claudio Noce prodotto da Pierfrancesco Favino, girato nella regione bruzia sullo sfondo dei suoi incantevoli scenari tra mare e monti. (Foto in alto, Giorgio Zucchiatti)

di Cesare Bisantis

Pierfrancesco Favino al red carpet (foto Andrea Avezzù)

Sera di venerdì 4 settembre, nell’elegante immensità della Sala Grande del Palazzo del Cinema, a Venezia, una parte della mia infanzia e delle mie radici è apparsa improvvisamente sul grande telo bianco. Inaspettatamente, tra star del cinema, politici, coppe di champagne e smoking, un pezzo di Calabria ha fatto da protagonista al Festival, con la proiezione del film Padrenostro del regista Claudio Noce, accompagnato dal produttore e attore protagonista Pierfrancesco Favino, che ha portato in concorso una storia che parla d’infanzia e degli “anni di piombo”, e che è profondamente legata alla sua, e alla nostra, terra d’origine (la pellicola ha giovato del contributo di Regione Calabria e Calabria Film Commission).

La storia. Il giovane Valerio, un bambino di 7 anni, scende con la propria famiglia in Calabria. E’ nato e vive da sempre a Roma, ma suo padre è calabrese, ed è proprio per il ritorno del genitore che l’intero nucleo migra verso un luogo più sicuro. Vicequestore nella capitale, il papà ha appena subito un pericoloso attentato da parte di terroristi. Dopo un lunga convalescenza, è tornato in forze, ma è intenzionato a proteggere la sua famiglia rifugiandosi dai parenti.

Una scena del film

Da qui, lunghe sequenze ambientate in un’estate che mi è subito sembrata più che familiare… Mattinate in spiaggia sotto il sole che crea una piacevole sensazione pungente sulla pelle, l’acqua cristallina che ristora dalla canicola, la sabbia soffice ma croccante dove i piedi affondano pigramente. E poi i pranzi in campagna, le gite in Sila, la pesca in barca, le passeggiate tra i monumentali alberi delle serre…

Tutto questo fa da sfondo alla storia, ma diventa anche prepotentemente protagonista quando, senza neanche accorgermene, torno bambino anch’io su quelle spiagge e sotto quel sole. E mi pare di sentire di nuovo sapori, odori e soprattutto sensazioni di allora, di riassaporare quei lunghi pranzi in cui la quantità e diversità di cibo in tavola è paragonabile solo al numero di zii e cugini che ti abbracciano affettuosamente e che ridono di gusto scherzando in dialetto. È il vernacolo, un altro degli elementi chiave che farebbero sentire qualsiasi calabrese fuorisede a casa propria, mentre guarda Padrenostro. Una lingua antica, simpatica, capace di esprimere concetti impossibili da rendere in italiano.

La locandina del film di prossima uscita nella sale cinematografiche italiane

Mi sono chiesto se Claudio Noce avesse sbirciato in qualche modo nella mia infanzia, per raccontare questo film… Con questa storia ambientata nel 1976 che potrebbe appartenere più a mio padre che a un millenial come me. Ma la verità è che racconta una realtà calabrese universale, che non ha età, che è ancestrale e invariabile. Qualcosa che può appartenere a mio nonno, come alle nuove generazioni che nasceranno adesso. Non si tratta di me, si tratta dell’identità calabrese che Noce ha saputo trasporre sul grande schermo, senza alcuna forzatura e con una spontaneità genuina.

La stessa barca che ha fatto conoscere il mare anche a mio padre, che ha poi deciso di mantenere la tradizione, un padre che agli occhi di un bambino appare forte e silenzioso mentre regge il grosso timone in legno, nella calma piatta della bonaccia quando ormai la barca è ancorata, le lenze da pesca tirate e dato il via alle lunghe attese in attesa dello strattone del prossimo surice

La scala emotiva sale fino a raggiungere la commozione, quando il giovane protagonista salpa con il padre a bordo di un gozzo sorrentino, un’imbarcazione in legno molto diffusa negli anni ‘70. L’identico gozzo sul quale sono cresciuto io, tra pesca ed esplorazione marina.Ed è dunque così, inaspettatamente, che tra le stelle del cinema mondiale, sul red carpet del 4 settembre 2020, la Mostra del Cinema di Venezia ha potuto fregiarsi di un invitato illustre e speciale: la Calabria.

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