GIUSEPPE MARIA GALLO, DA MELITO A GENOVA NEL NOME DI TIBERIO EVOLI

Incontro col noto avvocato penalista e apprezzato docente, nipote dell’illustre senatore della Repubblica, filantropo e benemerito fondatore dell’ospedale di Melito Porto Salvo (Rc), cui è stata recentemente intestata l’Associazione Calabresi in Liguria

di Rosi Fontana

Giuseppe Maria Gallo è il discendente di due importanti famiglie calabresi che hanno “creato” e compartecipato la storia della Regione e d’Italia. Lo abbiamo incontrato nella sua bella casa di Genova, dove vive con la moglie, Donna Lidia Burani, e dove ci ha accolto con la cortesia e l’eleganza di un gentiluomo d’altri tempi. Giurista e avvocato penalista dalla brillante carriera, è nato a Melito di Porto Salvo (Rc) nel 1965, nello stesso Ospedale fondato dal bisnonno, il senatore Tiberio Evoli. Una delle ragioni del nostro incontro è proprio approfondire la conoscenza del prof. Evoli a cui, di recente, è stata intestata la neonata e prestigiosa Associazione dei Calabresi in Liguria.

Tiberio Evoli (1872 – 1967) in una foto d’epoca

Tiberio Evoli – esordisce l’avvocato – il mio bisnonno, era intanto persona il cui rigore e i cui intenti sociali oltrepassavano ogni ideale politico. Per questa ragione era uomo del dialogo, del consenso. Molto rigoroso, disciplinato, conduceva una vita quasi monastica ed era conosciuto per il carattere schivo e riservato. Una figura alta e possente, che emanava autorevolezza e metteva soggezione. A quei tempi figure come quelle la mettevano comunque, la soggezione, per la loro posizione e responsabilità in seno alla società”.

Il nome di Tiberio Evoli ricorre nelle cronache regionali calabresi soprattutto per via dell’Ospedale da lui fondato nel 1909, che pur essendo intitolato a Garibaldi, viene sempre citato con il suo nome, in quanto fondatore e direttore sanitario a vita.

Evoli era deciso e risoluto – prosegue l’avvocato Gallo – ma nascondeva grandi sentimenti dietro a quella rigida cortina di autorevolezza. Il suo motto era lo stesso di Beethoven: “il cuore è la leva di tutto ciò che è grande”. Così, si scopre come la sua grande impresa, quella di costruire l’Ospedale di Melito, nasce dopo aver visto con i suoi occhi il disagio della popolazione ferita, traumatizzata e costretta a giacere all’aperto per giorni, dopo i due tremendi terremoti del 1907 e 1908. Per costruire l’Ospedale, Evoli poté contare sulle proprie forze e sui rapporti personali con eminenti figure nazionali ed internazionali che fecero arrivare a Melito imponenti fondi per la costruzione dell’ospedale il cui primo padiglione venne inaugurato nel gennaio 1909, in tempi rapidissimi”.

Tiberio Evoli fu uomo instancabile, profuse nel lavoro tutte le sue energie, ma non mancò nelle relazioni sociali, stringendo rapporti di amicizia con figure prestigiose come Leonida Rèpaci; Salvatore Quasimodo, che allora lavorava come semplice impiegato al catasto di Messina; Umberto Zanotti Bianco, primo Presidente di Italia Nostra; Gaetano Salvemini, padre della Questione meridionale; e Francesco Pentimalli, medico e politico. Evoli muore a novant’anni, nel 1967, dopo aver lasciato un’impronta significativa.

L’ospedale di Melito Porto Salvo (Rc)

E’ stato fortemente vocato al sociale – prosegue Gallo – la sua missione, la protezione delle fasce deboli, e in questa direzione ha orientato la sua vita. Oltre l’Ospedale, il mio bisnonno, ritenuto anche tra i padri della Ginecologia italiana, ha avuto tanti meriti, fra i quali la fondazione o l’istituzione di enti come l’Associazione nazionale dei medici condotti, la Casa del popolo a Melito per le organizzazioni operaie di Mutuo soccorso, la lotta socio-sanitaria contro la malaria, vero flagello della Calabria, il Comitato antimalarico calabrese e il sanatorio antimalarico per i malati cronici nel 1911. Fonda poi il Centro calabrese per la cura dei tumori che nel 1925 dota l’ospedale di un radium per la cura gratuita dei malati indigenti. I meriti di Evoli come uomo pubblico, furono riconosciuti dal Presidente Luigi Einaudi nel 1952 e dal Presidente Giuseppe Gronchi nel 1956. Scelse la Calabria, ma si spostò senza tentennamenti a Firenze, Milano, Lugano, Parigi. Alcune di queste mete furono delle “fughe” poiché Evoli, socialista convinto, fu fortemente inviso dal regime”.

Ma parliamo un momento invece di Giuseppe Maria Gallo, che ha scelto Genova per la sua carriera, e dove non a caso è stato insignito il 12 ottobre del 2017 del titolo di “Ambasciatore di Genova nel Mondo” dal Sindaco Marco Bucci. Nel 2014 con l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova ha organizzato la conferenza internazionale sulla Robotica a Città del Lussemburgo. Le sue giornate si dividono tra carriera accademica, pubblicazioni, studi scientifici e attività forense. Docente di Diritto penale, Procedura penale, Diritto penitenziario e Legislazione della privacy alla Scuola Nazionale della Polizia Penitenziaria e docente a contratto della Scuola di specializzazione delle Professioni legali dell’Università di Genova, ha organizzato ed è stato relatore in molti convegni.

L’avvocato Giuseppe Maria Gallo ospite di Giancarlo Magalli a “I Fatti Vostri”, Rai 2

In un profilo professionale così alto, è normale si intersechino anche varie passioni, a partire da quella per l’antiquariato, che condivide con la moglie, Lidia, impeccabile padrona di casa, i cui ricevimenti in occasione di eventi istituzionali in città, si fanno ricordare, e per la storia contemporanea, il Novecento in particolare, e comunque non a caso, visto che già in famiglia i personaggi di spicco non sono pochi e la memoria deve essere coltivata.

Carducci, Hugo, Grazia Deledda, Benedetto Croce, D’Annunzio, Fogazzaro, Felice Cavallotti, figure imponenti della letteratura del Novecento, sono stati fra gli amici e gli stimatori dell’altro mio bisnonno, Michele Calàuti, poeta romantico e scrittore. Tra le sue opere, il romanzo autobiografico ‘Ricordi di un dissepolto’, toccante racconto di un rientro all’alba del 28 dicembre 1908, quando il devastante terremoto e maremoto rase al suolo città e paesi nell’area dello Stretto di Messina: un’ecatombe che gettò nella tragedia e nel dolore un intero popolo, compresa la nostra famiglia. Matilde Serao, dopo aver letto il romanzo, scrisse a Michele Calàuti: ‘chi sa fare qualche cosa del suo dolore, quello solo merita di essere consolato’. Dal libro del bisnonno è stato realizzato uno straordinario film: ‘Quel che resta’ con Franco Nero, Giancarlo Giannini e Luca Lionello che interpreta Michele Calàuti, figura totalmente da riscoprire”.

Il terremoto del 1908 nella sua tragicità è stato anche un evento di forte aggregazione. Così come lo furono altri fatti storici purtroppo dimenticati, come la storia dei cinque Martiri di Gerace, fra cui Michele Belli, fortemente legato alla famiglia di Giuseppe Gallo e che ci consente di introdurre brevemente un’altra figura, Francesco Calàuti, il nonno: Senatore della Repubblica, Colonnello medico, tra i Fondatori il 18 gennaio 1919 della Democrazia Cristiana, Presidente del Circolo di San Pietro, organismo Vaticano del quale faceva parte insieme al Presidente Gronchi.

L’avv.ocato Giuseppe Maria Gallo
nel suo Studio di Genova

Tra le vicende che rendono, invece, la Calabria impopolare negli anni ’70, una fra tutte fu particolarmente insostenibile: l’agghiacciante attività dell’Anonima Sequestri, col papà dell’avvocato Gallo che fu rapito…

Il 14 giugno 1987 mio padre fu sequestrato e tenuto in prigionia per cinque mesi e tre giorni dai rapitori. Fu pagato un riscatto di oltre 500 milioni di lire. Fu rilasciato il 20 di novembre, dopo che per consegnare il riscatto anche mia madre rischiò la vita. Questa vicenda ha segnato particolarmente il mio percorso e forse, più di ogni altra cosa, mi ha dato impulso ad occuparmi di legge, quasi a voler colmare ogni giorno l’ingiustizia più grave: la privazione della libertà e l’allontanamento dalla famiglia di un innocente”.

Esempi di uomini e di donne molto forti, determinati. Figure la cui morale è di grande esempio. Anche per questo, e per le sue innate capacità, l’avv. Giuseppe Gallo è diventato un penalista di grido, uno di quelli che definiamo “Principi del Foro”. Protagonista di importanti processi in difesa di privati, enti pubblici, banche e multinazionali. Esperto di reati colposi dell’impresa, del campo medico e contro la Pubblica Amministrazione. Ha svolto il proprio mandato nel processo del G8 di Genova e in processi penali di criminalità organizzata e relativi a personaggi dello spettacolo, nonché in arbitrati nazionali della Giustizia sportiva.

Molto convinto, inoltre, l’impegno sociale, con un particolare affetto per il suo club service, il Rotary “Genova Est”. Insomma, una prestigiosa e complessa attività, la sua, come abbiamo visto, fondata su solide radici culturali e storiche

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