Diego Tajani, per un cambiamento atteso un secolo

A cura di Maurizio Mesoraca, l’importante libro (Rubbettino editore) dedicato allo storico parlamentare, senatore e guardasigilli con Depretis, originario di Cutro (Cz)

Era il 1875 quando per la prima volta un parlamentare della giovane Repubblica Italiana si alzava in piedi alla Camera dei deputati, per parlare senza mezzi termini di mafia. Fatto senza precedenti. Quel deputato era Diego Tajani, nato a Cutro (Kr) l’8 giugno 1827, da Teresa Fattizza, anch’essa di Cutro. e Giuseppe Maria Tajani, discendente da una famiglia benestante di Vietri sul Mare (Sa).

Ad un esame più attento della vita, del pensiero e del complesso delle sue attività, si scopre, poi, che trattare di Tajani vuol comunque discutere dei nodi più importanti di ieri e di oggi, poiché nella sua lunga e interessante vita ha affrontato da protagonista alcune delle questioni più spinose dell’Italia postunitaria che rimangono ancora insolute, soprattutto nel rapporto Stato-Chiesa, nella questione della laicità dello Stato, nei problemi del Mezzogiorno, nell’ordinamento della Giustizia e naturalmente nella stessa questione della mafia in bella evidenza nel discorso pronunciato l’11 e il 12 giugno del 1875.

Alla figura di Diego Tajani è dedicato l’importante libro di Maurizio Mesoraca “Diego Tajani, un cambiamento atteso un secolo e i nodi irrisolti dell’Italia” (con il contributo di Isaia Sales, tra i maggiori esperti dei problemi delle mafie e del Mezzogiorno, e di Nando Rinaldi, direttore di Istoreco di Reggio Emilia) uscito per l’editore Rubbettino, e presentato di recente a Reggio Emilia, che costituisce solo l’ultimo dei suoi preziosi impegni nel ricordare e valorizzare questa grande personalità, dopo essersi fatto promotore nel 1991 dell’Associazione omonima “Diego Tajani”, nel 2020 del “Centro Studi e Ricerche Diego Tajani” con sedi a Cutro, Vietri sul Mare e Reggio Emilia, quindi del “Premio Nazionale Diego Tajani”.

Basterebbe già questo solo, ma rilevante e significativo discorso, il primo del genere fatto da Tajani in qualità di procuratore di Palermo, con la messa sotto accusa dell’allora Questore del capoluogo siciliano Giuseppe Albanese, a farlo emergere tra le figure illustri della politica nazionale. Ma in effetti fu molto altro e molto di più: avvocato di rango, magistrato scrupoloso e integerrimo, vicepresidente della Camera dei deputati dal 1876 al 1880 e dal 1881 al 1886, senatore per decreto di re Umberto I, ministro di Grazia e Giustizia con Depretis, patriota al servizio dell’Italia repubblicana.

Presidente dell’Università Popolare Mediterranea di Crotone (UPMED), Mesoraca è stato insegnante di inglese; Consigliere con il ruolo di capogruppo alla Provincia di Catanzaro dal 1985 al 1987; Senatore della Repubblica nella X e XI legislatura; nella X anche nel ruolo di segretario della Commissione pubblica Istruzione; e nella XI di segretario della Commissione Difesa. Dal 1988 al 1994 è stato membro del Consiglio d’Europa, vicepresidente della Delegazione italiana e Segretario della delegazione della sinistra europea.