Conoscere il vino. Alla scoperta delle eccellenze calabresi

Dal sommelier Carmine Sirufo, editrice MonteCovello, un libro “facile” ma importante per saperne di più e valorizzare il grande patrimonio regionale

Il prof. Carmine Sirufo

di Roberto Messina

“Conoscere il vino. Alla scoperta delle eccellenze calabresi” (Editrice MonteCovello), è il libro apparentemente semplice, manualistico, ma ugualmente importante di Carmine Sirufo, scritto per gli appassionati della cultura del vino, gli operatori del settore enogastronomico, i produttori, gli Enti pubblici preposti alla promozione del territorio, gli studenti e pure i docenti, in particolare di Istituti alberghieri e agrari. Soggetto della riflessione, il vino dalla produzione alla promozione, con lo stato dell’arte e le potenzialità della Calabria.

Il volume sintetizza l’enografia nazionale, le tipologie e la classificazione dei vini, le modalità di produzione, spiega le denominazioni di origine e come sono distribuite quelle attuali, per passare ad approfondire la storia del vino in Calabria e la sua enografia e mettere così in risalto le produzioni a denominazione. Infine, riporta l’elenco, con i relativi recapiti, di tutti i produttori della regione divisi per provincia. Una cosa molto utile..

Carmine Sirufo è appassionato e infaticabile docente di Enogastronomia/settore sala vendita, all’Istituto Alberghiero di Castrovillari (Cs) dove si è anche formato. Nato a Papasidero (Cs) nel 1967, ha frequentato inoltre l’Istituto Alberghiero di Praia a Mare, e poi vari corsi per sommelier A.I.S. e barman A.I.B.E.S.

Ha lavorato in tutt’Italia presso tante importanti strutture turistiche, facendosi le ossa come barman, maitre e sommelier. Ha insegnato negli Istituti alberghieri “E. Zegna” di Trivero (Bi), “Colombatto” di Torino, Bagnoli (Na), Salerno, e dal 1999 all’Istituto “K. Wojtyla” di Castrovillari dove ha realizzato numerosi progetti e partecipato a vari Concorsi in ambito enogastronomico.

“Nel 1991 – ci racconta Sirufo – ho iniziato a frequentare il Corso di sommelier nella sede A.I.S. di Biella, e notato con sommo dispiacere che l’enologia calabrese era del tutto sconosciuta, ed esclusa dai programmi. Tornato dal Piemonte dopo qualche anno, arricchito dall’esperienza acquisita nell’ambito della valorizzazione e promozione dei prodotti vitivinicoli, ho dedicato il mio tempo e il mio ruolo di docente ed esperto di enogastronomia, a dare risalto ai prodotti della mia terra, mosso dalla volontà e dalla necessità di valorizzarli al meglio. Negli anni ’80, per uniformarsi alle tendenze dettate dal mercato internazionale, i produttori calabresi hanno estirpato i vitigni autoctoni, per impiantare quelli più richiesti in quel periodo. La tendenza poi si è giustamente ribaltata: creare un prodotto unico e particolare, non standardizzato, ma che rispondesse a criteri di particolarità, cultura storica del territorio e tipicità, offrendo al mercato un prodotto rappresentativo e specchio dell’origine del territorio”.

Com’è cambiata entrando nel dettaglio il panorama vitivinicolo?

“Negli ultimi vent’anni, e soprattutto durante gli ultimi dieci, la produzione di vini calabresi ha finalmente compiuto grandi avanti grazie anche alla nascita di numerose nuove aziende vinicole guidate da giovani che hanno deciso di dedicarsi al settore, ed alle Istituzioni che hanno investito nella commercializzazione e finanziato progetti per incrementare, migliorare e valorizzare la produzione del vino di qualità. Nonostante ciò, rimane tuttora scarsa la conoscenza dei vini presso gli stessi calabresi e gli addetti ai lavori del settore alberghiero e ristorativo, che dovrebbero invece apprezzarli, capirli e proporli automaticamente e massicciamente al pubblico nelle loro straordinarie qualità. Manca, inoltre, un prodotto che abbia ottenuto la DOCG e che possa fare da traino. In questo libro sintetizzo l’enografia nazionale e regionale affrontando anche, pur sempre in modo sintetico, l’importanza essenziale e ineludibile del marketing”.

Che conclusioni possiamo trarre?

“Seppure negli ultimi anni i vini calabresi abbiano ottenuto ottimi risultati, ritengo che persistono alcune criticità che vanno decisamente affrontate e risolte. In primo luogo, è necessario considerare che la Calabria, dal punto di vista enologico, è ricca di prodotti autoctoni e di nicchia: perciò bisognerebbe investire su un brand enologico calabrese identificativo, fortemente ancorato ai valori tradizionali e culturali locali. In secondo luogo, attraverso la formazione, si dovrebbero rafforzare conoscenza e professionalità degli addetti ai lavori, di tutti e nelle più larghe direzioni, iniziando da quelli della ristorazione, per arrivare a promoters e players della distribuzione nazionale e internazionale. Infine, per aumentare la conoscenza e incentivare il consumo locale, sarebbe necessario, usando tutte le strategie, pubblicizzare e proporre ai calabresi i vini della nostra regione, esaltandone storia, caratteristiche e qualità. Poi, sarebbe opportuno che i nostri ristoratori, nel proporre i vini in abbinamento alle pietanze, dessero priorità a quelli locali: solo così sarà possibile diffondere la cultura del bere vino calabrese, tenendo presente che ormai non ha niente da invidiare a quelli nazionali più celebrati e conosciuti”.

Tornando al libro, Carmine Sirufo, per passione e professione, ci offre una preziosa e dettagliata mappa in grado di aiutare anche il neofita a scoprire questi tesori. Fresco di stampa e disponibile in formato cartaceo o in ebook, ben sintetizza in 140 pagine il complesso e variegato argomento, lanciando una chiara e urgente “chiamata alle armi” a chi di competenza, in grado di rispondere con forza e determinazione alle evidenti e accennate necessità.

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