sentimento, stupore (e magia della Calabria) nell’entusiasmante esordio poetico di Riccardo TrichilO

L’antologia dell’ingegnere-manager di Magneti-Marelli, Piaggio e Beretta, con famiglia originaria di Siderno (Rc), inaugura la Collana di pregiata fattura “In-Verso”, della casa editrice Academ

di Angelica Artemisia Pedatella

La bella copertina del libro di
Riccardo Trichilo edito da Academ,
inaugura la Collana di Poesia “In-Verso”

Si fa amare subito, istintivamente, questo libretto di davvero pregiata fattura, pubblicato dalla giovane, ma raffinata ed assai dinamica casa editrice Academ, dal colore antico di un azzurro d’altri tempi (per prenotare copie del libro, academgroup.it/libri/sorbeacerbe/). Apre la collana di poesia ben titolata “In-Verso”, pensata e diretta dal giornalista Roberto Messina, e andata in stampa con un doppio esordio: quello della stessa Collana, appunto; e quello del primo autore suo ospite, Riccardo Trichilo, che prima che poeta (e non a caso, come vedremo) è ingegnere. Davvero molto centrata e illuminante, poi, la prefazione di Marco Ferrazzoli, capo ufficio stampa del Cnr e docente all’università di Roma Tor Vergata.

La poesia, in generale, è come un luogo misterioso nella mente. Dove le immagini si riformulano. E da qui tornano a condizionare il mondo sentimentale e interiore di ognuno. Di chi scrive. E di chi legge. La potenza rivoluzionaria della poesia è, così, invisibile. Ed è per questo che ogni cambiamento che genera, resta a volte impalpabile.

Questa antologia poetica, incipit letterario di Trichilo, cerca allora in tale dimensione “oltre l’ombra della rupe” (come recitano i versi di “Eroi usati e persi”), la sfida da lanciare al quotidiano. Ed è fortemente intrisa di questo spirito magico. Il titolo stesso dell’opera invita a mischiare i sapori, dolce e amaro insieme: un amaro che conosce bene chi conserva nel cuore un’adolescenza che non passa mai; un amaro che è soltanto l’aspro di un frutto ancora immaturo. L’ombra della nostalgia, tipica di quella particolare fase della crescita umana, infatti, pervade le parole di liriche che raccontano il mistero del mare e la profondità del cielo, e le cui stelle forse spente da millenni permettono all’occhio di godere ancora del loro misterioso brillìo.

Polo Tecnologico CSMT di Brescia,
Trichilo ritratto davanti alla parete con le
parole-chiave del suo “pensiero sferico”

Chi scrive, è poeta nella misura in cui sa essere gabbiano. Un uccello che si posa sulle cose, per proseguire verso orizzonti sempre nuovi, come viene descritto altrove in altri versi che conservano il medesimo stile immediato e concreto di tutta l’opera. Questa sembrerebbe essere, dunque, la prospettiva di Trichilo, un ingegnere che scrive poesie: essere un gabbiano, immagine potente che si lega a sogni di secoli trascorsi.

L’autore proviene da un mondo di numeri e calcoli, di misura, rigore e precisione. Tra l’altro è stato manager in Magneti Marelli, Piaggio e Beretta, mentre ora guida la CSMT Gestione Scarl e il Polo Tecnologico di Brescia, un “incubatore diffuso delle idee”. L’ingegneria sembrerebbe un mondo avulso – secondo gli stereotipi – dalla poesia. Eppure, quest’opera ribalta l’etichetta. L’ombra del sottile ragionatore, si distende lungo tutto quanto, dando un impulso poetico particolare: è la capacità continua di scavare nel minuzioso, di cogliere e ripetere le sfumature, finché esse non svelino l’arcano. È, infine, l’unione dell’osservatore scientifico con l’uomo. Cuore e ragione, che si trovano unite in un’esposizione inedita del reale.

Roberto Messina e Riccardo Trichilo in una riunione di lavoro

L’attività professionale di Trichilo e la sua collaterale passione poetica – fa notare Ferrazzoli – a ben vedere convergono in una comune “visione”. Quella che l’autore ha tra l’altro lanciato nel corso “Manager per l’Eccellenza nell’Era 4.0” e con l’Innovative Contamination Hub. Una visione caratterizzata dall’integrazione tra industria e creatività, in cui le imprese si integrino nella società e nel paesaggio, costituiscano un habitat sicuro, performante e piacevole. Trichilo, nel suo lavoro, teorizza e persegue una convivenza tra cultura, società e impresa non di facciata, ma sostanziale, e  che definisce come “umanesimo industriale” e “pensiero sferico” di cui oggi c’è quanto mai bisogno e necessità.

Non ci sono comunque risposte, in questo volumetto bello, bellissimo, e delicato di Academ. In fondo, chi resta lì nel passato, ha la fortuna di non crescere mai. Gli echi di un Mediterraneo antico, si alternano ad immagini mitiche e quotidiane, per accentuare quella sensazione di mistero fitto, che resta di fronte agli occhi del lettore che quando si imbatte in alcune parole solitarie o assemblate in piccoli gruppi, può scoprire nella lingua un elemento di straordinarietà che rappresenta il mondo visionario di Trichilo. Particolarmente ispirate, sono le pagine dedicate alle immagini della Calabria che richiamano le origini del poeta-ingegnere. Egli, infatti, proviene dalla terra di Siderno (Rc), dove sono cresciuti suo padre Francesco e il nonno, il poeta Giomo Trichilo. È forse in questa memoria familiare, che si nascondono l’acerbo e la dolcezza, simbolo stesso di una regione che conserva eterno il suo carattere adolescente e ribelle.

Riccardo Trichilo nell’azienda “Beretta”

Lo stile di Riccardo Trichilo è asciutto, fatto di “cose”, immagini concrete che improvvisamente permettono alla mente intuitiva di trovare l’emozione giusta da vivere: così la rappresentazione bellissima di una freccia scoccata dall’arco, come la vita di un figlio che è già andato via e si è fatto grande prima che il cuore del padre l’abbia compreso. E non resta che lo stupore. Lo stupore, in fondo, è il sentimento che accompagna tutta la composizione di quest’opera preziosa, con la capacità di osservare all’improvviso la vita intorno come una grande metafora, una strada silenziosa verso una nuova struttura di significati che prima non s’era vista. Che forse il quotidiano impedisce del tutto di vedere. E che il sentimento, quando si fa poesia, immediatamente svela. Sono cinque sezioni, quelle che racchiudono le liriche di Trichilo. Cominciano con il mare, e finiscono con il sogno del volo. Un’immersione piacevole in una dimensione contemporanea della poesia che abbandonando toni altisonanti, si lascia andare alla semplicità di una quotidianità che non stanca mani, che rapisce e svela di continuo la sua bellezza.

(Per prenotare copie del libro academgroup.it/libri/sorbeacerbe/)

All rights reserved (Riproduzione riservata) – Foto R. Trichilo, R. Messina