Giuseppe Benassai: l’incanto della pittura su ceramica, alla Richard Ginori…

Originario di Reggio Calabria, paesaggista insigne, è stato dal 1873 al 1878 Direttore del reparto pittori della maiolica per la celebre fabbrica di Sesto Fiorentino, e poi fondatore e direttore della locale Scuola di disegno per le maestranze. Suoi, autentici capolavori

L’originaria sede della fabbrica di ceramica Richard & C.

Un importante calabrotoscano che Calabria Mundi si appresta a riscoprire… Giuseppe Benassai (Reggio C. 18351878), al tempo straordinario Direttore del reparto pittori della maiolica, per la celebre fabbrica “Richard Ginori” di Sesto Fiorentino, e fondatore e direttore della locale Scuola di disegno per le maestranze, a Doccia (dal 1873 al 1878).

Amico di Alfonso Frangipane, eccellente pittore di Catanzaro, si dedicò al disegno sin da giovane, pur se da principio avviato al mestiere di orafo per tradizioni familiari, per poi interessarsi  decisamente di pittura su tela e, a partire dal 1870, appunto di pittura su ceramica e di litografia.

Il suo primo vero maestro fu Ignazio Lavagna Fieschi, che da Reggio lo indirizzò prontamente a Napoli al suo stesso docente Salvatore Fergola, dove inizierà un’intensa attività artistica che lo innalzerà ai vertici del movimento pittorico italiano del primo Ottocento.

Lasciato il Regno delle due Sicilie si stabilisce a Roma, e dopo l’Unità d’Italia si trasferisce a Firenze, frequentando i circoli dei macchiaioli, e dove nel 1866 vince il primo Premio in un Concorso di pittura bandito dal governo, con il suo straordinario dipinto La quiete (oggi esposto alla Pinacoteca civica di Reggio Calabria).

GIuseppe Benassai, “la Quiete” , pittura a olio, 1868

Mandato dal governo italiano nel 1869 all’inaugurazione del Canale di Suez, dipinge durante il soggiorno un gran numero di soggetti orientali, esposti poi al Museo dell’Accademia di Firenze. Alla Ginori realizza varie pregevoli maioliche, oggi nel Museo Richard-Ginori della Manifattura di Doccia. Designato professore onorario all’Istituto di Belle Arti di Napoli nel 1877, è stato anche giornalista e scrittore collaborando con il quotidiano “La Nazione” di Firenze, in ciò avvantaggiato della solida amicizia con Pasquale Villari.

Nel 1871 si reca in Egitto e ne ricava altri soggetti (Veduta del canale di Suez, Tenda di beduini a Ismailia, Tramonti nel deserto, Le Piramidi). Le sue frequenti visite in Francia, lo avvicinano al paesaggista Corot e a Coubert, e agli omologhi olandesi, ma senza rinunciare minimamente alla propria solida e convinta “maniera”, che dà in effetti ai suoi quadri una rara preziosità ed un originalità di elevato e riconosciuto spessore.

Fra i più celebri lavori fatti a Doccia sotto la sua direzione, due vasi, che sono qui ancora conservati: uno decorato con L’incendio delle Pampas (raccolta Ginori); l’altro con Boscaglia e fauna  (raccolta Ginori Lisci), oltre a 4 coppe con Paesi rappresentanti le 4 parti del mondo, inviate alle esposizioni di Milano, Parigi, Vienna, Napoli e Torino.

Tornato a Reggio nel 1878, anno della sua scomparsa ad appena 45 anni, la sua opera è andata in parte dispersa. Qualche quadro decora le pareti del Municipio reggino, mentre il famoso Aspromonte si trova nella sala della Giunta della ex Amministrazione provinciale. Tutto qui. Poco, decisamente… per un grande maestro del suo calibro… A Reggio, sul Corso Garibaldi, nel palazzo Rognetta, una lapide rimasta intatta dopo il terremoto del 1908 lo ricorda ai posteri.