Andrea Pistilli, la chitarra che conquista

Una vita nella musica, il tour a fianco di Massimo Ranieri, la docenza di pop-rock al Conservatorio di Cosenza

di Denise Ubbriaco

Andrea Pistilli in scena con la sua chitarra
(foto Debora Tofanacchio)

Ci sono passioni che ti scorrono nelle vene sin dalla tenerissima età. Passioni travolgenti, smisurate, totalizzanti, che una volta sperimentate non riesci più a farne a meno. Non puoi sfuggire al richiamo. Devi coltivare il tuo talento, studiare senza sosta, lavorare sodo, fare sacrifici, rinunce, fallire, rialzarti, senza mai mollare. Devi inseguire i tuoi sogni. Incessantemente. Le occasioni capitano a chi sa aspettare, a chi ci crede veramente e trova in sé la forza di lottare. Ma come riconoscere una passione travolgente? Lo abbiamo chiesto al chitarrista Andrea Pistilli, musicista (tra gli altri) di Massimo Ranieri e docente di chitarra pop-rock al Conservatorio di Musica “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza, che per cominciare dice di portare con sé un ricordo molto nitido della sua infanzia: la prima volta che ascoltò il suono di una chitarra classica, ne rimase folgorato…

Quel suono arrivò immediatamente dritto al cuore. In quinta elementare, andava a scuola a piedi. Lungo il tragitto si fermava ad ascoltare le prove di una band, e quei musicisti si accorsero di un piccolo fan sull’uscio della loro cantina, così lo invitarono ad entrare. La loro amicizia e lo studio dei rudimenti della chitarra furono i semi da cui iniziò a crescere quel giovane talento, poi cercato e apprezzato in tutta la Penisola come partner di colonne portanti della musica italiana: Massimo Ranieri, come detto, e poi Gianni Morandi, Pino Daniele, Lucio Dalla, Renato Zero, Ennio Morricone, Ron, Claudio Baglioni, Michele Zarrillo, Luca Barbarossa, Fiorella Mannoia, Francesco De Gregori, Samuele Bersani, Nava, Tosca, Nicola Piovani e tanti altri.

Andrea, come ha avuto inizio il suo percorso formativo?

“A 14 anni, da quasi autodidatta, ho vinto il concorso di chitarra classica al Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma e ho studiato con il maestro Mario Gangi. Man mano, mi sono interessato ad altri generi musicali”.

Ha creato poi un gruppo.

“Esatto. Eravamo giovanissimi. Avremo avuto 18-20 anni. Ci chiamavamo ‘Clips’. Abbiamo aperto anche il tour di Nico, la cantante dei Velvet Underground. Poi il gruppo si è sciolto, perché ognuno ha preso la sua strada”.

In tournèe con Massimo Ranieri

Com’è evoluta la sua carriera? Primo tour importante?

“Quello di Luca Barbarossa, tra il 1989 e il ’90. Nella zona in cui abitavo c’era una band ‘progressive’ destinata a grande successo: il Banco del Mutuo Soccorso. Andai dal chitarrista per prendere un po’ di lezioni. Quando mi sentì suonare, mi disse: ‘E che lezioni ti devo dare? Sei tu a doverle dare a me!’ Ancora lo ricordo, il grande Rodolfo Maltese che ci ha lasciati. A lui proposero Barbarossa, ma era impegnato, così si fece il mio nome. Da lì, ho iniziato a farmi strada nell’ambiente. Poi in un locale ho conosciuto Antonio Coggio, ex produttore e autore di Baglioni e ho cominciato a lavorare con Mariella Nava e Tosca”.

Emergere come musicista, sempre difficile…

Pure se è bravo, deve comunque riuscire a farsi conoscere. Non è semplice raggiungere alti livelli. E una volta che ci sei riuscito, devi saperti districare tra diverse situazioni dato che si ha a che fare con una grande varietà di persone. Meglio, intanto, non essere aggressivi, in un mondo in cui l’aggressività pare abbia preso il sopravvento. Basti pensare alla ruvidezza e alla sfacciataggine di tanti commenti sui social”.

Uno tra i numerosi tour da ricordare?

«Nel 2000-2001 quello eccezionale con Pino Daniele, Francesco De Gregori, Fiorella Mannoia e Ron. Un’esperienza bellissima. Quattro artisti diversi, ciascuno con il suo entourage. De Gregori molto ironico. Fiorella spigliata, anche se in un momento non tanto felice della sua vita. Pino Daniele già non in perfetta salute. Ron il più attento alle questioni strettamente musicali”.

Tempo fa ha pubblicato sui social uno scatto insieme a Pino Daniele in un negozio di chitarre. C’è un particolare aneddoto legato a quell’occasione…

“Eravamo in tour. In un day-off, a Verona, ci siamo incontrati per caso in questo negozio. In attesa che il liutaio rimettesse a posto le nostre chitarre, abbiamo cominciato a suonare. Lì è nata una nuova versione del pezzo ‘Invece no’, un brano molto bello soprattutto a livello chitarristico”.

Ogni musicista crea un legame inscindibile con il suo strumento. È come se fosse l’estensione della sua personalità. Dico bene? Ora sfatiamo un mito: durante alcuni concerti è capitato di assistere a scene di distruzione di chitarre sul palcoscenico. Sono strumenti di poca rilevanza, per loro, vero?

“Assolutamente. Se un chitarrista spacca la chitarra, non è una chitarra che vale tanto, né una a cui è particolarmente affezionato. Nessun chitarrista distruggerebbe la ‘sua’ chitarra. Con gli strumenti si crea un legame affettivo. Ognuno rimanda ad un ricordo. Ho tante chitarre e non ho alcuna intenzione di rovinarle né di venderle’. 

Con Pino Daniele

Com’è nata la collaborazione con Massimo Ranieri?

“Nel 2014 mi hanno chiamato per la trasmissione ‘Sogno e son desto’. Siamo entrati subito in sintonia. Lui lavora moltissimo. Ora siamo in tour con il nuovo spettacolo ‘Tutti i sogni ancora in volo’ con il bel titolo estratto da ‘Perdere l’amore’. Abbiamo date fino al 2024. Tra novembre e dicembre abbiamo fatto le prove in un teatro vicino Roma, con l’innesto di nuovi elementi. Nel disco ci sono molte percussioni. Abbiamo chiamato il grande Arnaldo Vacca, che aveva già suonato anni fa con Massimo. Poi tre nuove coriste che, oltre a cantare, suonano: Cristiana Polegri (voce e sax), Valentina Pinto (voce e violino) e Giovanna Perna (voce e tastiere) allieva del Conservatorio ‘Giacomantonio’ di Cosenza, che ho portato con noi’.

Tra le novità di quest’anno, c’è anche una nuova trasmissione televisiva

Nei prossimi giorni inizieremo a registrare due puntate del nuovo programma che andrà in onda a giugno su Rai 1. Grandi successi e brani del nuovo album arrangiati da Gino Vannelli, e alcuni ospiti. Massimo sarà alla conduzione insieme a Rocío Muñoz Morales”.

L’idea di un tour tra Ranieri, Albano e Morandi?

“Sono molto amici. Specialmente Massimo e Albano. Da anni si parla di questo, sarebbe certo bellissimo, un grande tour. Chissà!

Non solo musicista, ma anche docente di chitarra pop-rock al Conservatorio “Giacomantonio” di Cosenza. Che tipo di insegnante è?

“Bisognerebbe chiederlo ai miei allievi. E comunque non so se sono io a dare di più a loro, o viceversa. Sicuramente c’è uno scambio. Ho fatto tante lezioni in licei qualificati e masterclass, il Conservatorio non l’avevo preso in considerazione. Lavorando tanto in tour non sentivo questa esigenza. Poi è nata l’occasione a Cosenza con l’istituzione della cattedra di chitarra. Stare in tour è stancante, anche se ne vale la pena. Comunque, mia sorella Elena vive a Cosenza, ho buoni motivi per venirci, al di là della mia professione”. 

All rights reserved (Riproduzione riservata) – Foto Debora Tofanaccio – Foto Archivio Andrea Pistilli