30 Ott L’incanto del disegno. A Locri (Rc) una mostra sui grandi della storia dell’arte
Nelle sale del Palazzo della Cultura, ottanta originali provenienti da collezioni private in un sorprendente allestimento curato da Giuseppe Giglio e realizzato dal Gal Terre Locridee
La mostra “L’ incanto del disegno” nelle sale del Palazzo della Cultura a Locri (Rc), apre fantasticamente le porte sulla genesi creativa dei grandi maestri dell’arte universale, con ottanta disegni originali provenienti da collezioni private che attraversano la storia dell’arte dal XVI secolo ai primi decenni del XX. L’evento realizzato grazie al Gal “Terre Locridee”, che ha dato corpo al progetto della Fototeca della Calabria e del curatore dell’esposizione, Giuseppe Giglio, offre l’occasione unica per vedere per la prima volta riuniti disegni che, come studio o idea, hanno tracciato il segno per opere immortali come quelle di Tintoretto, Rembrandt, Mattia Preti, Giordano, Solimena, Delacroix, Canova, Boccioni, De Chirico, Picasso e tanti altri qui presentati.
Aperta dai saluti del presidente del Gal Terre Locridee, Francesco Macrì, del direttore Guido Mignolli, e del curatore Giuseppe Giglio, l’inaugurazione ha registrato gli interventi altrettanto entusiasti del sindaco di Locri Giuseppe Fontana, dell’assessore regionale Giovanni Calabrese, del direttore generale del dipartimento Agricoltura della Regione Calabria Giacomo Giovinazzo, della direttrice del Parco archeologico nazionale di Locri Elena Trunfio, del professore Claudio Panzera dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, dell’architetto Domenico Schiava, e in collegamento da remoto, del direttore di Palazzo Reale e dei Musei scientifici di Milano, Domenico Piraina.
“Capolavori che provengono dal collezionismo privato, opere uniche di grandi artisti, per la prima volta riunite e messe in mostra qui, a Locri… Un risultato di cui voglio ringraziare il presidente Macrì e il direttore Mignolli, lungimiranti nell’accogliere la mia proposta… e con loro i miei stretti collaboratori, due maestri dell’allestimento, della cura della grafica e della fotografia: Guglielmo Sirianni e Antonio Renda, che hanno lavorato per un evento eccezionale, che è poi l’embrione di un progetto ancora più vasto, cui stiamo lavorando con rinnovato entusiasmo” – ha dichiarato Giglio.
Per il direttore Mignolli questa mostra in un certo senso è una sfida: “perché le logiche economiche direbbero che in un piccolo centro come il nostro sarebbe impossibile organizzare una manifestazione con queste grandi caratteristiche. Una sfida che riteniamo aver vinto grazie alla collaborazione attiva di varie componenti della società: dalla struttura del Gal, alle scuole che aiuteranno nell’accoglienza, alla compagnia assicurativa che ci ha sostenuto. S’inaugura un metodo di condivisione e partecipazione della comunità, che riteniamo, di fatto, la cosa più importante”.
Per il presidente Macrì, l’iniziativa va nello spirito giusto, quello di vedere il Gal: “non solo come un’agenzia per lo sviluppo produttivo del territorio, ma qualcosa di più: un ente promotore di crescita sociale e culturale. Questa è la direzione che indica anche la Regione Calabria per le azioni dei Gal nei prossimi anni, e noi ci sentiamo in linea con un percorso che, nel nostro comprensorio, avevamo già avviato candidando la Locride a Capitale della cultura”.
La mostra (visitabile dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 15.00 alle 18.00, e su richiesta anche in altri orari e nel fine settimana) intende documentare l’apparente, affascinante contrasto tra l’originaria destinazione privata del disegno, quasi “frammento” di un intimo dialogo con la committenza, e la straordinaria, immediata fortuna che essi incontrarono presso gli artisti e i collezionisti del tempo. Antichissimo linguaggio espressivo, il disegno costituisce quasi da sempre lo strumento di pittori, scultori e architetti per fissare le prime idee di un’opera nascente. Riveste un ruolo determinante nell’evoluzione creativa di un artista: scene in divenire lasciano spazio a interpretazioni molteplici della composizione; studi per ritratti dove il segno indaga i tratti fisionomici e i volti; studi anatomici funzionali alla resa realistica; il ruolo delle luci e delle ombre; lo studio di dettagli ed elementi che poi verranno trasposti sulla tela e ai quali il colore darà vita. Così il disegno si configura come imprescindibile strumento progettuale attraverso il quale può essere prefigurata l’opera finale prima della sua realizzazione.
Dallo schizzo veloce, quasi sempre a penna e inchiostro, gettato seguendo l’impulso impartito dall’immaginazione, al vero e proprio studio preparatorio che prefigura l’intero assetto compositivo o lo analizza nelle sue componenti e nei suoi particolari più minuti, con prove sulla proporzione o sull’incidenza della luce, il disegno può definirsi il passaggio tra ispirazione e primo pensiero.
L’opera su carta ha poi sempre una forte carica carismatica, perché racchiude in sé il germoglio dell’opera e l’impronta creativa nella sua immediata, istintiva espressione. D’altronde basti ricordare come Giorgio Vasari assegnasse il “primato al disegno”, indicandovi l’equivalente dell’Idea, e pensare a quanti disegni di artisti di secoli trascorsi non siano stati sempre preparatori a dipinti, sculture o architetture, ma svincolate meditazioni necessarie allo sviluppo di idee poi elaborate in altre forme.
Foto, Gentile concessione Giuseppe Giglio