
20 Nov l’architettura si fa poesia
Francesco Schiavello, originario di Soriano Calabro (Vv), grande creatività e una visione dello spazio e della socialità come unicum
di Teresa Benincasa

e conduttrice televisiva Alda D’Eusanio
e l’editore Riccardo Dell’Anna, per la consegna
del Premio Regula
Francesco Schiavello, grande creativo, architetto avveniristico, esperto di tecniche innovative il cui lavoro spazia dall’edilizia pubblica a quella residenziale, dagli interni al design e alle creazioni di gioielli, ha un unicum che parla la calabresità e la concretezza di chi è capace di trasformare un edificio dismesso o un materiale inerte in un’opera funzionale alle esigenze urbanistiche, con un’anima palpitante.
E’ la bellezza di chi il saper fare e trasformare lo ha appreso fin da bambino, con l’argilla in mano, nella sua famiglia di artigiani di Soriano Calabro. E’ la bellezza che si realizza nella coerenza di una visione mai uguale a se stessa, sempre declinata al senso dello spazio e del tempo in cui sono progettate e all’umanità che, attraverso la linea architettonica giusta, può riscoprire legami sociali e storici realizzando l’esigenza di abitare, nel pubblico come nel privato, forme sciolte da canoni razionali, talvolta rigidi, per fare spazio a ciò che caratterizza il fluire dei corpi fisici nel rapporto con la natura, madre di creatività e di armonia.
41 anni, Francesco Schiavello, è nel paese natio di Soriano Calabro, in provincia di Vibo Valentia (dove si trova il Museo del Terremoto, da lui progettato) ed è al mondo della Natura che ricava i concept creativi. Dai campionari della biologia terrestre e marina che fin da ragazzo aveva l’abitudine di selezionare durante le camminate sulla spiaggia e nei boschi della Calabria, attinge forme e proporzioni che danno corpo ad architetture originali e apprezzate in tutto il mondo, come il progetto “Portonave” realizzato nella città brasiliana di Navegantes: un edificio con una superficie articolata su 5600 mq., progettata con processi parametrici, che ha la sagoma di una candida nave pronta a prendere il largo con il suo rivestimento esterno a scaglie romboidali volutamente ispirate alla “texture” del cosiddetto pesce farfalla, appartenente alla famiglia “Chaetodontdae”.

di Navegantes in Brasile

Formazione al “Bauhaus” di Weimar con il programma di studi Erasmus, e poi a “La Villette” di Parigi, da Roma, a Shangai, a Bogotà, da Milano a Rio de Janeiro, fino a Sofia, le “creazioni” di Francesco Schiavello sono davvero preziose per la loro unicità. In Calabria ha progettato folgoranti spazi all’aperto nei centri di Soverato e Tropea vincendo con questi due progetti due premi internazionali “20+10+X World Architecture Community Award” nel 2012 e nel 2015. Nel 2018, con il progetto MuTerr – Museo del Terremoto di Soriano Calabro, ha ricevuto a Roma il “Premio Regula” per l’architettura antisismica e post sisma; nello stesso anno ha vinto un premio internazionale alla XV Triennale Mondiale di architettura “Interarch 2018” che si è svolto a Sofia in Bulgaria, con il progetto del ponte pedonale “Lávka Holešovice Karlín” di Praga (Repubblica Ceca), premi che si aggiungono a molti altri ma che non gratificano la vera aspirazione dell’esperto architetto che dice: “Partecipare ai concorsi è sempre una sfida per elevare ed accrescere la creatività… vincere un premio è comunque un prestigio significativo. Ma è vedere realizzare l’opera che si è progettato l’ambizione più grande!”

Schiavello ha studiato a Roma, trovando sbocco nei più grandi studi di progettazione come quello dell’architetto Massimiliano Fuksas, ed è nella città eterna che undici anni fa ha fondato la S.A.O., studio di architettura a misura di talenti come il suo.
Forgiato da studi universitari e una costante attività di ricerca favorita da una naturale inclinazione ai linguaggi e tecniche sempre nuove dell’architettura, Schiavello ha il suo caposaldo nell’immenso patrimonio concettuale che riceve dalla sua Calabria e, per questo, si ritiene fortunato.
Tanto più, che oltre alla spinta creativa, a Soriano ha potuto sperimentare fin da piccolo, nel laboratorio di famiglia, la manualità artigiana che conferisce ai suoi progetti il carattere più originale. Così le sue creazioni in oro, argento e bronzo, ricavate dallo stampo in cera delle fibre naturali del fico d’india, alveari elaborati con tecniche innovative che richiedono una maestria artigiana; gioielli unici, disegnati e stampati in 3d e fusi in oro, argento e bronzo.

dei gioielli di Schiavello

Il sito web della SAO (Schiavello Architects Office) riporta tutti i suoi lavori e nella bottega in via Giulia si possono acquistare le creazioni a cui si dedica come hobby. Entrando nel suo sito e nel suo laboratorio di architettura a Roma, si comprende e si respira in ogni dettaglio, la differenza tra una semplice architettura e la genialità creativa che prende corpo nelle progettazioni.
Nella sua stanza laboratorio a Soriano, dove ritorna spesso, e nella sede dello studio in Trastevere, a Roma, dove più abitualmente lavora, il fascino di questo lavoro è avvolgente. L’architettura si avvale di strumenti estremamente tecnologici, ma ha un’anima immateriale e palpabile tra fogli, cartoni e svariate fibre che fanno da cartamodello, come una sartoria con materiali poetici, ossi di seppia rilasciati dal mare sulla sabbia che vanno a finire in opere compiute, progettate su fogli immensi, precisi, elaborate al computer su scala e riprodotte con macchine tecnologicamente avanzate a controllo numerico…

Con l’arte di Schiavello scopri che l’architettura, la poesia, l’ispirazione hanno bisogno di numeri per definire i contorni tra sogno e realtà, immaginazione e concretizzazione. Il metodo, la dedizione e la passione valorizzano gli aspetti più positivi di una terra capace, tra mito, storia e natura, di offrire grande ispirazione.
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