Pasquale Criscuolo: una Pubblica Amministrazione competitiva, obiettivo imprescindibile per il nostro Paese

Intervista con l’avvocato crotonese, già Segretario Generale e Direttore Generale di varie città del Nord Italia, tra cui Monza e Genova, e fresco di nomina, a Parma

L’avv. Pasquale Criscuolo

Classe 1967, Pasquale Criscuolo ha già alle spalle un percorso professionale non comune. Crotonese di nascita , dopo aver collaborato per qualche anno con un noto studio legale milanese, inizia nel 1996 la sua carriera di Segretario Generale nella vasta provincia di Brescia: Segrate, Cologno Monzese, Cremona, Monza sono le città in cui si avvicenda successivamente, affrontando e risolvendo di buona lena, ogni volta, le problematiche differenti che gli si sono presentate, per poi approdare a Genova, sesta città d’Italia, con i suoi  600.000 residenti e con una megastruttura comunale da “brivido”: oltre 5.000 dipendenti e più di 70 dirigenti, una grande “macchina” amministrativa nella quale Criscuolo ha dato fondo alla propria preparazione ed esperienza, esprimemdo il meglio di sé.

Nella città cosiddetta “Superba”, sotto la luce della Lanterna che ha dato i natali a celeberrimi come Colombo, Paganini e Mameli, Criscuolo ricopre per tre anni al contempo i due ruoli parimenti importanti di Segretario Generale e di Direttore Generale, e vi arriva in un difficile momento storico della città, profondamente e tristemente segnata dalle alluvioni e dalla tragedia del crollo del Ponte Morandi, ma nello stesso tempo coesa e determinata a superare le difficoltà con un deciso percorso di rilancio socioeconomico dell’intero territorio.

La costruzione del nuovo Ponte, oggi denominato “San Giorgio”, in poco più di un anno, opera straordinariamente complessa per dimensioni e caratteristiche, diventa un caso di studio a livello internazionale dal lato architettonico certo, ma soprattutto, e non da meno, come “best practice“ di azione amministrativa virtuosa, considerati i tempi record in cui è stata realizzata, e in un Paese che da tempo non brilla di record positivi, ma tutt’altro, nel campo martoriato e scivoloso delle opere pubbliche.

La “buona pratica” del Ponte, è stata resa possibile grazie a tecniche di azione amministrativa innovative, di reingegnerizzazione di processi e di utilizzo di strumenti di project management, che poi è stata mutuata in tutta l’attività amministrativa del Comune genovese, fino a farlo diventare un modello evocato in tutt’Italia, e finanche dal Presidente Draghi che in occasione della sua visita istituzionale della scorsa primavera ha precisamente e ripetutamente riconosciuto il “modello Genova“. Di tale “vanto”, l’avv. Pasquale Criscuolo è stato non solo testimone e diremmo “concausa” diretta, ma anche divulgatore quale apprezzato relatore docente in diversi master organizzati dalla Sda Bocconi di Milano.

Va ricordato che il Comune di Genova negli ultimi anni è riuscito ad intercettare quasi 2 miliardi di euro di finanziamenti, grazie ad una straordinaria capacità progettuale e a modelli organizzativi e operativi di altissimo livello, che hanno consentito a Criscuolo di vivere un’esperienza di primissimo piano con piene soddisfazioni professionali e giusta visibilità per la qualità del lavoro svolto.

Abbiamo recentemente incontrato Pasquale Criscuolo a Cremona, ove risiede da qualche anno, la città della liuteria storica, di Stradivari, Amati, Guarneri del Gesù, ma anche di Mina, Tognazzi e del torrone. Una città a dimensione umana, in cui Criscuolo dice di trovarsi molto bene, ma l’affetto per la sua Calabria rimane sempre molto forte. Questione di “anima”. Ma non solo.

L’avv. Criscuolo in uno dei suoi interventi da docente ai Master della Bocconi

Dopo tre anni di Genova, ecco la nuova scelta di dirigere il Comune di Parma, 200.000 abitanti, città d’arte, cultura, musica (dove il grande Paganini ha trovato sepoltura) e un bel “polmone” industriale in particolare agroalimentare. Un’altra esperienza in un territorio di grandi eccellenze pubbliche e private, City UNESCO of Gastronomy, sede dell’Autorità Europea per la sicurezza alimentare; un’area che rappresenta l’Italia produttiva appunto nell’agroalimentare, nella farmaceutica e nell’industria dei motori, in tutto il mondo.

Avvocato, cominciamo da questo. Come procede questa sua nuova esperienza parmense e questa sua nuova avventura professionale?

Magnificamente, direi, e in una città ricca di storia e di eccellenze imprenditoriali, sede di una delle più prestigiose Università italiane, dove Istituzioni pubbliche e privati sanno fare squadra per puntare a consolidare e accrescere sempre più l’attrattività e competitività economica del territorio”.

Parma è al centro di molteplici relazioni internazionali e promotrice nonché attuatrice di progettualità di ampio respiro. E’ stata poi scelta dalla Commissione Europea come una delle 100 città europee (tra cui 9 italiane) protagoniste del raggiungimento dell’obiettivo “climate neutrality e smart cities“.

Queste città avranno l’opportunità, anche grazie all’ottenimento di finanziamenti europei dedicati, di conseguire i grandi obiettivi della transizione ecologica, diventando hub di innovazione sostenibile nella trasformazione sistemica verso la neutralità climatica entro il 2030. La scelta delle 100 città è avvenuta sulla base delle caratteristiche e delle best practice dei rispettivi territori in ambito di raccolta differenziata, promozione della ciclabilità e dei sistemi di intermodalità, efficientamento energetico degli edifici pubblici, di politiche di rinnovo della flotta di trasporto pubblico locale, lo sviluppo di politiche smart e piattaforme in grado di consentire la gestione in tempo reale del Territorio. Penso che il raggiungimento di questi grandi obiettivi legati alla transizione ecologica, consentirà oltreché di migliorare sensibilmente la qualità della vita (Parma è da anni in cima alle classifiche nazionali relative alla qualità della vita), anche di muovere ingenti capitali pubblici e privati nel settore della green economy, rendendo il Territorio ancora più attrattivo e competitivo”.

In che modo ritiene che le capacità professionali dei singoli possano fare da supporto al giusto e corretto approccio di un amministratore pubblico moderno?

Gli Enti Territoriali e Locali dispongono di leve, strumenti e poteri di intervento molto significativi. Alla base di tutto, vi è la capacità di avere visione politica e amministrativa, che consenta di avviare programmi e progetti di sviluppo strutturale e intelligente di un territorio, che siano in grado di generare ricadute in termini economici, occupazionali, di sviluppo sostenibile, di realizzazione di infrastrutture funzionali ad un reale e concreto piano organico di rilancio di un’area geografica. Fondamentale è anche la capacità di interlocuzione con le Istituzioni e con il tessuto socioeconomico cittadino, quindi la capacità di fare rete precostituendo le condizioni necessarie per creare un sistema città in grado di proporsi come meritevole di ottenere finanziamenti pubblici e privati. La rincorsa ai finanziamenti non può e non deve essere parziale, su singolo progetto slegato da un’ottica d’insieme, ma frutto di una progettualità organica che abbia a monte una visione complessiva. Pubblico e privato, oggi più che mai, devono essere convinti dell’utilità e opportunità dell’investire in un territorio piuttosto che in un altro. In tutto ciò assume rilevanza anche l’alleanza tra territori. Politiche di sviluppo in ambito sovracomunale, hanno sicuramente più possibilità di trovare terreno fertile.”.

Pasquale Criscuolo omaggiato di una copia cartacea di Calabria Mundi

Quali sono, in base alla sua esperienza, i fattori su cui puntare alla luce delle future sfide che attendono le Amministrazioni Comunali?

“La velocità dei tempi di risposta della Pubblica Amministrazione e la qualità dell’azione amministrativa, sono elementi imprescindibili, soprattutto in questo preciso momento storico in cui i ristretti tempi previsti nell’utilizzo delle risorse finanziarie, in particolare quelle provenienti dall’Europa, per il Pnrr per esempio, richiedono capacità di introdurre modelli organizzativi e operativi in grado di imprimere rilevanti accelerazioni e semplificazioni dell’azione amministrativa, e quindi di fornire risposte puntuali e in tempi veloci alle imprese e ai cittadini. Gli alti livelli di performance di un’Amministrazione territoriale sono anch’essi elementi che contribuiscono a configurare un territorio maggiormente attrattivo e competitivo. Gli strumenti, al netto delle attese riforme legislative, ci sono. Occorre solamente coglierli, introducendo un cambiamento culturale nella gestione della cosa pubblica. Fondamentale poi puntare su digitalizzazione e infrastrutture, soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia, ancora troppo lontano dagli standard nazionali e internazionali e incrementare la capacità di essere progettuali superando la logica della rincorsa ai singoli bandi di finanziamento, creando alleanze tra aree geografiche. La sfida, oggi, non può caratterizzare aree territoriali contermini, ma deve essere incentrata su orizzonti decisamente più ampi”.

Accennava alle attese Riforme, a cosa si riferiva?

Il nostro Paese ha urgente necessità di mettere a terra Riforme della Pubblica Amministrazione organiche e strutturali. Occorre intervenire in maniera chirurgica sui tempi dell’azione amministrativa, sulla ridefinizione di ruoli e competenze dei vari livelli di Amministrazione Centrale, Territoriale e Locale nell’ottica dello snellimento e della semplificazione, su strumenti e istituti dei procedimenti amministrativi ancora oggi eccessivamente macchinosi, su una nuova disciplina in materia di partenariato pubblico privato e di processo amministrativo. Il problema non è rappresentato solamente dal Codice dei Contratti. C’è tanto altro su cui dover intervenire. Lo si può fare in tempi brevi, avendo le idee chiare e la consapevolezza di quali sono gli strumenti funzionali al conseguimento di significativi livelli di miglioramento”.

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