
29 Ott Osterie d’Italia 2025, tutti i numeri della Calabria nella guida di Slow Food dedicata al mangiar bene all’italiana
Sono 58 le osterie regionali recensite, di cui 13 “chiocciole”, 4 morzellerie, 11 locali quotidiani, per un totale di ben 73 insegne del cibo buono, pulito e giusto

di Slow Food Editore
Il “sussidiario del mangiarbere”, come recita l’accattivante e “storico” sottotitolo del libro di Slow Food Editore, è stato presentato a Milano al Piccolo Teatro Strehler, con la presenza dei curatori nazionali della guida, Eugenio Signoroni e Francesca Mastrovito, del fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, e della presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini. L’attesa rassegna annuale delle migliori osterie, di quella che è una ristorazione importante e ancora ingiustamente poco celebrata, eppure fondamentale, popolare e frequentata da sempre, rivela sempre tate sorprese.

“Chiocciole” di Calabria
“Le osterie – si legge giustamente nella prefazione di Francesca Mastrovito e Eugenio Signoroni – rappresentano il tessuto base della nostra identità gastronomica: sono e sono sempre state, al contrario di quanto non si sia comunemente portati a pensare, luoghi di sperimentazione continua. Una sperimentazione dal basso, figlia di un confronto quotidiano con i clienti abituali, ai quali far provare un calice di una nuova scoperta enoica o un nuovo piatti, improvvisato magari con la verdura del momento”.
Oggi lo scenario è un po’ cambiato, l’osteria è diventata talvolta un “modello”, una fonte di ispirazione, ed è spesso cresciuta nella “forma” e nel prezzo. Ci sono, però, innumerevoli locali che dell’osteria hanno mantenuto l’identità, lo spirito, l’informalità, la semplicità, l’amore per il territorio e i suoi prodotti, e sono queste soprattutto quelle qui ben raccontate, per un totale di oltre 2500 locali in tutt’Italia.
La Calabria vanta quest’anno 73 locali in tutto, suddivisi tra 58 osterie, di cui 13 “chiocciole”, 4 “morzellerie” e 11 “locali quotidiani” che tracciano e invogliano ad un viaggio ideale e sorprendente lungo l’intera regione, in cui poter gustare cibo buono, pulito e giusto che valorizza la tradizione, i piatti e i prodotti locali.

alla “Taverna dei Briganti”, Cotronei (Kr)
Ben 13 sono, dunque, le chiocciole, e per l’esattezza: Pecora Nera (Albi), Il Tipico Calabrese (Cardeto), Le Muraglie (Conflenti), La Taverna dei Briganti (Cotronei), Il Ritrovo dei Picari (Grotteria), Costantino (Maida, nuova chiocciola di questa edizione), La Collinetta (Martone), Calabrialcubo (Nocera Terinese), La Rondinella (Scalea), Il vecchio castagno (Serrastretta), U Ricriju e Zio Salvatore (Siderno).
Come novità per la Calabria, 7 nuove insegne: La Taverna degli Ammirati (Castrovillari), DiVino (Corigliano-Rossano), Le Breste (Drapia), Masseria Monte Poro (Monte Poro), La Cantina dell’orologio (Polistena), Hosteria Scialapopulu (Sant’Alessio in Aspromonte), Osteria Vecchi Tempi (Vibo Valentia).
Ed ecco, poi, la nuova sezione chiamata “Locali quotidiani”, che raggruppa tipologie ristorative alternative, come pub, enoteche, gastronomie, le cui caratteristiche di offerta, di organizzazione, di accoglienza oltre che di stagionalità e filiera corta rientrano nell’idea di osteria così come raccontata da “Osterie d’Italia”. Per la Calabria 11 insegne: Antica Salumeria Telesio (Cosenza), Brillo Parlante (Lorica), Enotria Vineria Calabra (San Pietro a Maida), Fabbrica (Vibo Valentia), La Campagna del Re Nilio (Tiriolo), Oinos (Palizzi), Qcecè Social Cafè (San Nicola Arcella), Roma Bistrot (Montalto), Vinotheque (Lamezia Terme), Vintage Paninari Gourmet (Belvedere Marittimo), Zero Settantacinque (Lamezia Terme). Completano il quadro dei locali recensiti le “morzellerie” catanzaresi: Assettati e mangia, Da Talarico Salvatore (chiocciola), L’Antico Pozzo, Morzelleria de’ Barracchi, che fanno parte dell’inserto dedicato ai cibi regionali.

a Serrastretta (Cz)
Come ha avuto modo di sottolineare Vincenzo Alvaro, coordinatore regionale di Osterie d’Italia per la Calabria, la Guida ha dosato “con intelligenza le proposte che oggi emergono per maturità e modernità. Un crescendo di espressività e visione che mantiene fermi i capisaldi della ristorazione regionale, ma si arricchisce di contaminazioni anche etniche, frutto della tradizione delle minoranze linguistiche come la arbereshe, la grecanica e l’occitana, che ne impreziosiscono la proposta e sottolineano una identità che non ha mai ceduto alle mode, rimanendo solida e vivace allo stesso tempo. Ma c’è di più, gli indirizzi segnalati in guida per la Calabria non sono solo insegne del mangiar bene, ma in molti luoghi le osterie sono diventate spazio di animazione sociale, consentendo a borghi e centri storici di riscoprire la bellezza, il ruolo sociale della ripartenza, la valorizzazione della gastronomia locale e la dimensione abitativa”.