Olivella vibonese, torna la preziosa uva da tavola

Fino agli anni ’60 costituì una grande risorsa locale esportata e apprezzata in tutt’Europa, oggi cerca di ritrovare il suo ruolo con il prezioso impegno di Alfonso Rombolà e della sua omonima Cantina di Brattirò, in provincia di Vibo Valentia

di Roberto Messina

Filari di Olivella vibonese a Brattirò (Vv)

Rinasce l’olivella vibonese, la preziosa uva da tavola che fino agli anni ’60 costituì una grande risorsa locale esportata e apprezzata in tutt’Europa, e che oggi è finalmente spinta a ritrovare il suo spazio commerciale dal prezioso impegno di Alfonso Rombolà e della sua omonima Cantina di Brattirò, in provincia di Vibo Valentia (www.cantinerombola.com).

Oltre i propri eccellenti vini “Trupìa” e “Critajanca”, la Cantina ha eccezionalmente portato all’ultima edizione della fiera “Bontà” di Cremona una selezione di Olivella (o Ulivella) pregiata e buonissima uva da tavola originaria della Calabria tirrenica, quasi scomparsa e oggi tornata a vivere grazie all’impegno dell’imprenditore-enologo Alfonso Rombolà.

A bacca nera tardiva, dal grappolo conico, di media compattezza e allungato, polpa carnosa, molto croccante, di sapore semplice, è un’uva importante, di qualità e di gusto, per tanto tempo vanto della regione calabra e dell’Italia, e unica a conservarsi integra e buona in pianta addirittura fino al mese di febbraio, senza perdere le sue caratteristiche organolettiche.

In quanto a vini e vitigni, il territorio italiano, si sa, primeggia da sempre a livello mondiale, distanziando nettamente chiunque altro. Migliaia di prodotti e altrettante varietà di uve, fanno l’incredibile ricchezza vitivinicola del made in Italy, vero polmone dell’economia nazionale e pozzo dei desideri dei consumatori internazionali.

Singolo ceppo antico di Olivella

Ci sono i vitigni nobili per vini altrettanto raffinati, e ci sono le uve da tavola, da non sottovalutare affatto, un settore in cui l’Italia è ancora una volta protagonista, quarto produttore mondiale dopo Cina, Turchia e Iran, e secondo esportatore mondiale dopo il Cile, in un mercato in forte espansione che sta regalando “nuova vita” alle varietà di uve locali dal sapore particolare, originale, rotondo, e a “chilometro zero” (oggi fattore rilevante ritenuto giustamente prezioso valore aggiunto) assai diverso da quello delle cultivar internazionali standardizzate e troppo somiglianti l’una all’altra.

Tra le migliori varietà locali adatte allo scopo, c’è proprio l’Olivella vibonese, in Calabria, indicata in uno studio del prof. Vittorino Novello dell’Università di Torino assieme alla prof. Laura De Palma dell’Università di Foggia, come unica uva da tavola nera valida per tutta la regione: un’uva che aveva qui raggiunto massimo sviluppo intorno agli anni ’50, principale fonte di reddito del suo territorio, e in gran quantità (pare la prima dal Sud) esportata nei mercati nazionale ed europeo, Germania soprattutto.

A cavallo degli anni ’70, ha subìto una violenta caduta, per diversi fattori: l’abbandono delle campagne per l’emigrazione al nord; per nuovi metodi di conservazione delle uve saturate in celle frigorifere; ed anche per una legge… quella n. 23 del ’75, che incentivava l’estirpazione dei vigneti di Olivella, a favore di vitigni ritenuti ingenuamente più redditizi e più graditi ai palati di massa. In breve, la produzione si è quasi azzerata.

Alfonso Rombolà e Roberto Messina

Per recuperare questo bene prezioso, le Cantine Rombolà di Brattirò, col suo titolare Alfonso Rombolà (imprenditore del settore immobiliare milanese, enologo di grande preparazione, animato dall’immenso amore per la terra di cui è originario, la soleggiata Calabria appunto) hanno così programmato insieme ad un gruppo di collaboratori, un encomiabile intervento urgente di salvaguardia e ripristino della produzione di Olivella tramite il vivaio locale “Vivai Majorana” cui sono state fornite le uniche marze (circa 2000) per poterle innestare e avere per il prossimo anno le barbatelle pronte per il trapianto. Il progetto prevede campi sperimentali in area Tropea per impiantare nuovi vigneti di Olivella ed organizzarne lo sviluppo di produzione che merita.

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