
02 Giu Nino Marazzita: vita, carriera e passioni di un “principe” dentro e fuori il Foro
Il noto penalista originario di Palmi (Rc) innamorato della toga e di molto altro, cursus honorum eccezionale in prima linea nei casi di crimine che hanno segnato gli ultimi decenni, ma anche uomo di cultura e mondanità, racconta la sua “vis” senza pregiudizi e con una totale autonomia di pensiero.
di Roberto Messina
Leggere il curriculum di Nino Marazzita è come sfogliare le pagine della cronaca italiana degli ultimi decenni: uno spaccato dei fattacci, crimini e misteri che hanno calamitato l’attenzione dell’opinione pubblica per mesi e per anni. In veste di penalista, ha infatti assistito i più feroci assassini (o sospetti tali) raccogliendo le confidenze di serial killer, prestando orecchio a confessioni incredibili e atroci e “attraversando l’inferno, senza però farsi sfiorare dalle fiamme” – com’egli stesso ha ammesso.

Non deve essere stata una rilassante passeggiata, infatti, istruire i processi di Pietro Pacciani, il presunto “mostro di Firenze” (per il quale ottenne in appello l’assoluzione dopo la condanna di primo grado all’ergastolo). Né quello per l’assassinio di Pier Paolo Pasolini. Lo stupro e l’omicidio del Circeo. La scomparsa del giornalista Mauro De Mauro. Il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro. La morte di Milena Bianchi in Tunisia. E neppure per i processi di “tangentopoli”. Per lo scandalo Sisde, che chiamò in causa anche l’ex Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, oltre al capo della Polizia Parisi e il ministro dell’Interno, Mancino (il quotidiano francesce “Liberation” scrisse nell’occasione che “aveva avuto l’audacia di contrapporsi contemporaneamente ai tre uomini più potenti d’Italia”). E ancora, per i processi di Francesco Pazienza e Flavio Carboni. E per il settimanale satirico “Il male”, col suo pungente amico vignettista Forattini, difeso da 125 querele (con 123 sentenze di assoluzione e 2 di amnistia).
E’ stato, inoltre, l’avvocato di Gigliola Guerinoni nella fase esecutiva della condanna; di Katarina Miroslawa; di vari personaggi dello spettacolo, tra cui per citarne alcuni, Maria Giovanna Elmi, Domiziana Giordano, Antonio Lubrano, Gioia Scola, Rita Dalla Chiesa, Claudio Amendola, Isabella Rossellini, Roberto Benigni, Osvaldo Bevilacqua, Licia Colò, Tiberio Timperi, Anna Kanakis, Pamela Prati, Nadia Rinaldi. Ha poi assistito noti uomini di cultura tra i quali: Alberto Moravia, Dario Bellezza, Tullio Kezich, e come detto, è stato l’avvocato italiano dell’autore de “La nausea” e padre dell’esistenzialismo.

Cause importanti, popolari. Sotto l’occhio critico dei media e dei poteri forti. Che hanno coinvolto intellettuali e uomini politici, borghesi e gente umile, imprenditori e “grand commis” senza minimamente impensierire o turbare la coscienza, l’indipendenza, l’etica professionale, la libertà di pensiero e di azione di Nino Marazzita da Palmi (Rc): avvocato, regista mancato, uomo di cultura e di spirito, appassionatissimo di cinema, letteratura (è stato l’avvocato italiano di Jean Paul Sartre) automobili ed orologi (e secondo qualche maligno, anche di belle donne). Frequentatore di salotti televisivi dai tempi di “Tappeto Volante” e del “Costanzo Show”. Ospite fisso di “Anima Mundi”, “Italia domanda” e naturalmente “Forum”. Finanche testimonial di popolari spot, come quello della Lancia Libra (assieme ad Harrison Ford).
Abitazione e studio dell’avvocato sono a Roma sulla collina Fleming, dove ha intorno la sua famiglia: moglie; figlia avvocato e cantante lirica; figlio anche lui sulle orme del padre e docente di Diritto costituzionale. Da un rapido sguardo alle pareti dell’ufficio, traspaiono la sua evidente versatilità e il convinto interesse per tante cose, e una in particolare: la qualità. Ai muri, negli scaffali, alle pareti, non solo codici, manuali, raccolte di leggi. Ma quadri ad olio, litografie, serigrafie, sculture, foto d’autore, mobili d’epoca, libri d’attualità, magazines e riviste, tante riviste: tra cui “L’eloquenza”, che ha diretto negli anni ‘80. La passione per il giornalismo e la comunicazione è una sua costante: ha collaborato, oltre che con i maggiori quotidiani nazionali, con numerose riviste e settimanali: attualmente cura la rubrica “I diritti” sul settimanale “Nuovo” di Cairo Editore; ha partecipato a numerosi programmi televisivi e radiofonici, per 10 anni, dal 1985 al 1995, ha condotto una trasmissione radiofonica con Radiouno. Molto frequenti sono state le sue apparizioni in modo particolare al “Tappeto Volante” di Luciano Rispoli e al Maurizio Costanzo Show dove è stato ospite anche nella prima puntata del 14 settembre 1982. Per oltre 10 anni ha condotto per Rai Notte la rubrica televisiva “L’Avvocato Risponde” esaminando i quesiti proposti dai telespettatori. Ha partecipato quale consulente al programma radiofonico di Radio 1 “Istruzioni per l’uso” condotto da Emanuela Falcetti. Dal 9 settembre 2013 è entrato a far parte del cast della trasmissione televisiva “Forum” in onda su Canale 5 e Rete 4, nelle vesti di giudice.

“Figlio d’arte” (il padre senatore socialista, era avvocato a Palmi e fu anche sindaco della cittadina tirrenica) Marazzita non voleva fare l’avvocato, e difatti prima di diventare “principe del foro” capitolino, ha tentato altre strade: “non rinnego, anzi, considero straordinario l’anno di ‘regia’ al Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma – spiega – un percorso importante, affascinante, indimenticabile”. Sarà per lui però fatale l’incontro col grande penalista Giuseppe Sotgiu, che lo convincerà a lasciare il cinema per collaborare a “L’eloquenza” che, come detto, Marazzita sarà destinato a dirigere, dopo averla trasformata anche nella veste grafica con l’aiuto di Forattini.
“Due processi mi hanno dato più visibilità, quello di Pasolini nell’ambiente intellettuale e quello per il parricidio di Marco Caruso in un ambiente più popolare”.E ricordando la tragedia dell’autore di “Scritti corsari”, rievoca gli incontri “d’altri tempi” con quel mondo di suoi sodali come Bertolucci (compagno di studi al Centro Sperimentale), Alberto Moravia, Laura Betti, Dario Bellezza. Poi il “pantheon” dei suoi riferimenti si è decisamente arricchito: Roberto Benigni, Isabella Rossellini, Pamela Prati, Claudio Amendola, Licia Colò, Gaetano Caltagirone, Antonio Lubrano, Tullio Kezich, per citarne alcuni.
Politici e criminali comuni, Marazzita chi preferisce difendere? “Più facile questi ultimi: con i politici, come con gli avvocati, c’è una difficoltà di fondo: vogliono fare il processo da loro. Mi dicono che bisognerebbe fare questo, e questo. Con i criminali comuni e quelli incalliti è più facile: stanno a sentire attentamente, recepiscono e assorbono come spugne, chiedono cosa ne penso”.
E con i mafiosi, col grande crimine organizzato? “Mi ci intendo facilmente. Si parla poco e ci si capisce molto. Non mi vengono a dire se sono colpevoli o meno, non lo dice quasi nessuno. Partiamo dal concetto di rispetto come uomini, poi guardo le carte e capisco cosa c’è da fare”.

di Arezzo con Nino Marazzita
Gli interessi e le passioni di Nino Marazzita sono tante, differenti e abbondanti. E la sua vita è vivace, intensa, e anche divertitamente baldanzosa: “bisogna viverla con gioia ogni giorno e soprattutto saper conservare l’entusiasmo dei ventenni”. E lui non si smentisce, a cominciare dal look giovanile che viene perfettamente curato da “Giù & Ga”, affermata sartoria di Vignaclara, che gli fornisce gli abiti e soprattutto suggerisce le migliori “accoppiate”.
Nel suo libro “L’avvocato dei diavoli” (a cura di Matilde Amorosi per Rizzoli) che abbiamo presentato ad Arezzo, lui presente, nel cartellone “Incontri d’Autore” organizzato assieme alla collega Antonella Di Tommaso in un Circolo degli artisti, stracolmo e incantato dall’eloquio di Marazzita, l’avvocato narra le sue straordinarie esperienze in una raccolta di storie disposte come romanzi brevi sui tratti inconfondibili e agghiaccianti della realtà. E’ il confiteor di un uomo che ha guardato negli occhi il male e che nel colloquio con i suoi assistiti ha appreso segreti mai confessati a nessun altro.

Di recente l’avvocato ha pubblicato con le edizioni Ad Maiora, “Uomini e donne. Parità virtuali”, che ha scritto per il desiderio di far sapere: “quanto sia ipocrita dire che ormai si è ‘raggiunta la parità dei diritti tra uomini e donne’. Nulla di più falso. La parità ancora oggi è un’utopia, ma le utopie esistono perché noi tutti permettiamo che esistano, per egoismo, per inerzia, per incapacità di vivere in collettività. Combatto da anni per la parità tra uomini e donne, così come combatto da anni per la parità dei diritti in assoluto e cerco di far capire che si vivrebbe meglio se si uscisse dai luoghi comuni, acquisendo un livello elevato di senso civico, di dignità, di onorabilità, di capacità di partecipare alla vita degli altri, ai dolori degli altri, alle gioie degli altri. Il mio saggio certamente non potrà contribuire molto al miglioramento di questo incredibile e bellissimo Paese. Ma talvolta una goccia d’acqua è capace di scalfire una roccia”.
Il libro del cuore di Marazzita è invece e decisamente “Dei delitti e delle pene” di Cesare Beccaria: “una riscoperta, la constatazione che pensiamo di sapere tutto e non sappiamo mai abbastanza”. Il film sopra ogni altro? “Di Quentin Tarantino, ‘Bastardos’: per riflettere sull’amore non convenzionale, l’amore laico, l’amore per il prossimo”.

La sua città, oltre Roma e l’amata Palmi nell’amatissima terra di Calabria, è Bologna: “ancora da scoprire, al di la degli stereotipi, con una magnifica architettura che non ha da invidiare niente a città italiane più celebrate”.
Di automobili, l’avvocato ne ha comprate un’infinità, da quelle di tendenza, a quelle di lusso ed extralusso: Mercedes, Jaguar, Bentley…: “ma ora mi interessa una sola, e l’ho prenotata grazie ad un amico, direttamente in Germania: una Mitsubishi completamente elettrica, non inquinante e soprattutto silenziosa”.
L’orologio che indossa è uno delle decine della collezione: un “Rado” in ceramica nera. Lo sfila dal polso dicendomi: “prova a vedere se leggi la data”. E’ impossibile pure per la mia vista ancora buona. “Lo vedo anch’io a mala pena. Ma non importa, mi piace come calza, come avvolge il braccio”.
Nino Marazzita è anche questo: un entusiasta della vita. Delle belle cose che la vita può offrire. Ma sapute prendere con stile, ironia, rispetto, disincanto. Come può fare solo un dandy, grazie alla connaturata eleganza e all’impagabile “liberalità” del suo pensiero.
Con più di 50 anni di carriera forense, il 9 novembre 2018 è stato conferito all’avv. Marazzita il “Premio Speciale alla Carriera” nel corso di una cerimonia tenutasi presso la Camera dei Deputati. Il 1 dicembre dello stesso anno, il Comitato dell’ordine del Leone d’oro di Venezia ha consegnato all’avv. Marazzita la prestigiosa targa del Leone d’oro alla Carriera.
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