19 Ott L’antica Ogigia, LA Leggendaria Isola di Calipso, al largo di Capo Rizzuto?
Per lo storico, archivista e studioso soveratese Giuseppe Pisano, non nuovo a varie “scoperte” di questo tipo, con la storia e i “misteri” della Calabria al centro del suo lavoro e delle sue ricerche, potrebbe esser veritiero…
di Roberto Messina
Nella Calabria ionica non esistono isole. Eppure secondo alcuni studiosi e cartografi di fama (italiani ed esteri, come Girolamo Ruscelli, Pirro Ligorio e Cristopher Weighel) vissuti tra ‘500 e ‘700, di fronte a Le Castella, Isola Capo Rizzuto (Kr) c’era anticamente un arcipelago (come dalla suggestiva foto-ricostruzione di Giuseppe Palazzo). Un’area ben staccata dalla terraferma di Capocolonna veniva segnalata addirittura come probabile Ogigia, l’isola di Calipso, la celebre ninfa presso cui Ulisse si trovò a sostare per sette lunghi anni (secondo lo Pseudo-Apollodoro cinque, e secondo Igino solo uno) e dall’eroe descritta come luogo paradisiaco della felicità e dell’immortalità.
E’ quanto rivela Giuseppe Pisano, soveratese, storico, archivista e studioso di mappe e portolani non nuovo a varie “scoperte” di questo tipo, con la storia e i “misteri” della Calabria al centro del suo lavoro e delle sue ricerche.
L’Odissea di Omero racconta che la ninfa-nereide-oceanina Calipso fosse figlia di Atlante, e diversi autori dell’antichità pongono la sua isola comunque nell’Occidente mediterraneo. Donna bellissima e immortale, Calipso fu punita dagli dei per essersi schierata dalla parte del padre nella Titanomachia. Fu perciò costretta a rimanere sull’isola di Ogigia, allietata dalle Moire che vi facevano confluire uomini affascinanti ed eroici di cui si innamorava puntualmente, ma che poi doveva veder partire.
L’Odissea rivela come amò Ulisse e lo tenne con sé, offrendogli l’immortalità rifiutata dall’eroe per il desiderio del ritorno ad Itaca. Le lacrime del temerario viaggiatore vennero accolte da Atena, che chiese a Zeus di intervenire. Il padre degli dei inviò allora Ermes per convincere Calipso, che a malincuore acconsentì alla sua partenza. Gli diede il legname per costruirsi una zattera, e provviste per il viaggio. Gli indicò anche su quali astri regolare la navigazione.
“Nel terzo libro della ‘Naturalis Historia’ di Plinio il Vecchio – spiega Pisano – si citano anche le altre isole viciniori: Tiris, Meloessa, Eranusa e quella dei Dioscuri. Ma Ogigia è descritta anche nei portolani di Piri Reis, geografo ed ammiraglio della corte di Solimano il Magnifico, che peraltro ebbe in mano una carta che aveva sottratto ad un marinaio imbarcatosi anni prima con Cristoforo Colombo: la famosa mappa di Piri Reis”.
Ultimo a toccare questo argomento, Vincenzo Cuoco nel suo romanzo filosofico “Platone in Italia”. Da consultare, poi, le carte dell’Istituto geografico della Marina, che indicano alcune secche davanti a Isola Capo Rizzuto (fenomeno della subsidenza?) e pure Wikipedia che rivela: “secondo recenti studi, Ogigia si troverebbe di fronte alla costa calabra del mar Ionio.”
Sono comunque diverse le collocazioni attribuite ad Ogigia nella geografia reale: fuori Gibilterra, oppure, al largo della Dalmazia, all’isola di Meleda. Secondo altri autori, a Gozo nell’arcipelago maltese, dove è possibile visitare la grotta “di Calipso” che sovrasta la spiaggia rossa della Baia di Ramla. Ancora, l’isola di Gavdos a sud della Grecia. Quindi, di fronte ai monumenti magnogreci della costa calabra del Mar Ionio, in corrispondenza della riserva marina di Isola Capo Rizzuto, o nei pressi di Punta Alice a Cirò Marina.