La Sila che non ti aspetti, tra i “Castelli” di Bocca di Piazza, a Parenti (Cs)

La sorprendente passeggiata tra campi, boschi, storia, architettura (e un po’ di leggenda) meritoriamente proposta al pubblico dall’Associazione Pro Loco

Il Casino Mirabelli, a Bocca di Piazza, Parenti (Cs) appartenuto al nobile Gaetano Ricciulli, costruzione del 1836

Nel comune di Parenti (Cs) si trova la frazione “Bocca di Piazza”, un luogo amato del vasto altopiano silano caratterizzato da grandi campi coltivati e boschi rigogliosi cresciuti lungo le pendici. In mezzo a questo straordinario spettacolo naturale, si scorge una struttura imponente molto particolare, che pare quasi lì a sorvegliare e proteggere la vallata. Partendo dal centro abitato, si può raggiungerla comodamente a piedi in poco tempo, attraversando i terreni agricoli verso un’altura al limite del bosco.

Per gli abitanti del posto è conosciuta come “Casino Mirabelli” (il cui nome deriva dalla località in cui sorge) questa storica costruzione appartenuta a Gaetano Ricciulli, poi passata agli eredi, e successivamente acquistata da privati. Una data incisa sull’arco in pietra dell’ingresso principale, riporta l’anno 1836.

Il Casino Noce, con il fontanile

Oltre la parte residenziale occasionalmente ancora abitata, ci sono i magazzini utilizzati come depositi, in parte crollati. Una curiosità, sui torrioni laterali, riguarda le feritoie pronte all’uso in caso di attacco, che permettevano di poter sparare senza preoccuparsi di essere colpiti. Intorno alla struttura si estende una vasta proprietà di terreni coltivati a patate e cereali, e rigogliosi boschi in prevalenza di pino e faggio. Si racconta che dall’interno del “Casino” si potesse accedere a un cunicolo sotterraneo che permetteva, in caso di pericolo, di potersi allontanare senza essere visti.

Proseguendo lungo la strada che costeggia il “Casino” si attraversa il bosco e si raggiunge la cima del colle, da cui si può scorgere il lago Passante nel territorio di Taverna. Mantenendo lo stesso versante e scendendo a valle, si raggiunge un’altra struttura, questa volta di epoca più recente (presumibilmente dei primi anni del ‘900) chiamata “Casino Noce”.

Il Casino Camporotondo vicino al Lago Savuto, una delle difese dei terreni appartenenti alla Sila Regia e Sila Badiale

Attualmente appartiene al notaio De Santis, e differisce strutturalmente dal precedente castello. È un edificio più moderno, imponente, che si sviluppa su due piani cui si accede da un portone massiccio sovrastato da un arco in mattoni. Davanti all’ingresso, è presente un fontanile ancora attivo. Di fronte, i magazzini e le stalle che si affacciano su un vasto cortile. Tra le fronde degli alberi, sul tetto della struttura che ospita i magazzini, si scorge una campana bronzea finemente decorata con rilievi, ancora funzionante, probabilmente facente parte di una piccola cappella privata.

Dopo aver ripreso il cammino tra i campi aperti in direzione del centro del borgo, si può ammirare il terzo “Castello”, appena alle spalle di Bocca di Piazza, imboccando il sentiero (ripristinato di recente) che porta alla centrale Enel del lago Savuto. Risalendo un piccolo rilievo, ci si affaccia sull’altra vallata solcata dal fiume Savuto e scendendo lungo il pendio, ecco un altro imponente guardiano: il “Casino di Camporotondo” molto simile al suo gemello “Mirabelli”.

Camporotondo era una delle difese in cui erano suddivisi i grandi terreni della Sila Regia e della Sila Badiale, e fu liquidata a Giuseppe Zurlo nel 1790. In alcuni di questi terreni vennero edificate queste strutture che facevano anche da dogana per il pagamento delle tasse di sfruttamento dei terreni, e di tutto quello che la buona terra aveva da offrire.

Una veduta del lago Arvo
a poca distanza da Bocca di Piazza

Il “Casino di Camporotondo” è caratterizzato da magazzini, alloggi, forno e caseificio, strutture che sfociano in un grande cortile protetto da alte mura e da un cancello. Ai quattro lati si ergono le torri caratterizzate dalla base più ampia, a mo’ di contrafforte. Poco distante, ecco le stalle e i fienili di generose dimensioni, che dovevano ospitare un numero consistente di animali e ingenti provviste di cibo.

Questa sorprendente passeggiata tra campi, boschi, storia, architettura, e pure un po’ di leggenda, da qualche tempo viene meritoriamente proposta al pubblico dall’Associazione Pro Loco Parenti, che ha giustamente chiamato “Castelli” queste strutture che in più di un modo riportano alla mente storie e saghe di nobili, proprietari terrieri e coloni che lavoravano la terra, e che rievocano vicende e leggende di casati, di amori, tradimenti e duelli di un tempo lontano, che è bello e suggestivo rievocare.

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