27 Ott La “Passacaglia” di Francesco Stumpo diventa “Passa vineddra”… e sbarca a Roma
Analisi, composizione, improvvisazione: la popolare danza spagnola, e poi forma musicale, grande protagonista del libro del musicista e musicologo di Cotronei (Kr)
Doppio appuntamento romano per Francesco Stumpo, musicista e musicologo calabrese (di Cotronei, Kr) per la presentazione del suo ultimo lavoro “La passacaglia, analisi, composizione, improvvisazione” pubblicato da Rugginente per il gruppo editoriale milanese “Volontè & Co”, con la presentazione del professor Mauro Montanari.
Organizzato dall’Associazione Musicopaideia, il primo incontro è sabato 4 novembre alle ore 12,00 nella nuova sede dello storico negozio “La Stanza della Musica” in vicolo del Babuino 8, in zona Piazza di Spagna, con la riflessione sul volume, impreziosita dagli interventi musicali di Francesco Mirarchi (originario di Catanzaro) alla chitarra barocca copia di uno strumento del XVII sec., utilizzando la prassi esecutiva dell’epoca e l’intavolatura originale. Il secondo, l’intervista nella sede di Radio Vaticana nel corso della trasmissione “L’Arpeggio” condotta da Luigi Picardi.
Il libro è come detto dedicato alla “Passacaglia”, un’antica danza popolare frenetica di origine spagnola, prima di diventare una forma musicale in tre tempi. Veniva eseguita normalmente in strada, ed etimologicamente, infatti, significa proprio “pasar e calle” (passare la via, nella variante calabrese divenuta “Passa vineddra”). Come forma musicale è caratterizzata da due elementi: la ripetitività ciclica, e l’utilizzo di un archetipo melodico di un basso discendente (la, sol, fa, mi).
Questi elementi di essenzialità fanno sostanzialmente riflettere l’autore (e quindi il lettore) sulla possibilità di utilizzare questa forma a fini didattici con l’obiettivo della memorizzazione, dell’improvvisazione e della composizione: aspetti spesso trascurati dagli studi accademici.
“C’è comunque da distinguere tra passacaglia come forma autonoma – fa osservare Stumpo – dal cosiddetto ‘principio passacaglio’ che si ritrova in molti generi musicali come il blues (le dodici misure) il rock (si porta in proposito l’esempio di ‘A Whiter schade of pale’ dei Procol Harum, e diffusa in Italia nella cover ‘Senza luce’ dei Dik-Dik; nel pop tale principio viene molto utilizzato, anzi si può dire che è presente in gran parte del repertorio, si pensi alla canzone di Battiato dal titolo appunto ‘Passacaglia’ o alla arcinota ‘Canzone del sole’ di Mogol-Battisti)”.
In ambito classico, questa forma musicale è stata ripresa da diversi grandi musicisti. Durante l’Ottocento, dai compositori romantici proprio per la sua possibilità di lasciare libera espressione alla melodia: un grande esempio è Johannes Brahms, che la utilizza nell’ultima delle Variazioni su un tema di Haydn, o nel quarto movimento della Sinfonia n.4 che presenta ben trentacinque variazioni sul tema della cantata BWV 150 di J. S. Bach.
Anche nel Novecento, la Passacaglia trova applicazione in compositori grandi e originali come György Ligeti, conosciuto per le sue “fasce sonore” in cui il suono sembra immobilizzarsi in una ciclicità temporale. Hanns Eisler utilizza la Passacaglia con il linguaggio dodecafonico nei suoi Vierzehn arten den regen zu beschreiben, specificamente nel nr. 10 “presto etude”. Mentre il padre della dodecafonia, Arnold Schonberg, nel 1941-42 utilizza la forma nelle Variazioni per organo op.40 con un linguaggio tra il seriale e il tonalmente orientato, in prevalenza su re minore. Si ricordano, poi, la Passacaglia per orchestra op. 1 di Anton Webern, e il terzo tempo del Concerto n. 1 per violino e orchestra op.77 di Šostakovič.
Il chi è di Francesco Stumpo
Il suo primo approccio alla musica è avvenuto con la chitarra all’età di dieci anni. Dopo le scuole superiori, inizia lo studio accademico della musica in Conservatorio, prima chitarra e poi composizione e contrabbasso, diplomandosi al Conservatorio di Cosenza nel 1986. Nel 1979 insegna musica nella scuola media, entrando di ruolo nel 1990 ed abilitandosi anche per le scuole superiori. Questa esperienza lo ha stimolato ad approfondire le metodologie didattiche della musica e comincia così a frequentare corsi di perfezionamento Orff, Dalcroze, Kodaly in tutt’Italia. Da un incontro con Carlo Delfrati, nasce la sezione Siem di Crotone, di cui è stato presidente.
Ha pubblicato diversi contributi su riviste di settore come Musica Domani, Musicascuola, Musicheria, ed è stato formatore dell’Irrsae Calabria, tenendo corsi in diverse città italiane e relazioni in Conferenze Mondiali dell’Isme (Helsinki 1990, Seoul 1995, Bologna 2008) pubblicando alcune monografie di didattica della musica (Fare musica a scuola, Milano, Bologna, 1988; In forma di rondò, Periferie Cosenza, 1990; La melodia creativa, Carrara, Bergamo, 1991. La ricerca in campo didattico lo ha spinto ad approfondire aspetti teorici e analitici della musica e a frequentare il Dams di Bologna, e a laurearsi nel 2005 presso l’Unical.
Ha collaborato con il Gatm, diventandone socio e tenendo diverse relazioni in Convegni Nazionali e Convegni Europei di Analisi Musicale e di Psicologia della musica. Ha collaborato con il Saggiatore Musicale tenendo per diversi anni relazioni nel relativo Colloquio annuale di Bologna. Si è occupato dello studio delle musiche di tradizione orale, riscoprendo in particolare il patrimonio della musica tradizionale calabrese e comparandolo con le altre musiche dal mondo. Da questo interesse sono nate pubblicazioni monografiche, tra le quali Strumenti e suoni della Calabria, 1999, Onus, Mesoraca; Il canto di una comunità calabrese, Pubblisfera, San Giovanni in Fiore, 2000.
Lo studio della musica tradizionale calabrese lo ha portato ad una rivisitazione compositiva “colta” di questo repertorio che è confluita nelle pubblicazioni “Melodie popolari calabresi”, con Cd (Ed. Sinfonica, Milano, 2015) e “Calabrian Guitars Trees” (Edizioni Romane Erom, 2020),
Ha poi pubblicato la monografia su Vincenzo Scaramuzza “I piedi nel mare, la musica in mente” (Ed. Zedde, Torino, 2016) e “Imparo la chitarra Paese delle Corde Vuote” per le Edizioni Giancarlo Zedde di Torino. Ha vinto una selezione nazionale per una graduatoria di esperti di didattica musicale laboratoriale indetta dall’INDIRE del Miur di cui è stato pubblicato un video nel sito Musica a Scuola. Nel 2020 la monografia per la rivista Guitart “Suonar-leggendo-Suonar-improvvisando: Didattica dell’accordatura della chitarra”. Ha recentemente pubblicato il romanzo giallo “Il cold case di Leonardo Vinci” (Publigrafic, Cotronei).