20 Feb La capra Rustica di Calabria, altra “eccellenza” venuta da lontano…
Diffusa in particolare sull’altopiano silano, avrebbe origini asiatiche, più precisamente di meticciato mediterraneo-continentale, testimoniate dal suo bagaglio genetico e dalla lanugine nel sottopelo, detta Mohair
di Vincenzo Sauro
La varietà delle condizioni pedoclimatiche del nostro Paese, insieme alle molteplici invasioni dei popoli che l’hanno dominato, hanno portato alla creazione di numerose specie e razze animali e vegetali, tanto da rendere l’Italia, se non prima in Europa, tra le nazioni con il più alto numero di tipi genetici autoctoni.
La capra Rustica di Calabria, rappresenta in questo àmbito un vero modello socio-economico del territorio. Porta con sé, infatti, un bagaglio storico-genetico di profondi legami, con un ruolo importantissimo svolto all’interno di un sistema eco-compatibile con la produzione animale. La migliore caratteristica funzionale di questa razza, è appunto, l’estrema “rusticità”, che la rende particolarmente adatta all’allevamento brado anche in ambienti ostili. Si alimenta infatti esclusivamente al pascolo, con minime integrazioni in condizioni climatiche estremamente avverse.
La capra rustica di Calabria si è consolidata nel corso dei secoli e non ha mai abbandonato la sua zona di origine. Molto probabilmente, è stata generata da pratiche di incroci fra varie razze: da qui il termine arcaico “meticcia” usato dai pastori silani per distinguerla dalle altre razze caprine. Vive sull’Altopiano silano, nella zona pedemontana della provincia di Cosenza e nel contiguo territorio della provincia di Crotone, con una consistenza stimata nel 2011 a circa 12.000 capi. Esistono altri allevamenti in Sila catanzarese, in particolare nella zona di Sorbo San Basile e Taverna. L’estrema rusticità, è come detto la caratteristica predominante della capra Rustica: che pascola e si alimenta in ambienti difficili, là dove nessun altro animale “da reddito” riuscirebbe a sopravvivere. Per tale motivo, risulta di fondamentale importanza in un’ottica socio-economica.
Analizzando il cosiddetto “Standard” di razza della Rustica di Calabria, si evince che è di taglia media, con la testa a forma di cono, relativamente leggera e asciutta, con profilo rettilineo in direzione orizzontale. Le corna sono presenti in ambo i sessi, generalmente ravvicinate alla base e leggermente appiattite, rivolte all’indietro e divergenti alle punte. Nei maschi adulti si possono avere anche corna larghissime. Alcuni soggetti, hanno le punte delle corna rivolte all’insù e in avanti e prendono il nome di: “Cifara (dall’angelo Lucifero)” o “Argellina”.
Il mentoè dotato di barba alquanto sviluppata, è irrilevante la presenza o meno di bargigli o tettole. La presenza dei bargigli qualche volta ricorda la genetica della capra maltese. Le orecchie sonolunghe e portate di lato (a “foglia di ulivo”); alcuni capi presentano una lieve arricciatura (genetica maltese). Gli occhi sonograndi, vivaci e di color castano chiaro. Il collo è lungo e robusto. L’altezza al garrese è da 75 a 80 cm nei maschi e da 60 a 65 cm nelle femmine. Il peso, dai 65 ai 70 kg nei maschi e dai 45 ai 50 kg nelle femmine. Il tronco halombi forti, larghi, corti e muscolosi. La regione dorso-lombare è a profilo rettilineo. La groppa, mediamente sviluppata e un po’ spiovente. Gli artilunghi e robusti. La mammella proporzionata alla mole dell’animale. Il mantello, costituito per lo più da peli ruvidi lunghi intorno ai 20 cm (alcuni soggetti presentano nella stagione invernale della lanugine nel sottopelo, detta Mohair, dovuta probabilmente all’incrocio con razze asiatiche).
Esistono varie colorazioni del mantello. Vista la ripetibilità delle colorazioni dei mantelli e l’omogeneità dei soggetti, gli allevatori, constatata la coabitazione nella stessa area di pascolo di più greggi, solevano incidere i lobi delle orecchie per dare un carattere distintivo alle proprie al fine di identificarle univocamente. I tagli usati singolarmente o in combinazione erano i seguenti: Spaccata, l’orecchio inciso al centro e spaccato a metà; Gaglio, un taglio a forma di bottone sulla parte inferiore o superiore del lobo; Parma, incisione dalle due estremità dell’orecchio; Mezzaparma, incisione da una estremità dell’orecchio; Chiave, tre incisioni su un lato dell’orecchio; Fischietto, taglio all’estremità dell’orecchio in maniera obliqua; Spuntata: taglio all’estremità dell’orecchio in maniera parallela; Scocca, furcella o furca: taglio a forma di mezza luna sull’estremità dell’orecchio; Circiariellu, taglio alla base dell’orecchio che forma una striscia sottile che si arrotola a mò di truciolo.
La Rustica è piuttosto precoce, raggiunge la pubertà intorno al sesto/settimo mese di età. Di solito il primo accoppiamento avviene intorno al decimo mese. Ha un’ottima fertilità, che si attesta intorno al 98%, con tasso di gemellarità pari al 50% ed una prolificità al 145 – 155 %. Parti medi annui, pari all’1,2%
La razza viene allevata principalmente per la produzione di carne. Le nascite avvengono generalmente nel mese di novembre (temporili) e nel mese di marzo (carasche). In casi eccezionali si hanno parti nel mese di luglio, con le partorienti chiamate “bifere” (due volte gestanti). I capretti alla nascita hanno un peso di circa 3,5 kg e vengono venduti nel periodo natalizio e pasquale ad un peso medio di 10/12 kg (peso vivo).
Il latte è impiegato in parte per l’alimentazione dei capretti ed in parte per la produzione di formaggi tipici destinati alla vendita diretta. La produzione media giornaliera di latte varia da 250 a 500 ml. La Rustica di Calabria fa parte del gruppo delle razze caprine mediterranee o africane. Il suo latte è ricco di β-Caseina, che conferisce al formaggio la tipica pasta dura, a differenza delle capre Alpine (“Camosciata” e “Saanen”) che hanno nel latte più α-Caseina e quindi fanno un formaggio a pasta molle. Il latte delle Rustiche di Calabria è destinato principalmente alla produzione di formaggi canestrati duri semi stagionati, con pezzature che variano dai 1 kg ai 20 kg. Poiché l’alimentazione di questa capra è costituita principalmente dal foraggio fresco dei pascoli, il suo latte è ricco di CLA (Acido Linoleico Coniugato), acido grasso essenziale all’organismo umano, che non presenta gli enzimi deputati alla sua sintesi. L’importanza del CLA nell’alimentazione umana, non si deve unicamente al classico ruolo “nutrizionale” di acido grasso, ma ad una serie di effetti metabolici e biochimici documentati da una vasta letteratura, con migliaia di studi al riguardo.
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