Il “castagno del cielo”: sentinella millenaria nella Presila catanzarese

Esemplare monumentale di Castanea sativa, rappresenta un vero e proprio monumento botanico e una preziosa testimonianza della millenaria interazione tra uomo e natura

di Antonio Scalise

Il maestoso tronco del “castagno del cielo

Nell’affascinante scenario della Presila catanzarese, dove boschi rigogliosi tappezzano i pendii montani e l’aria si impregna di profumi antichi, si erge maestoso il “castagno del cielo”, un esemplare monumentale di “Castanea sativa” che rappresenta un vero e proprio monumento botanico e una preziosa testimonianza della millenaria interazione tra uomo e natura.

L’introduzione del castagno nel territorio risale al XVI secolo, ad opera dei monaci basiliani che ne diffusero la coltivazione per fini alimentari e silvopastorali. Verosimilmente risalente a quell’epoca, questo albero eccezionale rappresenta uno dei testimoni più antichi e pregiati di questa tradizione. Le sue imponenti dimensioni e la sua longevità eccezionale, lo rendono un vero e proprio simbolo della castanicoltura calabrese, un’attività che ha da sempre caratterizzato l’economia e la cultura della regione.

La creazione della lunetta per fermare
l’acqua piovana e mettere a disposizione
le sostanze nutritive

Con la sua mole imponente e la sua età stimata in secoli, domina il paesaggio circostante, svettando come un gigante verde tra la vegetazione selvaggia. Il suo nome è legato al fatto che per guardare la sua chioma si è costretti ad alzare lo sguardo al cielo: è alto circa 27 metri, e la chioma copre una superficie di circa 460 mq. Il portamento è assurgente, e disegna un caratteristico insieme di branche che dal tronco, di circa 9 metri di diametro, vanno verso l’esterno e poi rapidamente si curvano verso l’alto, e al cielo puntano poi dritte e parallele per circa 5-10 metri.

Il suo tronco, massiccio e contorto, porta i segni del tempo e delle stagioni, narrando silenziosamente storie di resilienza e adattamento. Oltre al suo inestimabile valore storico e culturale, il castagno del cielo rappresenta un prezioso scrigno di biodiversità. L’albero ospita una ricca comunità di microrganismi, insetti e piccoli animali, contribuendo alla complessa rete ecologica che caratterizza l’ecosistema forestale (per approfondimenti  su tale tema si rimanda alla pubblicazione sul sito dell’ARSAC al seguente link: https://www.arsacweb.it/alberi-monumentali-di-castagno-nella-presila-catanzarese-biodiversita-e-conservazione/). 

La pratica dell’endoterapia tramite l’inoculazione
del fungo tricoderma isolato dall’Humus del terreno

La sua presenza, inoltre, simboleggia la tenacia e la resilienza della natura di fronte alle avversità, offrendo un monito alle generazioni future sull’importanza della tutela e della valorizzazione dell’ambiente. Nel corso degli anni sono stati eseguiti numerosi interventi volti a recuperare questo monumento della natura. Le prime operazioni effettuate sono state la potatura, eseguita con gradualità, in modo tale da adeguare gli interventi cesori allo stato vegetativo della pianta, rispettandone l’originaria architettura così suggestiva e maestosa, e l’eliminando della carie presente all’interno del tronco.

Altri interventi successivi hanno riguardato la creazione di una lunetta con pietre recuperate in loco, e la concimazione spargendo nella zona di insidenza della chioma, abbondante letame maturo equino, che nel corso degli anni si è trasformato in prezioso Humus derivante anche dalla trasformazione delle foglie, ricci e felci accumulate nel compost. Infine, agli inizi del mese di luglio è stata praticata l’endoterapia, tramite l’inoculazione del fungo tricoderma isolato dall’Humus del terreno circostante.

L’eliminazione della carie presente
all’interno del tronco

I risultati derivanti dai diversi interventi sono ben visibili se si mettono a confronto foto scattate nel periodo della infezione della vespa cinese (Dryocosmus Kuriphilus), per la quale sono stati effettuati più lanci dell’insetto antagonista, il Torymus Sinensis, e quelle odierne.

La tutela e la valorizzazione del castagno del cielo non si limitano alla sua mera conservazione. 

Questo gigante verde rappresenta un’importante risorsa per l’educazione ambientale e la promozione di una cultura del rispetto per la natura. Attraverso percorsi di fruizione consapevole e iniziative didattiche mirate, il castagno del cielo può divenire un faro per le generazioni future, insegnando loro l’importanza di preservare l’ambiente e di vivere in armonia con esso.

Misurazione della circonferenza dell’albero

La sua tutela e valorizzazione rappresentano una sfida e un’opportunità per costruire un futuro più sostenibile, nel quale l’uomo possa operare in sinergia con l’ambiente, valorizzandone i doni e preservandone la bellezza per le generazioni a venire. Il castagno del cielo ci ricorda, poi, che siamo parte di un ecosistema complesso e delicato, e che il nostro benessere dipende da un rapporto di reciproco rispetto con la natura.

Con la sua maestosità silenziosa e la sua storia ultracentenaria, ci invita a riflettere sul valore inestimabile della natura e sul nostro ruolo di custodi di questo prezioso patrimonio, un impegno imprescindibile per costruire un futuro più verde e sostenibile, nel quale l’uomo e la natura possano coesistere in armonia.

Foto, Archivio Antonio Scalise (Direttore del Centro sperimentale agricolo di Cropani Marina)