I capolavori d’arte nei conventi dei Frati Minori di Calabria

Un grande e incredibile patrimonio raccontato nei particolari nel volume (Calabria Letteraria Editrice) di Giuseppe Giglio, storico, critico d’arte, promotore culturale da oltre un trentennio e studioso di mestieri d’arte e genius loci

Il coro ligneo della Chiesa di San Francesco d’Assisi a Cosenza e l’interno del Santuario dell’Ecce Homo
a Mesoraca (Kr)

Le infinite dotazioni dei beni artistico-culturali custoditi nei vari cenobi, costituiscono un grande e incredibile patrimonio, ora raccontato nei particolari nel corposo e prezioso volume: “Capolavori d’arte nei conventi dei Minori di Calabria” (Calabria Letteraria Editrice) da Giuseppe Giglio, storico, critico d’arte, promotore culturale da oltre un trentennio e studioso di mestieri d’arte e genius loci.

Come ben sottolinea Domenico Piraina nel saggio introduttivo “il forsennato sforzo compiuto da Giglio è nel ricomporre la frattura tra cultura e arte. Il libro ripercorre, in maniera analitica e completa, l’intero territorio calabrese e sottolinea l’eccezionalità dei capolavori presenti, stabilendo un preciso rapporto tra queste ultime e l’arte”.

Forte di un apparato iconografico straordinariamente ricco, il volume realizzato grazie al sostegno dell’Ordine dei Frati Minori di Calabria, è completato da un catalogo delle opere d’arte, una sorta di volume nel volume.

Giuseppe Giglio

Virtualmente e narrativamente, si tratta di oltre 150 opere capaci di rievocare la storia della Calabria, raccontate e descritte dall’autore che associa passione e curiosità all’impegno per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio artistico-culturale ecclesiastico calabrese.

E’ un lungo viaggio alla scoperta di arte e storia, dal XIV al XIX sec. Attraverso capolavori noti e opere meno conosciute: a cominciare dalle splendide sculture di Antonello Gagini e di Padre Umile da Petralia Sovrana con le rispettive scuole. “Le pagine migliori della storia dell’arte, forse, sono quelle che non sono mai state scritte. Lontano dai luoghi più conosciuti, dai manuali e dagli scaffali delle nostre biblioteche – spiega Giglio – si nasconde un universo fatto di figure geniali, artisti mirabolanti ed episodi storici raramente approfonditi. Si tratta di frammenti di un passato sbiadito, che le mode e i costumi del tempo hanno sepolto sotto la coltre dei secoli e dei millenni”.

Sulle tracce di questi “fantasmi” artistici, aprendo un vaso di Pandora fatto di nomi e persone realmente esistite, Giuseppe Giglio va sulle tracce dell’arte sacra e si muove tra strumenti nobili per la liturgia con il prezioso supporto del fotografo Antonio Renda, anche lui grande “artenauta” e profondo conoscitore e narratore della realtà calabra vista dall’obbiettivo.

Il tavolo dei relatori con l’autore
a Palazzo Reale, Milano

“Questa pubblicazione – scrive Padre Fabio Occhiuto – serve a condividere con noi la gioia dei doni di Dio nella bellezza della natura e la gioia dei doni dell’uomo nella bellezza dell’arte”. La collezione descritta nel volume è composta da un’eterogeneità di beni e di oggetti che si sono aggiunti nel tempo. Le opere di più rilevante valore artistico, appartengono ad un arco temporale compreso tra il XIII e il XVIII sec., periodo di massima operosità dei cenobi, ricco di lasciti di personaggi illustri e di committenze di monaci appartenenti ad importanti famiglie cittadine.

Il lavoro riporta alla luce l’antico splendore di veri e propri tesori, sepolti dal tempo ed inaccessibili per secoli al grande pubblico. Da un attento giudizio estimativo, alcune opere, oltre ad avere notevole valore venale, vanno a costituire un capitolo importante all’interno della storia dell’arte calabrese, in particolare per quanto attiene al Manierismo, alla Pittura Controriformata, al Proto-Barocco e al Barocco meridionale.

La copia del libro consegnata a Papa Francesco
da Padre Fabio Occhiuto

Il volume è stato presentato con successo nella prestigiosa sede di Palazzo Reale a Milano, con relatori l’autore, Domenico Piraina direttore di Palazzo Reale, Stefano Zuffi storico dell’arte, Padre Giovanni Aitollo, teologo dell’ordine dei Minori di Calabria, e gli interventi dello storico dell’arte Antonio Falbo e del giornalista Roberto Messina.

Una copia del libro è stata recentemente donata al Santo Padre in udienza privata.

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