Gori Misticò, L’investigatore Filosofo indaga in Calabria…

Pubblicato da Bompiani, “La mezzaluna di sabbia” di Fausto Vitaliano, di Olivadi (Cz) e milanese adottivo, un brillante noir che fa breccia nel cuore dei lettori. L’inevitabile paragone con Montalbano-Camilleri non è un azzardo, e regge pienamente per la scrittura originale e un altro dialetto mordace, ironico e scoppiettante impiegato: quello della sua terra d’origine…

di Roberto Messina

Lo Jonio a quell’ora pareva non riuscire a smettere di chiacchierare, ogni scintillio che baluginava sulla superficie ricordava il cinguettare degli uccellini alla mattina presto – che chissà che cosa si raccontano, che avranno mai da dirsi, che cosa gli passerà per la testa. Il mare, uguale: ogni bagliore era una parola misteriosa, una piccola parte di un grande discorso, importante e incomprensibile agli umani. Gori Misticò si gustava quelle chiacchiere marine accettando il paradosso: Tutto questo non ha senso, eppure lo sto a guardare incantato. Perché lo faccio?”

È un passaggio tratto da “La mezzaluna di sabbia”, di Fausto Vitaliano, pubblicato da Bompiani nello scorso mese di giugno. Un “noir” ambientato in Calabria che ha conquistato un numeroso pubblico di lettori grazie soprattutto ad un sincero e appassionato passaparola, ancora attivissimo. L’inevitabile paragone con Montalbano-Camilleri, non solo regge egregiamente, ma lascia intendere la qualità di una scrittura altrettanto originale, scoppiettante e avvincente in cui il gergale, il dialetto dei protagonisti è stavolta quello calabrese, ugualmente “musicale”, quanto mordace, ironico, caratterizzante, fulmineo nei proverbi\sentenze e divertente nel suo slang popolare. Vitaliano vive e lavora a Milano, dove è cresciuto, ma non ha mai dimenticato le sue radici (è nato a Olivadi, un piccolo paese della costa jonica catanzarese). Ed è questa la ragione per cui ha voluto ambientare il suo ultimo romanzo nella sua terra di nascita.

“La mezzaluna di sabbia” è un libro di scoperte: la scoperta del colpevole, certo (si tratta pur sempre di un “giallo”), ma soprattutto quella di un nuovo personaggio, il protagonista della storia. Gori Misticò, maresciallo dei carabinieri, un anti-eroe che ci mostra i propri limiti e ci mette davanti i nostri. La malattia che lo affligge non gli impedisce di usare l’ironia – l’”arma” meridionale per eccellenza. E a volte, anzi spesso, ci strappa addirittura un sorriso e ci invita a una riflessione sulla condizione umana. Prima di capire che cosa ne sarà di lui, capiamo meglio chi è Gori Misticò, e come ha saputo far breccia nelle anime dei lettori così intensamente.

Gori Misticò – ci spiega Fausto Vitaliano – è un investigatore. E gli investigatori ci piacciono molto. Ci piace Montalbano, ci piace Ricciardi, Schiavone, Miranda. Li amiamo perché “sistemano” le cose, fanno trionfare il bene sul male, mettono in galera i colpevoli, rendono giustizia alle vittime. Sono figure positive e consolatorie, ma a una condizione: che siano anche credibili. Un investigatore non può essere un super eroe che arriva, capisce tutto con un’occhiata e neutralizza i colpevoli con un raggio laser. È un essere umano, come tutti noi, con i nostri stessi problemi, le nostre fragilità, i difetti, le incertezze. Anche l’investigatore è soggetto agli inciampi della vita. Nel caso di Gori Misticò, parliamo di una malattia. Una di quelle malattie brutte, di cui ancora adesso facciamo fatica perfino a pronunciare il nome. Ho voluto mettere in scena un uomo che, prima di quella infelice diagnosi, sapeva benissimo quale fosse il proprio posto nel mondo. Dopo, le cose cambiano anche per lui. Credo che i lettori abbiano ritrovato in Misticò una umanità che è comune a tutti noi.

La presentazione del libro di Vitaliano a Catanzaro Lido

Gori Misticò, non a causa della malattia, torna in Calabria dopo un lungo periodo di lavoro trascorso a Milano. A San Telesforo Jonico, l’immaginario paesino dove arriva, ritrova un mondo che all’inizio pensa non sia più il suo, salvo poi accorgersi che dalle proprie radici non si può fuggire. Quali sono le figure con cui riaggancia il suo passato?

Più che delle figure specifiche, Gori Misticò in Calabria ritrova un’atmosfera, un territorio, un diverso scorrere del tempo. Alcune cose (molte cose) si muovono a una velocità più bassa rispetto a Milano. Altre vanno più spedite. Più in generale, Misticò si adatta (o si ri-adatta) a una diversa cognizione del tempo e a un diverso punto di vista. Forse vede meno cose, ma le vede meglio.

Qualche parola su un importante personaggio che non potremmo neppure definire secondario: il brigadiere Federico Costantino.

Costantino ha preso il comando della stazione dei carabinieri di San Telesforo Jonico dopo che Gori Misticò, a causa della malattia, si è messo in aspettativa. Il rapporto tra Gori e Federico è un classico rapporto tra padre e figlio, mentore e discepolo, maestro e allievo. Si tratta, tuttavia, di un rapporto sbilenco, giacché il maestro è alquanto riluttante a ricoprire quel ruolo, ritiene che non gli si adatti. Dovrà essere il discepolo a spingere il mentore a continuare, nonostante tutto, il suo insegnamento. L’allievo ha più voglia di imparare di quanta ne abbia il maestro di insegnare.

In una narrazione “normalmente” maschile, le figure femminili sono importanti. In questo caso sono almeno tre.

Sì. Comincerei con Gong-Sho, la titolare cinese di un centro di massaggi dove Gori Misticò si reca, segretamente, per alleviare almeno un po’ lo stress della vita. Gong è una donna assai saggia (e come potrebbe non esserlo?), che a Gori spiega la fondamentale differenza tra rabbia e tristezza. Lo esorta a non avere timore nel dire “Sono triste”, gli insegna a riconoscere le proprie emozioni.

Ausilia Chiaromonte è la promessa sposa del brigadiere Federico Costantino. È la quintessenza della giovane e moderna ragazza calabrese: decisa, indipendente, impavida. La amo molto. La terza figura femminile è Silene Celata di Lauria, moglie del barone Vittorio, ritrovato morto nel suo studio. Silene è una donna assai complessa, a tratti contraddittoria. Filantropa internazionale e, al tempo stesso, donna sola e dal passato misterioso. È lei uno dei centri narrativi intorno al quale gira non solo la storia, ma il senso dell’intera storia.

Gori Misticò non ha famiglia di origine, né famiglia propria. Le sue uniche figure di riferimento sembrano essere i suoi amici di infanzia: Nicola Strangio e Michele Cento.

Il sentimento che lega Gori Misticò con Nicola e Michele è quello di cui parla Cicerone nel suo dialogo sull’amicizia. Un sentimento profondo e misterioso, inattaccabile, resistente a tutto. Anche alla morte. Gli amici sono indispensabili a Misticò per non cadere nella solitudine più totale. Nicola è anche il suo medico, quello che cerca di curargli la terribile malattia che lo ha colpito. Michele, invece, è morto davvero. A sedici anni. E, ciò nonostante, Gori Misticò continua ad avvertire la sua presenza. Perfino la sua voce.

Esiste davvero una mezzaluna di sabbia dove ritrovare sé stessi, come capita a Gori Misticò?

Credo che ciascuno custodisca dentro di sé un luogo dove si trova la parte migliore di noi, i ricordi migliori, i sogni non ancora realizzati, le speranze. È importante, fondamentale avere un posto di questo genere e continuare a “tenerlo pulito”. Lì c’è il nostro vero sé, quello che solo noi conosciamo. Gori Misticò ha combattuto tutta la vita un “male” astratto per fare trionfare un “bene” a volte illusorio. La mezzaluna di sabbia, invece, esiste davvero. È la spiaggetta dove lui, Michele e Nicola andavano a farsi il bagno da ragazzi. La salvezza di quella spiaggia vale, agli occhi di Misticò, ben più che un “bene” che, in questo momento, lui non saprebbe più nemmeno descrivere.

Che ne sarà di Gori Misticò?

Deve curarsi. Non sarà facile, la malattia è brutta. Ma Misticò è tosto, come tutti i calabresi.

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Fausto Vitaliano, nato a Olivadi (Cz), vive pressoché da sempre a Milano. È sceneggiatore per Disney e per lo studio Rainbow. Ha pubblicato storie a fumetti anche per Sergio Bonelli, Edizioni BD e l’editore francese BD Music. Ha lavorato per radio, tv e giornali, tradotto e scritto vari libri.