Federica Posca, ballerina, coreografa e modella al top

Originaria di Catanzaro, quartiere Lido, dove ha mosso i primi passi nella grande scuola di Giovanni Calabrò e Giuseppe Torchia, è diventata rapidamente un’ apprezzata professionista con esibizioni alla Scala di Milano e all’Opera di Roma, al Festival di Sanremo e in una miriade di popolari show televisivi a cominciare da “Amici”. Tra gli altri, ha studiato col grande Maurice Béjart a Losanna

di Roberto Messina (Foto di copertina, Marco Perulli)

Federica Posca
(sopra, foto Hanna Padula)

Dopo anni di sacrifici, il tempo ha decisamente arriso alla ballerina, coreografa, modella testimonia catanzarese Federica Posca, recentemente incontrata a Roma per una chiacchierata dopo aver rivisto con piacere alcune registrazioni di sue importanti interviste ed esibizioni a “Sottovoce”, la trasmissione condotta da Gigi Marzullo su Rai, a “Il Cinematografo” sempre nella notte di Rai 1 e sempre con Marzullo, ancora in Rai danzare a “Superbrain” la trasmissione di prima serata condotta da Paola Perego, e sempre sulla rete ammiraglia, a “L’anno che verrà” condotta da Carlo Conti. Niente male, Federica!!

L’inarrestabile curriculum passa per l’esordio al Cinema, interprete della ballerina “Galatea” (accanto a Eleonora Giovanardi, Salvatore Lazzaro e Sara Bertelà) nel film “Italy amore mio” di Ettore Pasculli, interamente girato in 4K. Poi la presenza al Festival di Sanremo 2014, sul palcoscenico del mitico Ariston. A danzare con Albano e Romina Power su Canale 5 a “55 passi dal sole”. A “La sai l’ultima”, “Music” e “Colorado” su Italia 1. Coreografa e ballerina a “Battiti Live” su Italia 1 e “Celebration” con Serena Rossi su Rai uno. In “Adrian” con Adriano Celentano e a “Zelig”. Protagonista in tanti eventi come “Vogue” nella settimana della moda a Milano con il tributo a Mina, “Calzedonia”, “Bulgari”.  

Federica va sempre di corsa. Ora è in partenza per Milano dove ha vissuto per qualche anno, per incontri di lavoro. Fa un po’ impressione coglierla così lanciata dietro a questa vita in perenne tour de force. Ma nella danza, si sa, si fa presto a intravedere come in un binocolo a rovescio l’ineludibile e improcrastinabile approssimarsi della chiusura di carriere solitamente brevi, e che quindi meglio se affrontate di petto e in velocità. Meglio, quindi, e giustamente, “cavalcare” questi suoi magnifici trentuno anni con tanta preparazione ed esperienza alle spalle, non c’è tempo da perdere!

Federica Posca in due plastiche movenze di danza
(foto sx Corrado Maria Falsini, foto dx Enzo Caroleo)

Federica, perciò, è giustamente iperattiva, ma al tempo stesso sorprendentemente pacata e convinta nelle sue riflessioni e nelle pause, meditativa pure se con neuroni e sinapsi in pieno tourbillon. E’ come deve essere un’artista arrivata, con soddisfazioni e traguardi alle spalle, tanti, e un curriculum fuori dal comune. Per lei adesso un altro serio impegno, quello di mamma della splendida Mia, quattro anni e mezzo appena, meraviglioso frutto dell’unione con Alessandro Potenza, ex calciatore di serie A con la Fiorentina e l’Inter, ed ex allenatore dell’Arezzo calcio. 

Federica ha un aspetto simpaticamente esotico, con lineamenti spagnoleggianti, diremmo meglio “carioca” (che oltre a significare “brasiliano”, indica anche la vivace danza popolare locale…). Il viso è dolce, incorniciato in una magnifica chioma riccioluta, con occhi luminosi e tranquilli. Il corpo filiforme, ma ben piantato, atletico, scattante e al tempo stesso statuario. Una magnifica futura “Carmen”, verrebbe da pensare…

Avviata giovanissima alla scuola “Artedanza” di Giovanni Calabrò e Giuseppe Torchia, a Catanzaro Lido, ha poi frequentato la scuola del Teatro dell’Opera di Roma. E’ stata quindi a Losanna, alla prestigiosa scuola-atelier “Rudra”, del celebre Maurice Béjart, immaginifico, rivoluzionario e insuperato coreografo-filosofo marsigliese, ispiratore del “Ballet du XX Siècle”, la meraviglia unita al sapere, a cominciare dal suo più conosciuto capolavoro, il balletto “Le sacre du printemps (1959) su musiche del “rivoluzionario“ Igor Stravinskij (da ricordare anche, alla Scala di Milano il suo balletto “Grazie Gianni con amore”, dedicato al “nostro” Gianni Versace, a dieci anni dalla morte nel 2007). Con la compagnia di Béjart, sempre attiva a Losanna dopo la scomparsa del maestro, lavora, fissa, la sorella di Federica, Chiara Posca, ballerina di grande livello anche lei, e altro suo motivo di orgoglio. La “Rudra” aperta prima a Bruxelles e poi a Losanna e Dakar, ha formato generazioni di danzatori e coreografi tra cui Maguy Marin e Anne Teresa De Keersmaeker.

Federica Posca nello show con Massimo Ranieri “Canto perché non so nuotare… da 40 anni”, con le coreografie di Franco Miseria, oltre 600 repliche,

Tra un passo e l’altro, un jeté e un plié, un battement e una pirouette, Federica entra in contatto quotidiano con i grandi artisti tersicorei e le loro esperienze più avanzate. Prende parte agli spettacoli di “Artedanza” e la si ammira apprezzata “solista” in “Cavalleria Rusticana”. Nel 2008, la popolarità, tra i ballerini professionisti della trasmissione “Amici” della De Filippi. Prosegue con “La vedova allegra” alla Scala, i balletti della “Spellbound Dance Company”, “Mefistofele” al Teatro dell’Opera di Roma. E’ modella e testimonial internazionale della marca di abbigliamento “So Danca”. La sua “consacrazione” arriva da prima ballerina nella Compagnia di Massimo Ranieri, nello spettacolo musicale “Canto perché non so nuotare… da 40 anni”, con le coreografie di Franco Miseria, andato avanti per ben 600 repliche in tutt’Italia, a Parigi, New York, Atlantic City.

Federica, la danza: caso, destino, o sogno romantico di mamma?

La danza è entrata nella mia vita apparentemente per caso, apparentemente perché sono una persona che crede fortemente nella legge dell’attrazione… Quindi è arrivata, così penso, perché probabilmente già risuonava dentro me. La fortuna più grande è stata quella di iniziare nella migliore scuola del sud Italia. 

La conferma che potesse diventare il tuo futuro ed il tuo lavoro?

A dire il vero, la conferma l’ho avuta giorno dopo giorno, grazie ai miei maestri Calabrò e Torchia, fondamentali sia per il mio percorso artistico che umano.  

Federica Posca a sinistra durante il fashion show di Calzedonia, e a destra testimonial mondiale di So Danca azienda leader di abbigliamento per la danza

Tutto liscio? Mai pensato di abbandonare?

A 17 anni. A Losanna con Béjart. Un giorno sentii un forte dolore alla caviglia. Mi riscontrarono un serio problema che richiese l’intervento chirurgico e un stop forzato. Il direttore del ‘Rudra’ non si assunse la responsabilità di farmi rientrare. Pensai allora di lasciare, ma la passione era troppo forte. Grazie ai miei genitori e ai miei primi maestri di danza, sono riuscita a superare un momento terribile e riprendere il cammino. La professione del danzatore è quasi sempre vista come un gioco… in verità è un continuo viaggio con se stessi, un continuo mettersi in discussione. Un mestiere fatto di tanti sacrifici, spesso non supportati dal Paese in cui viviamo. Purtroppo l’Italia in questo offre davvero poco.

Ad oggi qual è stata la tua esperienza professionale più importante?

Di esperienze ne ho fatto davvero tante, non saprei classificarle, ognuna mi ha formata e reso quella che sono. Sicuramente ricordo con molto piacere l’emozione di aver danzato davanti a Julia Roberts, una delle mie attrici preferite.

Quali palcoscenici ti hanno maggiormente emozionata?

Federica Posca a Zelig

Tanti. La Scala di Milano, perché era un sogno che mi portavo sin da quando ho cominciato a muovere i primi passi. Un’altra emozione indescrivibile, nella prima puntata del programma televisivo di Italia 1 “Battiti live”, dove sono stata anche coreografa, danzare davanti a 30 mila persone! Adrenalina pura. È stato bellissimo… 

Il sogno nel cassetto?

Di sogni ne ho tanti… Sono una sognatrice nata, e spero di restarlo fino all’ultimo. L’augurio è quello di cavalcare l’onda, di sentirmi viva, di rimanere protagonista della mia vita sempre. Sono mamma, cerco di dare a Mia l’esempio di madre e donna indipendente, che vuole continuare a fare della sua passione il proprio lavoro. Ringrazio ancora, non me ne vogliate, la scuola che mi ha dato la possibilità di maturare la preparazione giusta e solida per poter fare del mio sogno il mio lavoro, porto con affetto e stima nel mio cuore ogni giorno i miei primi maestri, con loro e là sono le mie salde radici.

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