07 Gen “Brigante”, l’amore per il vino da quattro generazioni
Nella magnifica Cantina dell’azienda agricola di Cirò (Kr), si rinnova ed esalta una produzione di grande tradizione e qualità
di Roberto Messina
I vigneti dell’Azienda Agricola “Brigante” a Cirò (Kr) sono proprio da vedere. Situati in posizione strategica e dominante sulle colline della cittadina d’origini magnogreche, in provincia di Crotone, a pochi chilometri dal mare ed alle pendici della Sila, insistono su un habitat ideale, ben idoneo alla coltivazione della migliore vite.
In questo particolare ambiente con clima temperato dal mare ed accarezzato dalle fresche brezze silane, da quattro generazioni il vigneto viene lavorato con la passione e l’amore che rievocano calde e tranquille atmosfere di una volta e valori dei tempi andati.
L’Azienda, che all’inizio dell’800 produceva mosto destinato al mercato della sola Reggio Calabria, agli inizi del ’900 si dedica alla vendita dell’uva. Solo negli anni ’60 avvia una propria produzione di vino destinata al mercato locale, e sul finire degli anni ’90 decide di organizzarsi al meglio come Cantina per l’imbottigliamento. Lontano dal caos e dallo stress delle grandi città, in un contesto che pare come sospeso nel tempo, adagiato su ritmi meridiani lenti e pacati che si susseguono col passare dei giorni scanditi da luce e sole che non mancano mai di confortare i vari periodi dell’anno, qui, coniugando tradizione ed innovazione, senza mai tradire i valori storici del territorio, si compie il “miracolo” del grande vino.
Animati da quella determinazione che genera entusiasmo e passione, i titolari, i coniugi Enzo Sestito e Stefania Carè, coetani di 44 anni, hanno ereditato e messo a punto il sapere dei nonni di Enzo: quello paterno, Giuseppe; e quello materno, Raffaele. E poi, naturalmente, l’impegno del papà, Cataldo. Tutti cirotani “doc”, è il caso di dire.
“Continuiamo a distinguerci per spirito innovativo, rispetto della tradizione territoriale, impegno assiduo e costante – dichiara Enzo Sestito – e con tutta una spiritualità finalizzata ad onorare la nostra Cantina, ma anche a salvaguardare un vero patrimonio di tradizione, cultura, gusto, storia, e mi si permetta, anche di stile, che sono la vera essenza della nostra realtà contadina”.
Tutto vero. Tradizione, cultura, qualità, gusto e stile. L’Azienda Agricola Brigante (www.vinocirobrigante.it) ne è lo specchio. Ed i suoi vini soavi, profumati e gustosi, sono il magico riflesso. Gaglioppo e Greco bianco, ecco i vitigni favoriti e utilizzati in prevalenza.
Il Gaglioppo è il cavallo di battaglia: uva autoctona calabrese jonica, si potrebbe dire specificamente cirotana, curata e custodita, giustamente, come un prezioso tesoro. I vigneti in collina ne producono in quantità non importante, ma – spiega Sestito – “è proprio questo il segreto della qualità. Fare uva, non è un obiettivo. Lo è fare buona uva. In collina, e in queste colline fortemente assolate e un po’ rinsecchite di creta, otteniamo poco, ma è la giusta quantità. La bassa resa, è il rovescio di un ottimo prodotto per un ottimo vino. Vino a massima espressione per profumo, aroma, grado alcolico. Più zuccheri ci sono, meglio il vino si esprime in buon tono. E così abbiamo bianchi e rosati da 13 gradi, rossi da 14, 14.5…”.
Tornando al Gaglioppo, citato già alla fine del 1700, è il principale vitigno a bacca nera nell’area viticola del crotonese, presente un po’ ovunque nella regione, nel tempo ha trovato maggiore diffusione sul versante ionico specie nel cirotano, l’area a più alta vocazione vitivinicola della Calabria. E’ alla base del vino Cirò: forse di origine greca, la sua storia parte dalla Magna Grecia, dove si hanno le prime tracce nel crotonese col tempio dedicato al vino che per consuetudine veniva dato in dono agli atleti che ritornavano vincitori dalle Olimpiadi di Atene. Milone di Crotone, vincitore di ben sei Olimpiadi, pare fosse un grande estimatore.
Il Gaglioppo è la varietà di vitigno rosso autoctono, di cui è previsto dai disciplinari l’utilizzo per la produzione del Cirò Doc. Dal Gaglioppo, nella Cantina Brigante si ricavano il Rosso classico ed il Rosato. Vitigno a bacca rossa, con grappoli di medie dimensioni e di forma conica, il colore rosso che regala al vino è rubino intenso, con profumi vinosi che col tempo si evolvono in un ricco bouquet. Il colore del Rosato, è invece rosa brillante, e presenta un bouquet floreale e fruttato. Il grappolo del vitigno Greco bianco presenta acini piccoli e rotondeggianti, vinaccioli molto sviluppati e, quindi, poca polpa e buccia sottilissima. Ha un colore giallo tendente al dorato con riflessi ambrati, l’odore etereo ed il sapore morbido, caldo, armonico, con un caratteristico retrogusto.
Il clima calabrese secco e caldo, la particolarità del terreno arido dalle generose colline di “Brigante” fatte di creta bianca e grigia ornata da intensi profumi di macchia mediterranea come il biancospino, la menta selvatica, il giallo spino, la ginestra, conferiscono poi gusto senza eguali, e rappresentano le precondizioni necessarie per la produzione di questi superbi vitigni che probabilmente hanno una marcia in più rispetto a quelli di pianura, che ricevono tanta acqua, con tanta uva che porta a compimento il suo frutto, ma magari con doti qualitative di base meno esaltanti.
Tanti sono i premi ed i riconoscimenti che la Cantina Brigante ha via via collezionato, con un exploit negli ultimi tempi. Un vino che ha avuto grande successo, tra gli altri, e lo “Zero”, Rosso Calabria Gaglioppo Igt naturale, vero capolavoro. Vino sincero, schietto, ma semplice solo in apparenza. In verità gustosissimo e profumato nella sua assoluta naturalezza. Pura spremuta d’uva, come si dice, e comunque di grandissima persistenza al palato. Dal grappolo direttamente alla bottiglia, magari in controtendenza rispetto al mercato dei vini di livello, corposi e “strutturati”.
Anche la sua confezione, è una sorpresa (ma non una casualità). Come ci ha spiegato Sestito: “l’idea che ci ha spinto, è il ricordo dolce e romantico del vino di una volta, comprato al negozio di alimentari del paese, avvolto dall’esercente in un semplice foglio di carta che profumava di buon pane. Un vino naturale, confezionato vintage, con materiali semplici e ordinari, anche se in verità il nostro packaging non è né semplice, né ordinario, come non lo è il vintage di livello: lo sappiamo, altrettanto studiato, voluto e ben realizzato come quello moderno, in base a un preciso stile e ad un accurato design”.
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