02 Nov Antonio Lauro: da Pizzo Calabro, a Caracas, con la chitarra “vals” nel cuore
Di famiglia originaria della cittadina tirrenica calabrese, uno dei più grandi ed eleganti strumentisti-compositori del Novecento, autore di celebri pagine-capolavoro, cavallo di battaglia di celebri solisti
È stato uno dei più prestigiosi ed “eleganti” compositori del Novecento, considerato generalmente e giustamente tra i maggiori al mondo per quanto riguarda in particolare la grande musica per chitarra. Antonio Lauro, venezuelano di Ciudad Bolivar (lì nato il 3 agosto 1917) come ben sottolinea il maestro Giorgio Albiani, chitarrista, concertista, docente al Conservatorio di Firenze, direttore artistico dell’Accademia Musicale “D.I.M.A” di Arezzo e grande operatore culturale ideatore\organizzatore di vari Festival: “è uno dei migliori esempi di sintesi tra cultura e identità di un artista, ed ha enormemente contribuito allo sviluppo del repertorio della chitarra rendendola popolare tra i musicisti di tutto il mondo, al punto da essere definito ‘lo Strauss della chitarra’ per le sue radici popolari e l’elaborazione classica. Tuttavia, poche sono state e sono le registrazioni dedicate esclusivamente a lui. Una lacuna da colmare”.
Lauro era in verità di origini italiane, con il padre Antonio, musicista, artigiano e barbiere, di Pizzo Calabro (VV), morto quando il figlio era ancora piccolo ma riuscendo ad infondergli l’amore per la musica. Sua madre, Armida Cutroneo, invece, di Maratea (PT).
A dare spazio per riesumarne e ricordarne la figura, per primo il sito “Calabrians Most Famous” con cui “Calabria Mundi” condivide una fervida collaborazione culturale, e che qui riprendiamo e rilanciamo con grande piacere, sottolineando come di Lauro si abbiano in definitiva poche notizie e ancor meno registrazioni e pubblicazioni: un’incredibile e intollerabile mancanza, per colmare la quale, possiamo qui anticiparlo, si è messa al lavoro la squadra di Academ Group\Academ editore.
Figure di assoluto rilievo tra i chitarristi latino-americani, ha contribuito fortemente ad ampliare il repertorio universale di questo affascinante, versatile e popolare strumento. Trasferitosi con la famiglia a Caracas, mantenendosi agli studi suonando e cantando in radio e in alcuni cori, nel 1933 Lauro inizia a studiare all’”Accademia de Música y Declamación”: pianoforte, corno, violoncello, canto, organo, e naturalmente chitarra e composizione, sotto lo stimolo d’importanti maestri come Barrios Mangorè, Vicente Emilio Sojo, Juan Bautista Plaza, Savador Llamozas e Raúl Borges.
È un concerto di Agustín Barrios ad impressionare così tanto il giovane e promettente Lauro, da convincerlo ad abbandonare il pianoforte e il violino, a favore della chitarra. Dal 1933 studia con il chitarrista Raúl Borges (1888-1967) e nel 1935-1943 ha occasione di approfondire la conoscenza del repertorio popolare, ed in particolare del “Vals”.
”Dotato di una creatività melodica e ritmica impeccabile – è ancora Giorgio Albiani a ricordarcelo – seppe sapientemente attingere alla tradizione popolare del suo Paese che divenne fertile humus, come era stato per Smetana, Bartok o Granados con la musica popolare Europea”.
Nel 1935 crea “Los Cantores del Tròpico”, dove cominciò ad emergere come compositore e arrangiatore. Dal 1940, ricevuto il titolo di “maestro compositore”, comincia a dedicarsi formalmente alla composizione, e nel 1947 porta a termine una delle sue prime opere importanti: il poema sinfonico per solista e coro “Cantaclaro”, ispirato all’opera omonima di Ròmulo Gallegos.
Subito dopo il colpo di Stato del 24 novembre 1948, viene incarcerato per i suoi legami con dirigenti del partito Acciòn Democràtica e rimane in esilio per 10 anni (1948–1958). Tra il 1951-1952, l’esercito del generale Marcos Pérez Jiménez lo imprigiona per la sua fede democratica, ma questo non interrompe il suo percorso, e dopo il rilascio riprende ad esibirsi con un eccellente trio professionale di chitarre classiche: il “Trio Raúl Borges”.
Nel decennio successivo, le composizioni di Lauro vengono pubblicate, registrate ed eseguite in tutto il mondo, e il suo contributo alla vita musicale nazionale è riconosciuto ovunque. Accanto alla sua attività di concertista e compositore, sviluppa un’attività didattica in importanti istituzioni, tra cui il “Conservatorio Nacional de Música Juan José Landaeta” di Caracas, e diviene presidente della “Venezuelan Symphony Orchestra”. Poco prima della sua morte, il 18 aprile 1986 a Caracas, gli viene conferito il “Premio Nacional de Música”, il più alto riconoscimento artistico del suo Paese.