Adriana Morelli, lirica con l’anima

Famiglia originaria di Malvito (Cs), soprano dalle grandi qualità interpretative e sceniche, si è giustamente imposta nei teatri del mondo

di Giovanni Cristofalo

Adriana Morelli

Michelangelo Zurletti, uno più autorevoli critici musicali e saggisti italiani della storia recente, sul finire degli anni ‘90 si esprimeva sinteticamente così su Adriana Morelli: “È un soprano che sfoggia qualità interpretative e sceniche, ragguardevoli”. L’elogio riposto sul quotidiano diretto da Eugenio Scalfari, la “Repubblica”, faceva seguito ad ulteriori prestigiosi commenti su carriera e autorevolezza della soprano.

A conferma di ciò, uno dei giornali più antichi d’Italia, il piacentino “La Libertà”, al termine di una brillante stagione teatrale e a seguito di un sondaggio, proclamava la soprano “La miglior cantante lirica italiana in assoluto”. Considerando non solo gli encomi nella propria terra, bensì anche (se non soprattutto) quelli della stampa estera, Adriana Morelli può essere dunque definita, senza alcun dubbio, una grande e validissima rappresentante della tradizione della canzone lirica, tra le performer più spiccate di tutti i tempi, da accostare senza indugio a Maria Callas per estensione vocale e per maestosa bellezza fisica.

Locandine del Teatro alla Scala (1991 e 1992) con Adriana Morelli interprete di
Adriana Lecouvreur
e Manon Lescau
t

Se gran parte del mondo della musica conosce comunque le sue qualità ed il suo percorso professionale, in pochi sanno delle sue radici calabresi. Figlia d’arte, sua madre fu una talentuosa cantante lirica; suo padre invece, Mario Morelli, nativo di Malvito, piccolo comune in provincia di Cosenza, un estroso ed appassionato violinista con qualche apparizione sul piccolo schermo negli anni ‘70, nonché fondatore del noto Circolo Culturale “Foyer des Artistes”, luogo di ritrovo a Roma per molti artisti italiani.

Nata a Roma, la Morelli ha conseguito il diploma di canto al Conservatorio “F. Cilea” di Reggio Calabria, e quello di pianoforte al Conservatorio “U. Giordano” di Foggia. Il suo brillante percorso professionale muove i primi passi nel teatro, il grande amore della sua vita, cui dedicherà gran parte della sua attività musicale. Nel 1978 vince il premio come miglior giovane cantante lirica nel Concorso promosso dal Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, e nello stesso anno debutta in qualità di cantante professionista con la “Bohème” di Puccini, messa in scena a Spoleto.

Sin dagli albori della sua carriera, fioccano riconoscimenti e premi, e le vittorie a numerosi concorsi rinomati come l’“Achille Peri” (Teatro Municipale, Reggio Emilia), “Maria Callas” (Rai), “Voci Pucciniane” (Teatro del Giglio, Lucca). Quest’iniziale fase della sua ancor giovane carriera ha già un fortissimo slancio nazionale, e la porterà da subito in Italia a calcare i palchi più prestigiosi, tra cui Napoli, Palermo, Catania, Parma e Firenze, fino all’approdo alla Scala di Milano agli inizi degli anni ‘90.

Adriana Morelli nei panni di varie protagoniste di grandi Opere

I successi sulla penisola la fanno apprezzare anche dalla stampa e dalla critica estera, che vede in lei uno dei volti nuovi di riferimento della lirica tricolore. La Morelli si esibirà, infatti, in alcuni tra i Teatri di maggior storia della tradizione musicale (e più specificamente lirica) europea e d’Oltreoceano: da Colonia (Oper der Stadt), Tolosa (Théàtre du Capitole) e Losanna (Théàtre Municipal), sino alla Victoria State Opera (Melbourne), al Kennedy Center (Washington) e al Lincoln Center (New York).

Tra i suoi maggiori successi vanno ricordati: “Adriana Lecouvreur” e “Manon Lescaut” al teatro della Scala di Milano, “Madama Butterfly” a Palermo, “Tosca” a Copenaghen, “Sly” a Washington, “Requiem” a Città del Messico e, straordinario, il concerto di fine anno in diretta Tv da New York al fianco di Placido Domingo e Zubin Mehta. O ancora Turandot, Nabucco e Macbeth, titoli che nella seconda fase del suo percorso hanno ampliato il già vasto repertorio. Nella sua luminosa carriera ha incrociato le strade di grandi direttori d’orchestra: oltre al citato Mehta, Herbert Von Karajan, Jean Claude Casadesus, Lorin Maazel, Spiros Argiris, Roberto Abbado. 

All rights reserved (Riproduzione riservata) – Foto archivio A. Morelli