A Montauro (Cz) il sorprendente “Giardino Epicureo”

Un’oasi di rigenerazione naturale e sociale che raccogliendo l’eredità del filosofo di Samo, ha recuperato e messo a disposizione della collettività un magnifico spazio verde in stato di abbandono, un luogo dove rifugiarsi, in cui è possibile ritrovare il benessere psico-fisico attraverso il contatto con la natura e le esperienze sensoriali con le piante

Epicuro, alla cui filosofia e “lezione” di felicità,
si ispira il giardino di Montauro

Forse ancora non è sufficientemente chiaro quanto pare drammaticamente attenderci nei prossimi anni…. Il cambiamento climatico in corso da almeno due secoli, comincia ad essere avvertito ovunque sul pianeta nelle sue conseguenze più estreme, e sta determinando in maniera graduale il surriscaldamento del pianeta e l’avanzamento della desertificazione. Le cause sono molteplici e tra queste c’è sicuramente l’eccesso di antropizzazione di gran parte del pianeta. L’eliminazione della vegetazione, per fare spazio ad ambienti urbani e ad insediamenti produttivi, ha generato col tempo la perdita di suolo e di copertura boschiva e la conseguente perdita di umidità, un fattore che si ripercuote gravemente sul micro e macroclima del pianeta. L’inquinamento generato dalle attività produttive (agricole e industriali) ha aggiunto ulteriori conseguenze a danno della salute umana, animale e vegetale. Urge, perciò, una grande opera di rinaturalizzazione del pianeta, e questo compito non spetta solo alle amministrazioni pubbliche, ma anche ad ogni singolo cittadino consapevole.

È questa la convinzione che ha spinto Massimiliano Capalbo ad acquisire in gestione per una parte e acquistare per un’altra, un terreno nel comune di Montauro (Cz), per realizzare il “Giardino Epicureo”: un’oasi di rigenerazione naturale e sociale che ha recuperato e messo a disposizione della collettività uno spazio rimasto per oltre trent’anni in stato di abbandono e soggetto ad incendi, disboscamenti, atti di vandalismo e abbandono di rifiuti. “L’intento – ci spiega – è quello di fermare la desertificazione che avanza, che non è solo ambientale, ma anche sociale e culturale, e di conseguenza economica. Le quattro cose stanno assieme e dipendono l’una dall’altra. La desertificazione coincide col degrado, che è prima di natura culturale, e poi si manifesta anche negli altri ambiti. Urge costruire oasi di rigenerazione, perché la nostra società, profondamente malata, può guarire solo se torna a stabilire un contatto sereno ed equilibrato con la natura che la circonda.

Si tratta del primo giardino sensoriale e terapeutico basato sulla filosofia epicurea, inaugurato in Calabria nell’estate del 2022, nato dall’esperienza formativa che il suo ideatore ha vissuto a Firenze frequentando il Master “Futuro Vegetale”, coordinato da Stefano Mancuso e Leonardo Chiesi. Prende ispirazione dal pensiero del filosofo greco Epicuro (secondo il quale il fine ultimo della vita è l’assenza di dolori fisici e di turbamenti dell’anima, la cosiddetta ataraxìa, l’imperturbabilità, conquistabile attraverso la selezione dei piaceri più semplici ed essenziali, come le relazioni con gli altri, il buon cibo, il contatto con la natura, la pratica della filosofia) e da quello del giardiniere Jorn De Précy (secondo cui il giardino è l’unico luogo in cui è ancora realizzabile il sogno di una relazione armoniosa tra l’uomo e la natura, e dove lo spazio vegetale può mescolarsi con quello dell’uomo).

L’area benessere con la vasca idromassaggio

Dopo 2300 anni dal primo, un nuovo giardino è così nato per raccogliere l’eredità culturale del filosofo di Samo. In una regione costantemente violentata come la Calabria, questo spazio si propone come un’oasi dove rifugiarsi, un argine contro l’avanzare del degrado. Uno spazio in continuo divenire, in cui è possibile ritrovare il benessere psico-fisico attraverso il contatto con la natura e le esperienze sensoriali con le piante; curare i mali dell’anima attraverso la pratica della filosofia; stabilire nuove relazioni umane e vegetali, partecipando ad iniziative ed eventi culturali, artistici, formativi, ludico-ricreativi e di meditazione; cambiare la percezione del mondo vegetale e non solo.

La strutturazione a terrazzamenti consente, oltre che di contemplare uno dei panorami più belli della costa jonica calabrese, di suddividere per temi e attività gli spazi di cui dispone. Il giardino è dotato di un emporio che offre la possibilità di scoprire i migliori prodotti tipici calabresi a servizio di chi intende organizzare un picnic all’aperto; 6 aree picnic coperte, dotate di barbecue; un’area benessere con vasca idromassaggio da 8 posti e 2 docce emozionali; un’agorà da un centinaio di posti a sedere, dove poter assistere ad eventi, spettacoli, iniziative culturali e formative.

Un concerto nell’area eventi

Occorre ritornare in cima alle montagne – sottolinea convintamente Capalbo – perché è da qui che nasce tutto: l’acqua, le piante, il suolo, le visioni. A valle, registriamo e raccogliamo tutto quello che è stato o non è stato prodotto a monte. La nostra civiltà ha abbandonato le montagne, per accalcarsi sulle coste, dimenticando che tutto nasce lì. Ma, soprattutto, le montagne consentono di avere una visione migliore, più ampia, e dall’alto il mondo appare più chiaro e le idee trovano un trampolino per spiccare il volo.

All rights reserved (Riproduzione riservata) – Foto gentile concessione Massimiliano Capalbo