06 Mag A Bologna il grande ritorno di “Arte sotto i Portici”, in attesa del riconoscimento Unesco…
In fase di preparazione e organizzazione non appena ci risaranno le condizioni giuste, la quattordicesima edizione dell’evento ideato dal calabro-emiliano Francesco Cordua, capace di richiamare tra gli spettacolari portici della città felsinea, artisti da ogni parte del mondo
di Roberto Messina
Dopo ben tredici edizioni e un indiscutibile successo che ne ha fatto un “unicum” nel panorama degli eventi culturali e artistici italiani e forse europei “open air”, appena l’uscita dall’emergenza sanitaria (che ne ha bloccato il prosieguo negli ultimi due anni) lo consentirà, è pronta a ripartire nel centro storico di Bologna, “alla grande” e più importante di prima, la quattordicesima edizione di “Arte sotto i Portici”: bella, significativa e sempre molto attesa iniziativa promossa, coordinata e diretta dall’associazione “Arte sotto i Portici” (http://www.artesottoiportici.it/) sodalizio culturale in terra emiliana presieduto da Francesco Cordua, “calabro-bolognese” originario di Cutro (Kr) dove ha vissuto fino alla maggiore età, dinamico, comunicativo, conosciuto e stimato nell’ambiente cittadino, quanto deciso nei suoi progetti che riesce a caricare sempre di senso e di un entusiasmo fortemente contagioso, e nume tutelare di questa kermesse.
“Arte Sotto i Portici” beneficia di un protocollo con il Centro Unesco di Bologna presieduto da Bruno Cinanni, e con l’ASPPI di Bologna presieduta da Enrico Rizzo, nel corso degli anni la manifestazione ha ricevuto prestigiosi patrocini, tra cui la Medaglia di Rappresentanza del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, conferita in occasione della X edizione, e quelli del Ministero dei Beni Culturali, Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Regione Emilia Romagna, Provincia di Bologna, Comune di Bologna, Quartiere Santo Stefano, Confcommercio Bologna, Regione Calabria.
Dunque potremmo presto riesserci con oltre 250 artisti provenienti da ogni dove, pronti a giungere nuovamente nel capoluogo felsineo con il loro patrimonio di opere pittoriche e plastiche da esporre “en plein air” potendosi avvalere di un formidabile “atout”: la suggestione (e anche la “comodità”) di un allestimento sotto gli antichi portici, di cui, come si sa, il capoluogo emiliano è particolarmente ricco e dai quali è fortemente caratterizzato. Candidati a “Patrimonio dell’umanità” Unesco, i portici bolognesi coprono tutti uniti quasi 42 km: una cosa unica al mondo. Da sempre, sino dal lontano 1100, al seguito dell’imponente crescita dell’Università cittadina (che è conosciuta come la più antica del mondo) fattore che spinse a progettare nuovi spazi urbani, i portici sono diventati luogo di socialità e commercio, oltre che salotto all’aperto, simbolo dell’ospitalità, dell’accoglienza (e della grande tavola…) bolognese.
Ci sono varie tipologie di portici: in legno, come quelli di strada Maggiore e via Marsala con ancora le frecce di antiche battaglie conficcate negli assi di legno; i trecenteschi “beccadelli”, semi-portici senza colonna; e poi quelli altissimi, quelli bassi, quelli stretti. Il portico più largo è quello della basilica di S. Maria dei Servi in strada Maggiore; il più alto in via Altabella sfiora i 10 metri; il più stretto, con i suoi 95 cm, in via Sanzanome. In via Saragozza parte il più lungo del mondo, che conduce al Santuario della Madonna di San Luca: 664 archi, per quasi 4 km. Le storie, le leggende, i racconti, i “fatti” che riguardano i portici bolognesi, non si contano e si assommano in una storia infinita e appunto millenaria. Cosa di più, allora, per ambire al titolo Unesco?
I portici scelti per le passate e confermati per la nuova occasione della manifestazione sostenuta da Cordua, saranno quelli di via Farini: storica, nobile e signorile arteria cittadina, luogo deputato (come via Montenapoleone a Milano e via Condotti a Roma) dello “struscio” e dello shopping di qualità, posta proprio alle spalle della grande Basilica di S. Petronio e della sempre affascinante piazza Maggiore, nell’incrocio con via Cavour. Un triangolo d’oro, che pre-pandemia, e ci si augura presto anche post, pullula ad ogni ora di gente elegante, turisti, negozi con le costose griffe dei migliori stilisti, sfavillanti gioiellerie, hotel, residenze d’epoca e ristoranti di qualità, pasticcerie e caffè accuratamente arredati.
Nelle precedenti edizioni “Arte sotto i portici” ha ospitato ogni volta, si diceva, più di 250 artisti (va ribadito, sempre accolti a titolo assolutamente gratuito) : “La finalità di questo evento – spiega il “deus ex machina” Francesco Cordua – che si sostanzia in una mostra d’arte all’aperto, è stata ed è quella di permettere ad artisti affermati e meno noti, di esporre ad un vasto pubblico, in una cornice di prestigio, e di organizzare un’occasione di incontro e scambio culturale. La gran parte delle mostre personali e collettive di pittori contemporanei – tiene a chiarire – sono organizzate da gallerie private o Istituzioni, e in genere hanno per protagonisti artisti già notevolmente, o piuttosto bene, affermati. Le possibilità di emergere, per i giovani e meno giovani, sono scarse, almeno in Italia. I palcoscenici per mettere in luce il proprio talento, pochi, pochissimi. Di contro, come abbiamo visto anche qui a Bologna, c’è una larga fascia di cittadini che è fortemente sensibile al fascino dell’arte, come testimonia la grande, spontanea ed entusiasta partecipazione ai nostri eventi. Fascia, che tuttavia non frequenta e non acquista abitualmente arte nelle gallerie, strutture che si rivolgono anch’esse ad una nicchia molto ristretta di collezionisti ed appassionati, in genere con elevate capacità economiche. In sostanza, non esiste un punto d’incontro tra domanda ed offerta di arte, se non a livelli molto alti ed elitari. Ed è anche a questa concreta esigenza, che vuole rispondere ‘Arte sotto i Portici’”.
Il progetto di inserire Bologna e i suoi portici nella “tentative list” per l’Unesco, porta la firma dell’allora sindaco di Bologna, il popolare e amato Giorgio Guazzaloca. Nel corso del suo mandato (1999-2004) sollecitò infatti la valorizzazione di questo immenso patrimonio architettonico, urbanistico e “sociale”, spingendo ad organizzarci eventi di qualità, in modo da favorirne la conoscenza e la fruizione e quindi l’ambìto riconoscimento.
“Questa idea della Mostra, venne, come spesso succede, in un incontro conviviale… Guazzaloca – racconta Cordua – si dimostrò entusiasta e concreto, e infatti seguirono rapidamente proficui incontri in palazzo d’Accursio, con i quali trovai la spinta e le motivazioni giuste per avviare convintamente il lavoro, radunando prontamente un gruppo di artisti anche grazie alla mia compagna dell’epoca, una pittrice messicana, e a maggio del 2004 ecco la prima edizione di ‘Arte sotto i Portici’ organizzata poi ininterrottamente per tredici edizioni fino al 2016.
La mia iniziativa sostenuta da Guazzaloca si concretizza nel 2004. Nel 2006 l’allora sindaco di Bologna Sergio Cofferati, portando avanti la bella idea di Guazzaloca candida i Portici di Bologna a Patrimonio dell’Umanità vengono inseriti nella tentative list Unesco. Nel 2016, dopo dieci anni, la giunta di Virgilio Merola rinnova la candidatura. Nel 2020 il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini ufficializza la candidatura dei portici a Patrimonio dell’Umanità scegliendoli tra i 46 presentati in Italia. Non essendo mai successo che una ‘candidatura’ del Ministero non arrivi in porto con l’attribuzione del titolo Unesco, se la ‘regola’ non verrà smentita, è dunque assai probabile che possa giungere già entro il mese di luglio 2021 l’ufficialità dei Portici quali sito Patrimonio dell’Unesco: un bel traguardo, e l’augurio che possa coincidere con la rinascita e il rilancio di Bologna”.
Nell’edizione 2014, gli artisti sono stati invitati da Cordua a “ritrarre” i portici bolognesi in loro opere realizzate in “simposio”, dal vivo. Ne è venuta fuori una collezione stupefacente, originale, con queste meraviglie cittadine raffigurate, interpretate e “raccontate” da più angolazioni e prospettive che viste tutte assieme hanno finito per costituire una Mostra nella Mostra, un patchwork coloratissimo e suggestivo, e anche, naturalmente, un prezioso e ulteriore contributo alla promozione dei portici, pure se, come giustamente ha scritto Vittorio Sgarbi col suo abituale acume: “i portici di Bologna non hanno bisogno del riconoscimento di nessuno, poiché patrimonio culturale dell’umanità lo sono già. E da sempre. Rappresentando l’anima più vera di una città che ha saputo fare della trasmissione e del godimento del sapere un modo di essere. E di mostrarsi al mondo”.
“Arte Sotto i Portici” è un evento culturale internazionale. Si esprime essenzialmente, come detto, in un’imponente Mostra d’arte all’aperto che permette a pittori affermati e meno noti, di fare conoscere la propria produzione in una cornice unica e spettacolare.
Dalla prossima edizione, è questa l’idea, dovrebbe allargarsi ed interagire vieppiù con le varie realtà istituzionali, culturali e associative locali e non, già coinvolte finora, mettendo stavolta a punto a Bologna anche un parallelo e fitto cartellone di attività ed eventi aperti a tutti, a sostegno e potenziamento della Mostra e della particolare realtà dei portici.
Cordua, poi, non nasconde un suo “sogno nel cassetto”, con la parallela volontà di trasferire una parte di questo suo know how operativo-artistico-culturale altrove, replicando un’iniziativa similare ma contestualizzata nella sua originaria Calabria e nell’amata terra natia, assolutamente affascinato in particolare dal territorio dei “Calanchi del Marchesato” tutt’intorno alla sua Cutro, dove volenterosi e meritevoli professionisti dell’omonima Associazione stanno ultimamente lavorando per farne un eccezionale Parco.
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